Firenze, 23 settembre 2020- “Riteniamo gravi le parole del Presidente della Fiorentina Commisso, che in merito allo stadio Franchi è arrivato a parlare di “distruzione” e ricostruzione ex-novo. Come Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori riteniamo che la via più appropriata sia quella che suggerisce da mesi l’Ordine degli Architetti di Firenze, ossia la strada del confronto tra tutte le realtà coinvolte e quindi società,Soprintendenza, ministeri e istituzioni. Solo in questo modo, si può arrivare a definire quale possa essere la migliore riqualificazione possibile, nel rispetto di tutte le esigenze e dei vincoli esistenti. Sulla base di quanto emergerà dal confronto si potrà procedere con un concorso internazionale di architettura a due gradi” così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti, Conservatori.
“Abbiamo letto le dichiarazioni del presidente della Fiorentina Commisso sul Franchi, che preferiamo non commentare nemmeno. Vogliamo però ricordare al sindaco Nardella quanto da lui stesso dichiarato nelle scorse settimane, riportato anche dalla stampa, quando sosteneva che 'credo che nessuno, nemmeno i tifosi, voglia che il Franchi venga completamente raso al suolo. Questo è un impegno che mi sento assolutamente di prendere perché ogniqualvolta sono emerse proposte, idee, progetti da parte della Fiorentina sullo stadio, non ho mai sentito parlare di distruzione o devastazione del Franchi'. Siamo quindi certi che il Comune di Firenze manterrà ferma la sua posizione e vorrà riportare ordine dopo le ultime affermazioni di Commisso, in cui si parla invece di 'distruggere e rifare da capo'” È quanto sostiene anche l'Ordine degli Architetti di Firenze, che ormai da tempo, nel lungo dibattito che si è sviluppato in città sullo stadio, si è detto favorevole al restauro del Franchi, nella virtuosa direzione del recupero di un bene nel segno della riqualificazione che ne attualizzi l’uso alle esigenze contemporanee, ma che ha già ampiamente espresso le proprie perplessità riguardo al testo di un emendamento “che genererà certamente lunghi contenziosi legali: il testo, così come è stato approvato, rende impossibile un percorso amministrativo chiaro e fluido, ma soprattutto obbliga il proprietario (in questo caso il Comune) ad assumersi la responsabilità del risultato finale”, viene spiegato. “In ogni caso, in attesa che il sindaco ribadisca l'impegno preso e di conoscere quello che vorrà fare la proprietà della Fiorentina, se abbandonare la 'strategia della ruspa' per indirizzare magari le proprie scelte su terreni incolti nei quali la ruspa non serve perché non c'è niente da demolire, si ripropone comunque la questione di Campo di Marte e il Comune dovrà finalmente decidere cosa fare.
La nostra proposta rimane la stessa: si faccia un concorso internazionale e il Comune di Firenze, proprietario dello stadio Franchi, dimostri che si può fare un ottimo progetto per uno stadio all'avanguardia e sicuro, nel quale i calcinacci siano solo un lontano ricordo”, conclude l'Ordine degli Architetti di Firenze.
“Demolizioni del Franchi? Non scherziamo, non starei nemmeno a parlarne. La messa in sicurezza e l’adeguamento sismico sono assolutamente possibili. Ma per lo stadio credo sia necessario altro, un progetto complessivo sulla viabilità e la garanzia di poterlo raggiungere in maniera adeguata e sicura”, così Giancarlo Fianchisti, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Firenze, è intervenuto questa mattina a Lady Radio sulla questione stadio commentando le parole del presidente della Fiorentina Rocco Commisso. “Sono necessari posti auto, tramvia, soluzioni sulla viabilità e anche un parcheggio interrato se ci sono le condizioni giuste.
