Firenze – “La Regione Toscana si appresta ad uno screening di massa nelle scuole toscane con tamponi rapidi e a campione, anche su chi non ha sintomi. Pronti 2 mila kit al giorno. I nostri figli saranno, dunque, tutti “testati” anche se non hanno hanno vissuto situazioni conclamate di rischio. Mi chiedo se l’obbligo sia legittimo visto che l’esecuzione di un tampone è una pratica invasiva ed è considerato un trattamento sanitario, pertanto da eseguirsi solo dopo esplicito consenso dell’interessato.
Non solo. I tamponi possono dare da una parte una falsa patente di negatività e dall’altra produrre un esercito di positivi asintomatici come sostengono alcuni noti infettivologi - dichiara il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi) - I genitori, che mi hanno contattato, sono preoccupati che si stiano legittimando delle pratiche lesive della libertà individuale.
Tanto più che il numero dei malati, non dei positivi asintomatici, è davvero esiguo. Perché allora la Regione vara questo screening di massa? Dopo le spese pazze della Regione (mascherine farlocche e ventilatori fantasma), è logico chiedersi quanto ci costerà questa ulteriore previsione di “trattamenti sanitari di massa”.
Una cosa è la prevenzione, un’altra è l’imposizione di un ingiustificato e obbligatorio trattamento sanitario”.