Firenze 20/04/2021– Preoccupa lo stato infrastrutturale e ambientale della Srt 429. I consiglieri metropolitani della Lega nel Centrodestra Alessandro Scipioni e Cecilia Cappelletti sollecitano una risposta della Città Metropolitana per una richiesta di accesso agli atti presentata il 4 gennaio scorso, "con riferimento all'apertura del IV lotto della Srt 429" e specifiche prescrizioni, nel 2004, del Circondario Empolese Valdelsa in ordine a "una valutazione tecnica mirata all'incidentalità".
"Accertato che nel Consiglio comunale di Castelfiorentino del 17 dicembre 2020, su apposita interrogazione, il Sindaco Falorni afferma che tale valutazione tecnica è stata adeguatamente redatta - spiegano i consiglieri - abbiamo chiesto l'accesso agli atti per la copia di questa valutazione tecnica in possesso della Città Metropolitana". Il 3 marzo scorso Scipioni ha chiesto ancora l'accesso agli atti agli uffici della Metrocittà "che hanno invitato a loro volta a sollecitare direttamente il commissario regionale, cosa che abbiamo fatto il 9 febbraio inoltrando la richiesta al Comune di Empoli. Non abbiamo ancora avuto risposta. Crediamo inoltre, soprattutto in questa fase, sulla 429 in special modo, al di là di qualsiasi polemica politica, sia necessaria la massima trasparenza e la massima sollecitudine nel rispondere a qualsiasi richiesta di approfondimenti su qualunque aspetto dell'opera".
“Parrebbe essere -afferma Elisa Montemagni, Capogruppo in Consiglio regionale della Lega- uno dei personaggi chiave della grave vicenda che, da qualche giorno, è giustamente alla ribalta della cronaca nazionale.” “Eppure-prosegue il Consigliere-il fidato Capo di Gabinetto del Presidente Giani, Ledo Gori, è attualmente in ferie forzate, ovviamente retribuite e sembra stia instaurando un vero e proprio braccio di ferro col suo datore di lavoro.” “Il rapporto tra Giani e Gori-precisa l’esponente leghista- è per definizione fiduciario ed in questo genere di rapporti non esistono mezze misure; se la fiducia esiste, il Presidente deve allora difenderlo fino in fondo, se invece non c’è più deve mandarlo a casa immediatamente.” “Una domanda-sottolinea la rappresentante della Lega- sorge, dunque, spontanea: come mai tutta questa titubanza?” “Sarà uno dei quesiti -conclude Elisa Montemagni- che gli porremo fra pochi giorni in Aula.”
“Ledo Gori non è stato né sospeso né rimosso. Il Capo di Gabinetto del governatore Eugenio Giani è stato addirittura premiato con 10 giorni di ferie. Gori è accusato di corruzione nell’ambito di una delle inchieste più sconvolgenti della storia della Regione Toscana. Un’inchiesta che vede coinvolti imprenditori, politica e criminalità organizzata in una commistione altamente tossica per i cittadini toscani. L’incarico di Gori è un incarico fiduciario del Presidente, conferitogli col Decreto n.
127 del 8/10/2020 e per essere cancellato bastano 5 minuti! Non servono iter lunghi giorni. Chiediamo al Presidente Giani di prendere una strada chiara: o fa il garantista e difende la sua scelta fino a conclusione dell’iter giudiziario, o fa il giustizialista e lo rimuove immediatamente dal suo incarico. Non possiamo accettare che faccia ‘il Giani’, ovvero che si arrampichi sugli specchi, barcamenandosi tra le due soluzioni, inventandosi prima una ‘sospensione’ che non esiste e - dopo che glielo abbiamo fatto notare - 'premiandolo' con 10 giorni di ferie”.
Così Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale toscano.
“Sarà la Magistratura a chiarire se nella nostra Regione ha agito una associazione a delinquere di stampo mafioso dedita al traffico illecito di rifiuti. Però adesso la politica, ed in particolar modo il Presidente Giani, non può sottrarsi dal dovere di fare chiarezza. Il governatore deve rispondere ad una semplice domanda: durante l’ultima campagna elettorale ci sono stati esponenti del Pd e imprenditori che gli hanno fatto pressioni affinché Gori fosse confermato Capo di Gabinetto? Il presidente Giani deve spiegare, non tanto a noi, quanto a tutti i cittadini toscani, cosa significhi 'essere generosi con la politica'.
Ricordiamo che l'Associazione Conciatori, che vede i propri vertici tra gli indagati dell’inchiesta, è il secondo finanziatore della campagna elettorale di Giani. Su questo il Presidente non sembra intenzionato a voler fare chiarezza, intanto l’unica certezza è che Ledo Gori si godrà un lungo ponte di primavera in ferie retribuite dalla Regione Toscana” conclude Torselli.
Intanto la società Scapigliato Srl smentisce presunti "incontri segreti" avvenuti fra il suo Presidente, Alessandro Giari, il Presidente Rossi e Maccanti, nell'ambito dell'inchiesta Keu e 'ndrangheta in Toscana. Il riferimento ai presunti incontri segreti è apparso in un articolo del Tirreno, cronaca Toscana, di oggi.
“Le risposte che il Presidente della Regione della Toscana ha fornito, tramite stampa, in merito alla sospensione ed all’avvio dell’iter di revoca della nomina del suo Capo di Gabinetto sono ridicole. Un tentativo di minimizzare una vicenda gravissima e senza precedenti, che è la spia di un problema enorme. Il condizionamento, se non l’imposizione, di interessi privati nelle Istituzioni. Altro che ferie o ritiro delle deleghe, Eugenio Giani deve chiarire perché non risolve il contratto del suo Capo di Gabinetto. Se volesse davvero, la legge prevede di firmare un decreto di revoca. Non firmandolo lascia pensare che non può e non se la sente. E’ forse ostaggio di qualcuno?” attacca Paolo Marcheschi, dirigente nazionale di Fratelli d’Italia ed ex Capogruppo Fdi in Consiglio regionale.
