Firenze, 7-4-2025 - Oggi a Le Sieci (Fi) in piazza Albizi si è tenuto un presidio delle lavoratrici e dei lavoratori del Centro provinciale per l’istruzione degli adulti Miriam Makeba (CPIA2): dapprima riuniti in assemblea sindacale, i lavoratori sono poi scesi a manifestare davanti alle finestre della sede principale, "per esprimere rabbia e indignazione, nonché solidarietà, per il torto subito - si legge in una nota Cgil - da una giovane docente precaria, madre di una bambina di pochi mesi, che la Dirigente Scolastica non ha messo nelle condizioni di fruire dei permessi per l’allattamento e in relazione a questo fatto si è vista persino sanzionare".
"La vicenda - prosegue Cgil - ha inizio a qualche mese fa.
La docente ottiene un incarico di supplenza annuale e viene assegnata dal tristemente noto algoritmo delle GPS a Borgo San Lorenzo, a una cinquantina di chilometri da casa, a insegnare presso una delle sedi del Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti della provincia. Il CPIA è un’istituzione scolastica statale, che ha lo scopo di garantire a giovani e adulti privi di qualunque titolo di studio almeno il conseguimento della “terza media” e l’assolvimento dell’obbligo di istruzione; ha inoltre lo scopo di garantire ai migranti inseriti in percorsi di accoglienza o già residenti in Italia il raggiungimento di una sufficiente conoscenza della lingua italiana necessario per il rilascio del permesso di soggiorno o per la richiesta della cittadinanza.
La scuola in questione è il CPIA2 della provincia ed ha otto punti di erogazione del servizio, disseminati in metà del territorio metropolitano (l’altra metà è in capo al CPIA1), dal Mugello al Chianti fiorentino, passando per Valdisieve, Valdarno e comuni a est di Firenze. L’anno scorso gli iscritti ai percorsi di istruzione del CPIA2 sono stati ben 1350.
Tornando alla vicenda: la docente agli inizi di ottobre comunica alla scuola che intende fruire dei cosiddetti permessi per allattamento (previsti dalle norme di tutela della maternità a favore di lavoratrici e lavoratori dipendenti) grazie ai quali può ridurre l’orario di lavoro giornaliero per prendersi cura della figlia; di conseguenza presenta alla Dirigente Scolastica un’ipotesi di orario ridotto. Dopo alcune mail e telefonate per ottenere il nuovo orario, la sua richiesta cade nel vuoto e non le viene mai dato il via libera alla riduzione oraria che le sarebbe spettata. Arresasi di fronte al comportamento della Dirigente, pur di non mettere in difficoltà gli studenti, si rassegna a svolgere tutte le proprie ore di lezione e riorganizza la propria vita: chiama in aiuto la madre, residente in un’altra regione, affinché badi alla neonata nelle lunghe ore in cui lei e il marito sono al lavoro.
Passano tre mesi e solamente agli inizi di gennaio la Dirigente Scolastica realizza che la docente ha continuato a lavorare per il suo orario integrale e la accusa di averla volutamente tenuta all’oscuro del fatto che lei stava lavorando senza la riduzione per allattamento. Nonostante la docente, sostenuta dalla FLC Cgil, abbia ricostruito nel dettaglio come si fossero svolti i fatti, la Dirigente Scolastica è andata avanti per la sua strada e, invece di riconoscere le proprie mancanze, le commina addirittura una sanzione disciplinare.
La vicenda – che definire paradossale è dir poco – purtroppo si inserisce all’interno di un contesto difficile, sorto a partire dallo scorso settembre, con l’arrivo dell’attuale Dirigente Scolastica alla guida del CPIA2, dopo il quale si è generata una situazione estremamente tesa e conflittuale, al punto da spingere alle dimissioni la quasi totalità dei membri del suo staff. La situazione è via via peggiorata ed è stato richiesto più volte l'intervento sindacale per denunciare la violazione dei diritti contrattuali dei lavoratori. Inoltre sia gli enti locali sia le organizzazioni che lavorano con i migranti – invitati dai sindacati a partecipare a un incontro pubblico tenutosi lo scorso 22 marzo nella sala del consiglio comunale di Pontassieve – hanno lamentato una gestione caratterizzata da aspetti contraddittori, confusionari e controproducenti rispetto alle esigenze degli studenti della scuola.
A dimostrazione di quanto le realtà del territorio fossero già in subbuglio, alla manifestazione di supporto nei confronti della docente precaria hanno partecipato operatori e volontari delle realtà di accoglienza della zona e anche numerose ospiti migranti dei centri di accoglienza, molte delle quali giovani madri con neonati, che si sono immedesimate nella giovane docente precaria e hanno voluto assicurarle la loro solidarietà.
Dai partecipanti al presidio sono scaturite ben precise richieste, riassunte da Emanuele Rossi, Segretario Generale della FLC Cgil di Firenze: "Alla Dirigente Scolastica chiediamo di ritirare la sanzione disciplinare; all’Ufficio Scolastico – che avevamo già informato della incresciosa situazione e con cui c'era già stato un incontro per tentare di aprire una fase di confronto e dialogo con la DS – chiediamo di intervenire per restituire la serenità sia alla docente ingiustamente sanzionata sia alla comunità scolastica provata da lunghi mesi di tensioni; ai Comuni del territorio chiediamo di interessarsi maggiormente alle vicende del CPIA2, come avevano assicurato all'incontro del 22 marzo scorso".
Infine Elena Aiazzi, della segreteria Cgil Firenze, ha affermato: "Come Cgil troviamo molto grave e inaccettabile che la dirigente non si sia fatta carico di trovare in tempi congrui la soluzione che permettesse alla professoressa di usufruire del diritto all'allattamento di sua figlia, sancito dalle leggi e ribadito da tutti gli accordi, spingendola di fatto a rinunciare a tale diritto conquistato da tanti anni di lotte politiche e sindacali. Per i genitori il momento di cura di un figlio appena nato è un momento particolarmente delicato e per questo le norme sono poste a tutela della loro funzione, che devono poter svolgere in una condizione garantita e serena.
La mancata risposta della dirigente alla richiesta della neomamma per noi può configurare profili di discriminazione, tanto più se si considera che tale dirigente ha poi avuto il coraggio di applicarle una sanzione disciplinare. Poiché è inaccettabile che a discolparsi debba essere sempre chi subisce, ci impegneremo a tutti i livelli politici e istituzionali per intervenire contro un evidente caso di violazione della dignità della donna e mancato rispetto della pari opportunità in ambito lavorativo", conclude Cgil.