Il capoluogo toscano ha predisposto fioriere con panchine al posto delle barriere jersey di cemento e propone di esportare questa filosofia in altre città italiane dove sono stati sistemati, dalle Alpi alla Sicilia, nelle strade i classici jersey stradali che il primo cittadino di Firenze definisce "orribili"."Non dobbiamo cedere al ricatto dei terroristi e lasciare che le nostre città si trasformino in bunker militari" esordisce Dario Nardella sui social network rilanciando il Modello Firenze ed aprendo alla partecipazione pubblica. Un progetto che ha suscitato ancora una volta la perplessità dei fiorentini, scatenatisi sul web ed anche sulla nostra Pagina Facebook dopo la pubblicazione dell'articolo "Piante e panchine contro il terrore": molti però i commenti positivi di quanti attendevano da tempo un arredo urbano funzionale, a prescindere dall'allerta terrorismo.
Mancavano, infatti, fiori e panchine nel centro storico più frequentato del mondo. "Abbiamo bisogno di più sicurezza senza rinunciare alla bellezza e alla nostra identità. Per questo proseguiamo con il progetto di difendere la città con piante e fioriere attraverso soluzioni ugualmente efficaci, al posto di orribili barriere di cemento armato che ricordano i check point. Con l'architetto Stefano Boeri, che ha lanciato per primo l'idea, partiamo oggi con un team di esperti dell'Università, architetti, vivaisti, designer, per individuare le linee guida di un concorso di idee. Tutti potranno contribuire proponendo soluzioni estetiche, logistiche e tecniche adatte a Firenze e alle altre città, partendo dalle indicazioni pervenute dal Comitato per l'ordine e la sicurezza.
Via con il "modello Firenze"!" conclude.Per alcuni il "Modello Firenze" sarebbe un brand che risulterebbe forzato, applicato ad ogni novità inserita nel contesto nazionale potrebbe finire per rendere antipatico il popolo fiorentino. Resta dunque da vedere se l'allestimento sarà copiato.