“La legge regionale sull’ordinamento del personale è chiara: “il contratto può essere altresì risolto in qualunque momento da parte del Presidente (..) in tale caso il dipendente cessa immediatamente il proprio servizio (art. 42 c.2 della L.R 1 /2009 ). Quindi, il capo di gabinetto, non solo non ha deleghe (come letto su alcuni giornali), si occupa della Segreteria Politica del Presidente, delle relazioni interne ed esterne. La sua è sostanzialmente una nomina fiduciaria, e “può essere rimosso in ogni momento (art.42 L.r. 1/2009)”.
Giani dica chiaramente se qualcuno gli ha imposto di non licenziare il suo Capo di Gabinetto (cosa gravissima!) o se non ritiene di doverlo licenziare, scegliendo deliberatamente di non difendere il buon andamento della Regione e l’operato dei suoi dirigenti onesti. Gori non vuole dimettersi? Giani rescinda il contratto, se davvero lo vuole!” incalza Marcheschi.
“Inoltre, anche la risposta che Giani ha dato sulla fantomatica sospensione e passaggio delle fantasiose deleghe dal suo Capo di Gabinetto al Direttore Generale della Regione, fa capire il livello di “dilettanti allo sbaraglio” a cui è affidata la Regione –sottolinea il dirigente nazionale di Fdi- Il Capo di Gabinetto non ha deleghe ed è cosa ben distinta dal Direttore Generale che coordina la macchina amministrativa ed è figura di raccordo con gli uffici regionali. Qualora Giani volesse attribuire al Direttore Generale funzioni particolari di rilievo istituzionale deve farlo non a parole, ma con un decreto per stabilire le ulteriori competenze. Che non mi risulta abbia fatto. La Pubblica Amministrazione parla con gli atti, non con i comunicati stampa.”
“Giani abbia il coraggio e si assuma le proprie responsabilità, dimostri di essere trasparente e libero nella difesa degli interessi pubblici. Il dubbio che in Regione ci siano altri Dirigenti complici, che hanno fatto finta di non vedere, va fugato subito con grande fermezza – chiede Marcheschi - Le accuse sono pesantissime e non coinvolgono le singole persone o il Pd, ma la credibilità e l’imparzialità dell’Istituzione Regione Toscana, potrebbero scatenare un effetto domino. Considerato che il Commissariamento, previsto per gli enti locali, non è previsto per la Regione, ho scritto al Prefetto per capire quali misure sia opportuno mettere in atto per tutelare la Pubblica amministrazione ed i cittadini dal rischio di infiltrazione mafiosa nella Regione”.
“Le cronache di questi giorni sembrano aver soltanto sollevato il coperchio del pentolone dove ribolle il minestrone degli interessi illeciti che gravitano intorno ai rifiuti in Toscana. Più si entra nel dettaglio degli atti autorizzativi più ci si rende conto che le cose non tornano e pare alquanto strano che alcune discariche invece di ottenere la chiusura ottengano al contrario deroghe e ampliamenti.” afferma la Consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle Silvia Noferi.
“Per questo oggi, dopo aver letto le poderose relazioni della sezione Arpat di Arezzo del 24/09/2020 e del 02/03/2021 relativamente alla discarica di Podere Rota a Terranova Bracciolini, ho scritto un’interrogazione alla Giunta per sapere come mai l’Assessore all’Ambiente Monia Monni in data 19 aprile 202, in una intervista video rilasciata a ValdarnoPost.it, ha dichiarato di non avere le prove che la discarica sia la fonte dell’inquinamento della falda sia superficiale che profonda.
Dalla lettura delle relazioni Arpat l’Assessore o chi per lei, avrebbe dovuto trarre soprattutto la preoccupazione di mettere in sicurezza il territorio e la popolazione, richiedendo non solo la bonifica al gestore ma anche fermando immediatamente l’iter autorizzativo dell’ampliamento.
Dalle dichiarazioni di Monni più che argomentazioni valide, par di intravedere il solito scaricabarile delle competenze: “la Regione Toscana non gestisce lo smaltimento dei rifiuti speciali che sono a libero mercato” ma l’autorizzazione all’ampliamento è stato rilasciato dalla Regione, il Provvedimento Unico Autorizzatorio Regionale e la cosa non può lasciare dubbi né tentennamenti.
La cosa che invece pare dubbiosa è chi fra Regione e Provincia sia competente per emettere la diffida con ordinanza al gestore per obbligarlo alle bonifiche e nonostante le sollecitazioni ufficiali di Arpat e del Sindaco di San Giovanni Valdarno, ad oggi tutto tace, come nulla fosse.
In attesa della risposta dell’Assessore – conclude Noferi - le prove fin qui raccolte a noi sembrano sufficienti a far venire seri dubbi su come l’Assessorato e la Direzione Ambiente lavorino sui dossier scottanti in tema di rifiuti, specialmente nella zona del Valdarno che ha visto recentemente strani incendi e strani collegamenti con la criminalità organizzata.”
"Venerdì prossimo ci sarà l’ultima udienza dell’inchiesta pubblica – aggiunge Tommaso Pierazzi consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle di San Giovanni Valdarno - alla luce delle ulteriori criticità evidenziate da Arpat Toscana, diventa inevitabile bloccare il procedimento di ampliamento.”