Bere è una necessità per tutti, ma in alcune categorie di persone è indispensabile prestare ancora più attenzione alla modalità e alla quantità di acqua assunta. Quella dei bambini è da sempre considerata la tipologia a maggior rischio disidratazione: per questo è ancora più importante assicurarsi che bevano frequentemente e a sufficienza, al fine di reintegrare i liquidi e i sali minerali necessari al loro organismo e alla loro crescita.
E’ risaputo che nei bambini il senso della sete è meno sviluppato che negli adulti, ecco perché è fondamentale educarli a bere correttamente fin da piccoli, in modo che il semplice gesto di avere con frequenza un bicchiere o una bottiglietta di acqua in mando diventi per loro abituale, parte normale della loro abitudini quotidiane. I genitori e gli insegnanti sono il primo esempio per i bambini, è dalle loro raccomandazioni e anche dai loro stessi comportamenti che parte l’educazione dei più piccoli ad una corretta idratazione.
Bere adeguatamente, dunque. Ma come? Mai come nei mesi caldi il dilemma è: meglio l’acqua fresca o a temperatura ambiente?
Un aiuto in tal senso arriva dal Dottor Alessandro Zanasi, esperto dell’Osservatorio Sanpellegrino e docente all’Università di Bologna, che fornisce alcuni preziosi chiarimenti su quale sia la temperatura ottimale per far bere i più piccoli: “I nostri bambini sono molto sensibili alla temperatura dell’acqua che bevono. Bere acqua fredda può provocare in loro disturbi gastrici come la congestione. Per questo motivo bisognerebbe offrire loro acqua a temperatura ambiente, il più simile possibile alla temperatura corporea, preferibilmente a piccoli sorsi e in più riprese”.
“Così come non si devono immergere in acqua troppo fredda subito dopo aver mangiato, allo stesso modo i bambini non devono bere dell’acqua molto fredda durante la digestione – spiega l’esperto -Quando una grande quantità del loro sangue è interessata in questo processo, un’alterazione repentina della temperatura dell’organismo, causata dall’acqua fredda ingerita, può portare ad unosquilibrio nella circolazione, con conseguente scarso afflusso al cervello e blocco della digestione. Nei bambini gli effetti della congestione da acqua fredda possono rivelarsi dannosi quanto quelli legati alla disidratazione”.
E’ di primaria importanza ricordare che l’acqua rappresenta un costituente fondamentale del nostro corpo e che la sua proporzione nei bambini è maggiore rispetto a quella degli adulti, fino all’80% contro il 70% degli adulti. In condizioni ambientali normali, viene calcolato che il fabbisogno idrico di un piccolo tra i quattro e gli otto anni si aggira attorno ai 1.600ml al giorno, una quantità che va aumentata del 15-20% se fa molto caldo. Di conseguenza, sarà compito dei genitori far bere frequentemente i propri figli, optando per un’acqua oligo-mediominerale a basso contenuto di sali minerali che eviti il sovraccarico delle vie metaboliche.
Qualora si manifestasse nel bambino il rischio di deficit idrico, è essenziale, da parte dell’adulto, saper riconoscere tempestivamente i sintomi tipici della disidratazione che sono riscontrabili in stanchezza anomala, mal di testa e diminuzione e cambio di colore delle urine, che diventeranno più scure.