Dal primo di settembre sarà l’ospedale di Santa Maria Nuova il punto di riferimento per chi, affetto da un serio problema di obesità, ha bisogno di sottoporsi a un delicato intervento chirurgico per ridurre le numerose complicazioni patologiche correlate a una situazione di eccessivo peso.
Il Centro multidisciplinare per la terapia dell’obesità lascia l’ospedale di Careggi dov’era nato nel 1997 e approda in uno dei 6 ospedali dell’Azienda sanitaria di Firenze, quello nel cuore storico della città, in base a un proficuo accordo tra le due Aziende siglato a livello di area vasta e con l’obiettivo di garantire su scala metropolitana la disponibilità delle competenze professionali maturate in questo campo, necessarie per fare fronte a una patologia che nei paesi industrializzati si calcola riguardi circa il 20% della popolazione: tale sarebbe, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’incidenza, in costante aumento, di quanti hanno un peso patologico, ovvero sia hanno un indice di massa corporea (BMI, body mass index, o, raramente, IMC) superiore ai 40 chilogrammi per metro quadro.
Un’incidenza che ha indotto l’Oms a definire l’obesità una “epidemia globale”.Le cifre in Italia parlano di 6 milioni di persone adulte in consistente sovrappeso. Gli obesi in Toscana sarebbero 350 mila e ben 1 milione e 200 mila gli individui in eccesso ponderale.L'obesità patologica il più delle volte è associata a malattie debilitanti e pericolose, con un forte impatto anche sulla qualità di vita del paziente e di chi gli sta accanto. Non un problema estetico – o quanto meno non solo ed anche questo non è da sottovalutare, come le altre conseguenze psicologiche – ma un serio rischio per la salute con complicazioni sul piano sociale e lavorativo: difficoltà respiratorie, insufficienza venosa cronica e vene varicose, difficoltà di deambulazione, mal di schiena, dolori articolari, astenia, malattie cutanee.E poi dietro l’angolo il diabete di tipo 2, l'ipertensione arteriosa, la sindrome metabolica, epatopatie, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, dislipidemie, apnea notturna, sindrome dell'ovaio policistico della donna, anche alcune forme di tumore.
Il cuore è costretto a un surplus di lavoro e l’insufficienza cardiaca, l’infarto, l’ictus sono in agguato.La soluzione chirurgica è quella che viene presa in considerazione dopo una accurata valutazione del paziente da parte di un’equipe composta da endocrinologi, dietisti, gastroenterologi, pneumologi, cardiologi, psicologi e psichiatri.Ognuno di essi sostiene un colloquio individuale con la persona interessata ma durante un appuntamento singolo, al termine del quale c’è un consulto fra gli specialisti che poi, tutti insieme, rivedranno il paziente proponendogli il percorso ritenuto più idoneo per lui.All’intervento del chirurgo, affiancato dall’anestesista, dal chirurgo plastico, dal radiologo, si ricorre quando già sono stati scartati i percorsi medici, dietetici, psicologici o sussistono condizioni che precludono il ricorso ad esse.
In particolare la soluzione della chirurgia bariatrica viene presa in considerazione se un uomo o una donna rispettivamente con BMI superiore ai 40 o ai 35 chilogrammi per metro quadro sono obesi da più di 5 anni, hanno comorbilità come il diabete, l’ipertensione, artalgie, sindrome di apnee notturne ed hanno precedentemente fallito i regimi dietetici condotti sotto guida specialistica, hanno comportamenti alimentari stabili e non alterati, non hanno problemi di dipendenze, disturbi severi della personalità che impedirebbero loro di attenersi al regime “a vita” previsto dopo l’intervento, o, infine, patologie con ridotta aspettativa di vita.Gli interventi chirurgici consistono in bypass gastrici, diversioni bilio-pancreatiche, “restrizioni dello stomaco” (Sleeve Gastrectomy) in laparoscopia ed hanno degenze che in media variano, a seconda della gravità e salvo complicanze, da 2 a 4 giorni.La nuova struttura di chirurgia bariatrica e metabolica dell’ospedale di Santa Maria Nuova potrebbe eseguire all’incirca 300 interventi all’anno.Attualmente le liste d’attesa per questo tipo di interventi si aggirano sui 12 mesi e le due aziende «hanno lavorato congiuntamente per far sì che il passaggio avvenisse senza soluzioni di continuità nella presa in carico di tutti i pazienti».
Quelli già in lista sono stati contattati direttamente.La struttura che opererà a fianco del dottor Marcello Lucchese che dirigeva il centro di Careggi si avvarrà di un team multidisciplinare composto da 4 medici chirurghi, 1 anestesista, 1 dietista, 1 endocrinologo e 1 psichiatra.