Uno dei temi più dibattuti in merito alla realizzazione della Grande Opera fiorentina è quello relativo alla caratterizzazione delle terre scavate: una conformazione chimica che può variare da "Agricola" a "Rifiuto speciale", ovvero può essere buona per la coltivazione alimentare oppure talmente nociva da conferire in una discarica individuata ad hoc.Su questo argomento, dopo le esperienze riscontrate e vissute in prima persona nel Mugello, Girolamo Dell'Olio, presidente di Idra, è divenuto un profondo conoscitore della materia, a lui sono infatti attribuite le prime segnalazioni riguardanti corsi d'acqua prosciugati, cedimenti di terreni e frane, crepe nelle strutture rurali ecc.
Un ricco dossier di fotografie, catalogate e messe negli atti di commissioni locali ed europee per chiarire non solo il rischio geologico ma anche la conformazione chimico fisica delle terre trattate durante la fase di perforazione che necessita di lubrificanti ed elementi chimici che rendano il terreno "masticabile" da parte della fresa.
Dell'Olio non indietreggia di un passo ed all'indomani dell'inchiesta eseguita dalla magistratura fiorentina torna a puntare il dito sulla questione dei controlli: "Il controllore non può essere il controllato stesso" cosa che invece da tempo Idra sostiene "Questo si è verificato e continua a verificarsi senza che si possa intervenire se non attraverso inchieste della magistratura. Il finto concessionario ha gli stessi poteri del concessionario, ovvero di esprimere l'autocontrollo, la direzione dei lavori.
Noi abbiamo scritto a Matteo Renzi ed all'Autorità anticorruzione: il Premier conosce i risultati dell'Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici e della Corte dei Conti e dei macigni di illegalità che non sono stati ancora rimossi. Il sindaco di Firenze Dario Nardella ed il presidente toscano Enrico Rossi non solo non rispondono ai nostri inviti ma manifestano un bisogno essenziale di non sapere, di ignorare.
L'esperienza del Mugello non ha insegnato nulla ai politici, ringraziamo invece la Magistratura e speriamo che venga messa mano alla normativa, che deve essere ribaltata, e lo chiediamo a Raffaele Cantone".C'è chi alla verifica ed ai controlli si è invece affidato sin dagli anni '90 per garantire i propri concittadini. Ivano Ferri, ex sindaco di Cavriglia a fine anni '90 era vicesindaco nella Giunta di Enzo Brogi e ricorda: "La decisione ci cadde dal cielo a nostra insaputa.
Qualcuno da Roma decise che avremmo ricevuto le terre scavate a Firenze. In quel momento la scelta non ci convinse ed anzi ci arrabbiammo per non essere stati interpellati. Poi con gli anni sono stati raggiunti degli accordi che avrebbero permesso a Cavriglia di ottenere da parte delle Ferrovie delle significative ricadute in opere infrastrutturali da realizzarsi nel territorio per un valore di circa 22 milioni di Euro, tra queste la variante con galleria in località Porcellino; una serie di interventi di riqualificazione della viabilità nella zona tra il Porcellino e il Restone, 5 milioni di contributo destinati all’attuazione di un programma di opere infrastrutturali finalizzate a migliorare i collegamenti viari e ciclopedonali delle aree interessate dall’attività di RFI con la nuova S.R.
69 in riva destra dell’Arno; il completamento del sistema di ciclopiste di collegamento tra gli abitati di Santa Barbara e di Vacchereccia con la ciclopista in riva destra dell’Arno e la stazione ferroviaria di San Giovanni Valdarno, compreso il vicino terminal degli autobus".E ad oggi cosa si sente di dire ai suoi concittadini? "Ad oggi non è arrivato neppure un granello di terra - esclama Ferri - e chi si fosse reso colpevole di quanto viene imputato è giusto che resti in carcere perché per colpa di persone così si blocca un Paese con ricadute gravi sui cittadini del territorio.
Deve passare il messaggio che chi ha sbagliato deve pagare tutto secondo la legge".Enzo Brogi, oggi consigliere regionale ricorda così quegli anni "Vivevamo una situazione molto complessa legata alla escavazione della lignite che stava esaurendosi ed aveva mosso milioni di metri cubi di terra. Pensiamo che allora furono abbattuti villaggi e spostate case, l'idea quindi che nei grandi crateri potessero arrivare 2 milioni e mezzo di metri cubi di terra era una cosa di scarsa rilevanza geologica.
