Un approfondimento sul ruolo fondamentale nella cultura italiana di Ardengo Soffici, pittore, scrittore, polemista e critico d’arte toscano, nata grazie alla donazione agli Uffizi di un suo autoritratto da parte degli eredi.
Afferma Eike D. Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi: “Non si è tracciata, dunque, una semplice ricostruzione monografica del maestro di Rignano sull’Arno, ma si è andati oltre ricostruendone il discorso polemico e l’impegno intellettuale attraverso opere su cui egli aveva appuntato la sua attenzione, tra le più significative, sia in senso positivo che negative, di una requisitoria che non conosceva mezzi termini, ma anzi si esprimeva sempre in toni fortissimi e decisive”
Grazie al libro scritto dall’artista, “Scoperte e massacri. Scritti sull'arte”, edito da Attilio Vallecchi nel 1919, con una raccolta di testi pubblicati, su La Voce dal 1908. Al momento della sua pubblicazione, dopo la Grande Guerra, il libro diventa fondamentale per rappresentare le due diverse tendenze quella delle avanguardie europee e quella del ritorno all'ordine.
In questa esposizione agli Uffizi si rievoca la Festa dell'Arte e dei Fiori, una mostra sui cinquant'anni d'arte italiana e europea che, tra il 18 dicembre 1896 e il 31 marzo 1897 Soffici, diciassettenne, visitò e ne fu molto colpito. Quando nel 1900 Soffici va a Parigi per visitare l'Esposizione Universalesente che solo lì può liberarsi dai limiti della e avventurarsi nella modernità.
Organizza la “Prima esposizione italiana dell'impressionismo francese e delle scolture di Medardo Rosso”, al Lyceum Club di Firenze presentava già dei lavori di Cézanne, Degas, Renoir, Monet, Pissarro, Gauguin, Van Gogh e 17 sculture di Medardo Rosso. Scrive su La Voce vari saggi e scritti sull’arte sempre attento e critico in una visione fra passato e presente mentre visita varie volte Parigi, e dopo una visita alla mostra futurista di Milano, scrive una feroce critica stroncando il movimento dove, nel 1913, decide poi di aderire, con la nascita di “Lacerba”. Soffici sarà sempre condizionato dalle fondamentali premesse cézanniane e cubiste maturate a Parigi e mai del tutto rinnegate.
La mostra a cura, come il catalogo edito da Giunti, di Vincenzo Farinella e Nadia Marchioni, è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con le Gallerie degli Uffizi, la Galleria delle Statue e delle Pitture degli Uffizi e Firenze Musei.