Tragedia questa mattina, 3 maggio, in un'orditura di via Garigliano a Oste. Una giovane operaia di 23 anni ha perso la vita in un drammatico incidente sul lavoro. Secondo la prima ricostruzione pare che la ragazza sia rimasta incastrata in un macchinario. I carabinieri della Tenenza di Montemurlo, gli ispettori della Usl e i vigili del fuoco sono impegnati per ricostruire l'esatta dinamica della tragedia.
Barbara Orlandi (Coordinamento Donne Cgil Toscana) esprime cordoglio e rabbia: "Morire a 23 anni di lavoro e lasciare una piccola creatura. Morire dentro l’ingranaggio dell’orditoio, quella macchina che permette di preparare la struttura verticale della tela che poi costituirà la trama del tessuto, appunto l’ordito, dal quale deriva il termine ordire. Possiamo davvero assumerci la responsabilità di una cospirazione, tanto è ingiusto e insopportabile morire di lavoro.
Morire di lavoro a 23 anni, in una azienda e per colpa di un macchinario, sembra di raccontare una realtà diversa da quella che dipingono i nostri e le nostre giovani svogliati, insofferenti, disadattati e stanchi. C’è chi lavora e quel lavoro se l’è portata via. La responsabilità di far morire di lavoro riguarda tutti e tutte noi. Non è sfortuna, non è sventura e non è neanche solo colpa di tutti quei soggetti preposti a salvaguardare la salute e la sicurezza di chi lavora. Riguarda la responsabilità collettiva di tollerare la superficialità e l’incuria, di non accanirsi abbastanza per il rispetto delle regole, degli orari di lavoro, dell’accurata manutenzione delle strumentazioni dei macchinari, sempre e comunque.
Perché le tragedie accadono e allora, solo in queste circostanze, pensiamo a come avremmo potuto evitarle. Un affettuoso saluto alla giovane lavoratrice, un abbraccio ai suoi genitori e alla sua piccola bimba, promettendole di non stancarci mai di vigilare sulla sicurezza di chi lavora”, conclude Orlandi.
“La notizia della morte di una giovane operaia, e madre di una bambina, è terribile. Esprimo solidarietà e vicinanza alla famiglia della donna. Questa tragedia ci sprona ulteriormente a impegnarci senza sosta per rendere più sicuri i luoghi di lavoro in tutta la Toscana e chiama ancora una volta alla responsabilità di tutti”. Lo dichiara il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, commentando l’incidente sul lavoro che ha provocato la morte di una lavoratrice 22enne in un’azienda tessile di Montemurlo, in provincia di Prato. “Per parte nostra – aggiunge il presidente – non faremo venir meno la scelta di investire sui controlli, sulla prevenzione e sulla cultura diffusa della sicurezza. La sicurezza è un elemento fondante per una buona qualità della vita, per una società coesa e giusta, per la dignità del lavoro”.
Non appena ha appresa la notizia il sindaco del Comune di Montemurlo, Simone Calamai, si è precipitato in via Garigliano:« Sono profondamente scosso da quanto avvenuto e mi fa ancor più male sapere che questa ragazza era diventata da poco madre di una bambina, un pensiero che mi lascia davvero sgomento. È una tragedia che colpisce tutta la comunità montemurlese e mi stringo in segno di cordoglio, anche a nome di tutta l'amministrazione comunale, alla famiglia della giovane. Oggi, tra l'altro, per Montemurlo è un giorno particolare, è la Festa patronale della Croce. A causa del Covid le celebrazioni sono in forma ridottissima ma nell'ambito della cerimonia abbiamo deciso con il parroco Don Gianni di ricordare la giovane operaia e tutti gli altri morti sul lavoro. Non possiamo rimanere indifferenti davanti ad un dolore così grande che colpisce tutti».