A Santa Barbnara si può arrivare attraverso la rete ferroviaria e le terre sarebbero potute arrivare senza ingombrare le strade, questo rendeva anche la cosa praticabile, ma ponemmo subito una condizione che il terreno avesse caratteristiche chimiche e di sicurezza ambientale compatibile con il nostro territorio, ed affidammo ad Arpat il compito di valutarle. Il mio compito finì qui, disponibilità ma attenzione e certezze sulle analisi".E dopo 18 anni cosa è accaduto? "Grazie alle amministrazioni che si sono succedute si è contribuito alla riqualificazione del territorio.
Oggi l'area si è modificata, sono nate attività sportive, agricole, turistico ricettive che si sono insediate e ben definite, penso ai campi da golf anche. Se i terreni avranno caratteristiche di sicurezza e se gli spazi sono sempre disponibili credo permanga la disponibilità ad accettare le terre della Tav".Ivano Ferri al termine del proprio mandato definiva l'arrivo delle terre "Una opportunità, a patto però che vi fossero i controlli e le garanzie necessarie.
Abbiamo chiesto - ricorda l'ex sindaco - che la caratterizzazione avvenisse sul posto, a Cavriglia, prima di mettere le terre a dimora, come se si trattasse di bonificare un terreno. Non ci interessava che fossero buone all'uscita dalla galleria. Abbiamo chiesto i controlli, in ogni caso, anche sul posto e se non rispondessero al requisito di terre agricole, allora dovranno essere rispedite al mittente".Girolamo Dell'Olio non è mai stato convinto della procedura però "Dico a Ferri ed a chi lo ha succeduto ed oggi amministra Cavriglia che la caratterizzazione è bene che avvenga prima della partenza se non altro per una questione ben precisa; si è detto che le terre viaggeranno su rotaia per arrivare a dimora.
E se a quel punto non fossero buone che faranno? A quel punto dovrebbero andare in discarica e le discariche sono servite dalle ferrovie? Non credo proprio e così si verrebbe a creare il problema di dover trasferire il rifiuto speciale su gomma, con tutto ciò che ne consegue per il rischio ambientale".La questione "Terra Nostra" come l'abbiamo chiamata, si è intanto risolta? No, il Centro Nazionale di Ricerche se ne è occupato, ma la questione è molto discussa poiché non solo i parametri europei non coinciderebbero con quanto riscontrato in Italia, ma a Firenze, basta poco per insinuare dubbi che dovrebbero essere, a questo punto dei fatti, superati ed inesistenti.Nell'inverno 2014 ad esempio Idra segnala ad Arpat il transito di camion scoperti all'interno del corridoio attrezzato ovvero l'infrastruttura transitabile sia da mezzi gommati che ferroviari, lunga circa 2 km, che collega l'area dove viene scavato il “Camerone” della nuova Stazione AV fra via Circondaria e viale Corsica con l'area adiacente la Stazione di Firenze Rifredi in località Il Lippi.
I tecnici del Dipartimento ARPAT di Firenze eseguono un sopralluogo, durante il quale apprendono che: "I camion caricati nell’Area del “Camerone” percorrono il corridoio attrezzato fino alla pesa, posta poco prima del cancello di uscita. E' la pesa a decretare l'uscita o meno dei mezzi a seconda del carico trasportato". I mezzi fotografati da Idra secondo Arpat "Sono riconducibili a trasporto di fanghi di risulta, e quindi non potenzialmente polverulenti.
Da quanto riferito la copertura dei mezzi avviene, come prassi, solo dopo la pesa in Località Tre Pietre, prima dell’immissione degli stessi nella viabilità cittadina".Detto questo, i camion devono viaggiare coperti oppure no? "Il Piano Ambientale della Cantierizzazione - ha spiegato Arpat - prevede, a pagina 202, che “il materiale trasportato via gomma verrà opportunamente coperto”. Nonostante non sia esplicitamente scritto, il contesto in cui la frase viene espressa, fa ritenere che la copertura dei mezzi debba essere adottata anche per la circolazione in area di cantiere, e quindi anche sul corridoio attrezzato".
Di tali conclusioni è stato informato l'Osservatorio Ambientale, che nella riunione del novembre 2014 ha ritenuto opportuno chiarire che "tale prescrizione va intesa come vigente anche all'interno del corridoio attrezzato”. Insomma sino a pochi mesi fa non era chiaro neppure questo passaggio della normativa.