FIRENZE- Chissà se Padre Giuseppe Pagano, priore della basilica di Santo Spirito, si immaginava il putiferio che avrebbe scatenato con la richiesta di recintare il sagrato antistante la chiesa, al fine di scacciare il pubblico di fricchettoni, che lo occupava tutte le sere. Certo se lo immaginavano le autorità cittadine, che ora si trovano a dover dirimere una matassa politica piuttosto ingarbugliata. E se non si distinguono una per una le questioni sottostanti, sarà difficile venirne a capo. Proviamo a essere d’aiuto, facendone un elenco in ordine alfabetico.
Democrazia – Da quando in qua ha ragione chi urla di più? La piazza è uno spazio pubblico e in quanto tale la sua destinazione d’uso dovrebbe essere decisa in modo condiviso. Forse a causa del suo orecchio musicale il sindaco di Firenze predilige gli accordi. Ma prenderli con una sola parte espone al rischio di scontentarne altre. Non sarebbe il caso di avviare un tanto declamato percorso partecipativo su piazza Santo Spirito, che coinvolga residenti, esercenti e fruitori in un progetto di lungo respiro?
Distanziamento sociale – Ora che i fricchettoni sono stati cacciati dai gradini del sagrato i rischi di assembramento sono risolti? Facendo due passi per il centro non pare proprio. Gli sfrattati si sono spostati di qualche centinaio di metri, sotto la spalletta dell’Arno, alla pescaia di Santa Rosa, o forse anche sui più accoglienti gradini dei portici di piazza Santissima Annunziata. Ma a giudicare da quanto accade in altri spazi pubblici vicini, non pare che gli assembramenti si verificassero soltanto in Santo Spirito.
Con le foto scattate ieri sera documentiamo la situazione di piazza del Carmine e di piazzale Vittorio Veneto. Ma a questa redazione arrivano anche tante email che denunciano la trasformazione di bar e pasticcerie di periferia in altrettanti locali notturni con musica dal vivo e servizio ai tavolini. Per non diventare la “gazzetta del delatore” ci asteniamo da indicazioni precise, ma ci risulta che le autorità di pubblica sicurezza siano state ben informate dai cittadini.
Approfondimenti
Interessi commerciali – Adesso Santo Spirito è piena di tavolini. Se non ci si siede e si ordina una consumazione, è difficile fruire della sera in piazza. Saranno soddisfatti i gestori dei locali, ma non tutti, perché chi offriva cibo e bevande “di strada” ha perso gli acquirenti, che non hanno più un posto dove accomodarsi, nemmeno sulle panchine. Alla faccia dello spazio pubblico.
Laicità – Il sagrato, o sacrato, era uno spazio religioso nell’antichità, ma nella chiesa moderna l’attività di culto si limita all’intero del fabbricato. L’estensione di potestà affermata dal priore Pagano non ha fondamenti giuridici. Tant’è vero che i lavori di realizzazione della cordonatura li ha dovuti pagare il Comune di Firenze. Sorprende che in un quartiere dall’antica tradizione laica, come l’Oltrarno, non ci sia stato un sussulto d’orgoglio. Che ne pensa il Grande Oriente d’Italia dell’”invasione di campo”?
Lotta allo spaccio – E’ uno dei temi cari al parroco Pagano. E certamente sul sagrato la mattina si potevano contare tanti mozziconi di cicche illegali. Ma descrivere Santo Spirito come una piazza di spaccio è davvero eccessivo. Lo sanno bene le polizie, che infatti svolgono la loro quotidiana attività di prevenzione e controllo in altri luoghi della città, dal parco delle Cascine alle gradinate della stazione ferroviaria di Santa Maria Novella.
Monumenti – Tutti quei deretani appoggiati alla gradinata progettata nel XV secolo da Filippo Brunelleschi non erano un bello spettacolo. Ma allora per rispettare in modo coerente il complesso monumentale si dovrebbe riconsiderare anche la sosta delle autovetture a pochi centimetri dalle scale rinascimentali sul lato lungo della piazza. Che ne pensa la Soprintendenza?
Politica – Il priore Pagano è stato ben consigliato da qualche esperto di comunicazione parrocchiano. Ma in termini politici ha lanciato un boomerang. Le sue parole da “crociata di civiltà” non sono rimaste confinate alla chat dei fedeli e quando si “dichiara guerra” ci si deve attendere che qualcuno sarà pronto a rispondere al fuoco. E’ ciò che è successo l’altra notte con la vandalizzazione della cordonatura.
Tra i responsabili ci saranno sicuramente quei giovani, che scesero in strada anche la notte della rivolta contro il lockdown. Sui basamenti hanno tracciato il simbolo dell’Anarchia. Ma la loro consapevolezza politica non è maggiore di quella del povero parroco. La si potrebbe sintetizzare in un solo slogan: “lotta agli sbirri che non ci fanno fumare in pace”. Il messaggio politico che hanno inviato l’altra notte alla città è però chiarissimo: voglio anche loro un posto dove stare. Adesso la palla è nelle mani di Prefettura, Questura e Amministrazione comunale.
Religione – Il parroco Pagano è convinto di aver cacciato i mercanti dal tempio, ma in molti temono che abbia soltanto disperso un gregge di nere pecorelle. Tanti anni fa i ragazzi del quartiere di San Lorenzo avevano tracciato con la vernice blu la sagoma di una porta sulla facciata laterale dell’altra basilica brunelleschiana. All’epoca sui sagrati delle chiese si giocava a pallone. L’allora priore Giancarlo Setti, ne approfittò per lanciare una massiccia campagna di catechismo per i giovanissimi. Il Pagano di Santo Spirito non pare averne seguito l’esempio. Se venisse a saperlo Papa Francesco?
Residenza – Si può partire anche da un manufatto architettonico. L’importante è giungere con un’analisi approfondita a una visione globale del problema. La soluzione non è spostarlo da una piazza all’altra. I residenti di Santo Spirito hanno diritto al riposo, come quelli di via dei Benci, o di San Niccolò. Che idea abbiamo di Firenze? Che tipo di città vogliamo che sia nei prossimi decenni? Chi prova a dare risposte compiute a queste domande?