Solo due giorni fa il sindaco Simone Calamai, in occasione della Festa del Primo Maggio, aveva fatto un appello ad un maggior coinvolgimento delle donne e dei giovani nel mondo del lavoro, i primi a pagare le pesanti conseguenze economiche della pandemia e alla necessità di investire in diritti e sicurezza per i lavoratori:« Il lavoro è dignità, è realizzazione di sé, è lo strumento che dovrebbe consentire a tutti di progettare il proprio futuro. Le morti bianche spezzano all'improvviso sogni e progetti di vita e sono davvero inaccettabili.
- continua il sindaco Calamai – La sicurezza non deve essere mai considerata un costo. La salute e la sicurezza sul lavoro vanno perseguite tramite una cultura della prevenzione che si crea, innanzitutto, con la formazione e l'informazione. La prima protezione è la consapevolezza del rischio. Il Covid e la pandemia rischiano di farci perdere di vista il problema delle morti sul lavoro, un tema però che ci deve vedere tutti uniti: parti datoriali, enti locali, scuola, sindacati».
Jessica Beneforti (Cgil) è sconvolta: “Una tragedia del lavoro, una tragedia umana che ci sconvolge. Non essere riusciti a fare abbastanza per evitarla ci dilania come sindacato e come persone. Di nuovo siamo a chiedere una più incisiva assunzione di responsabilità collettiva, a partire dalle azioni delle istituzioni e degli organi a cui compete il dovere di indirizzo, vigilanza, controllo e sanzione, e dalla necessità di contrastare con forza l’idea sempre più marcata che la sicurezza sia un costo e non un investimento prima di tutto sulla vita”.
“E’ inconcepibile continuare a morire sul lavoro. E’ ancor più inaccettabile la morte di lavoratori giovanissimi, oggi di una giovanissima madre”. Lo scrivono in un comunicato Cgil, Cisl e Uil e Filctem, Femca Uiltec di Prato, nel quale denunciano per l’ennesima volta come esistano ancora luoghi di lavoro lontani dagli standard di sicurezza previsti. "Le OO. SS. pratesi esprimono le loro condoglianze e i sentimenti più vivi di vicinanza ai familiari della vittima.
La tragedia di stamani è, dall’inizio dell’anno, il secondo incidente mortale sul lavoro nella nostra provincia. Ed è il secondo che ha come vittime lavoratori giovanissimi. Se le cause della tragedia saranno all’esame dell’autorità competente, alla quale spetterà stabilirne circostanze e responsabilità, non rilevare che ancor oggi si muore per le stesse ragioni e allo stesso modo di cinquant’anni fa: per lo schiacciamento in un macchinario, per la caduta da un tetto. Non sembra cambiato niente, nonostante lo sviluppo tecnologico dei macchinari e dei sistemi di sicurezza.
E’ come se la tecnologia si arrestasse alle soglie di fabbriche e stanzoni. Dove si continua a morire e dove, troppo spesso, la sicurezza continua ad essere considerata solo un costo invece che una condizione imprescindibile. La morte di due ventenni nell’arco di tre mesi deve far riflettere sugli investimenti operati in termini di formazione e di acquisizione di competenze. Non è sufficiente constatare che i giovani sono i più colpiti dalla crisi provocata dalla pandemia, bisogna investire su di loro e offrire loro sbocchi occupazionali che non siano più precari o insicuri".
"Vogliamo, innanzitutto -afferma Elisa Montemagni, Capogruppo in Consiglio regionale della Lega- esprimere la nostra vicinanza ai familiari della giovane operaia che ha perso la vita in un'azienda di Montemurlo." "Una morte resa se possibile ancora più straziante-prosegue il Consigliere-dal fatto che la donna era da poco diventata mamma." "Questo dramma, sommato ad altri accaduti nei mesi scorsi in Toscana-precisa l'esponente leghista-deve, dunque, far attentamente riflettere le Istituzioni che a questo punto, sono chiamate a fare ancora di più per scongiurare che si ripetano episodi così tragici." "Non sono più sufficienti le parole di circostanza-conclude la rappresentante della Lega-ma è doveroso, dunque, un impegno serio e costante da parte di tutti per rendere più sicure le nostre imprese."