L’importante è fare un progetto integrato: è inutile fare uno stadio bellissimo, quando fuori è un disastro”. Lo stadio a Campi, “presenta di certo molti meno vincoli rispetto a Campo di Marte, ma non sta a noi entrare in queste scelte”
"Vae victis, guai ai vinti -interviene anche il comitato I Fiorentini per il Franchi- Come Brenno re dei Galli prima di mettere Roma a ferro e fuoco, Rocco Commisso ha dettato la sua legge gettando sulla bilancia della storia dell’architettura il proprio, pacchianamente esibitissimo, pacco di miliardi. E con aplomb diplomatico da montagna calabra ha dichiarato alla stampa: Distruggerò il Franchi.
Se non mi sarà concesso, porto la Fiorentina sul Bisenzio e vi lascio il rudere. Noi Comitato Fiorentini per il Franchi, modestamente, l’avevamo previsto, a parte una sola novità: da autentico, occhiuto intenditore, il simpatico tycoon calato dagli States ha scoperto, neanche a dirlo, che il glorioso impianto di Campo di Marte non è il Colosseo né Palazzo Vecchio e che pertanto può essere tranquillamente abbattuto. Da qui anche un inedito sillogismo degno di Socrate: è consentito radere al suolo tutto ciò che non è Colosseo o Palazzo Vecchio. Nella sostanza si è impennato il livello dello scontro con le istituzioni.
Per Commisso è scoccata l’ora fatale delle decisioni irrevocabili e con ferrea intenzione di spezzare le reni al Franchi, ieri ha incontrato il sindaco per consegnare la dichiarazione di guerra. Preso in contropiede dopo settimane di seducenti moine e pronostici che a Commisso hanno fatto un baffo, Nardella ha diffuso un comunicato grondante delusione, ma di tono interlocutorio. Incontrando i giornalisti il patron Viola ha invece messo subito in chiaro la faccenda: ruspe e uno stadio a Campo di Marte nuovo di zecca, più centro commerciale e albergo.
Tutto a sua misura e di sua proprietà. O così o Campi Bisenzio. Appuntamento fra due mesi dal ministro Franceschini per l’ultima parola. Domanda: può Firenze, può il governo della Repubblica trattare su basi che umiliano i nostri capolavori insieme ai funzionari dello Stato? E’ onorevole cedere prestigio di secoli e dignità nazionale per qualche centinaio di milioni? A noi pare di no. Commisso sta usando modi e parole che possono affascinare qualche tifoso tra i più ciechi, ma che sono fondamentalmente irricevibili. Da tutto ciò la proposta: a ricatto, ricatto e mezzo.
Commisso traslochi pure la Fiorentina nel contado. Sappia però che, oltre allo stadio e agli altri impianti, dovrà pagare di tasca propria anche le infrastrutture di collegamento con Firenze: strade, ponti, metropolitana e le spese per ogni servizio fornito dalla collettività, compreso il presidio di carabinieri e polizia durante le partite. Per conto nostro possiamo già invitare allo sciopero la tifoseria più orgogliosa: la Viola possiamo sempre seguirla in tv in attesa che Firenze crei una nuova squadra che abbia al Franchi la sua sede".
“Il Franchi non possiamo demolirlo, è chiaro a tutti, quindi è nostro dovere valorizzarlo e riqualificare la zona circostante anche con un concorso internazionale di idee che è stato annunciato, ma mai davvero realizzato. E’ il momento di farlo”. Così Roberto D’Ippolito, avvocato e presidente della Fondazione Polita,Ora! interviene in merito alla questione dello stadio. “La discussione in corso, anche le proposte di modifica della legge, devono andare in un’unica direzione: tutelare il bene architettonico.
Capiamo le esigenze economiche, ma queste non possono passare sopra a un simbolo della nostra città” “La riqualificazione dell’intera area passa indiscutibilmente da una nuova utilità dello stadio Franchi - continua D’Ippolito - Una funzione che dovrà essere realizzata in armonia con il quartiere, che sia garanzia di vivibilità e decoro per i suoi abitanti. Per farlo è necessario il contributo di tutte le realtà istituzionali ed economiche della città per costruire un progetto che renda questa zona di Firenze più bella e verde”