Cosa c'è di nuovo sul piano scientifico e come si coniuga questo mondo innovativo con le scelte organizzative che siano coerenti con i bisogni dei pazienti?Anche a queste domande hanno cercato di rispondere i medici arrivati alla Leopolda di Firenze da ogni parte d'Italia ed i cui interventi sono stati coordinati dal Direttore operativo dell'Istituto Toscano Tumori, Gianni Amunni.Amunni intervistato a Nove da Firenze spiega "Rete oncologica, network e multidisciplinarietà strutturata ci raccontano che anche l'organizzazione incide sugli esiti nella lotta ai tumori come l'innovazione, senza dimenticare il ruolo forte del volontariato che prende in carico il paziente".Il tumore è un catalizzatore di attenzione, forse l'emblema della Sanità del futuro? "Il tumore per definizione finisce sotto ai riflettori con un carico mediatico ed empatico rilevante, ma si tratta di una situazione complessa che richiede certezza sulla migliore cura offerta con una guida alla conoscenza delle nuove frontiere scientifiche che però non sempre sono la soluzione.
La patologia è fatta di paure, ricerca di informazione e difficoltà nell'organizzarsi o riorganizzarsi la vita".La Toscana è stata presentata al tavolo come un Polo attrattivo per le migrazioni sanitarie."Diciamo che la Toscana con il Piemonte e forse il Veneto è stata tra le prime regioni a fare rete, tenendo insieme prevenzione-cura-ricerca ovvero l'opposto del classico Istituto Tumori, con porte di accesso sparse sul territorio ed un percorso di cura uguale, dove la ricerca e l'innovazione sono a contatto diretto con la clinica.
La Toscana ha un grande background sulla prevenzione oncologica. Elementi di forza che fino a qualche anno fa avevano un ruolo residuale.. oggi non più".Le famiglie numerose spariscono, i figli molto spesso non ci sono.. riuscirà il pubblico a sostituirsi nell'assistenzialismo? "Questo è un tema centrale che riguarda la sanità in generale. La perdita del sostegno sociale dato dalla famiglia è un problema sia per motivi di salute che per altro..
ed il paziente oncologico ancor più perché la letteratura ci insegna che non esiste il paziente oncologico ma l'intera sua famiglia. Il tumore colpisce tutta la famiglia in termini di perdita di sicurezza e di difficoltà nelle relazioni. sempre più importante sarà il sostegno sociale territoriale. L'oncologia ha un grande associazionismo che contribuisce con interventi anche forti.. e dovremo molto ragionare insieme su questo perché è cambiata la storia naturale del tumore che prima portava in breve tempo alla morte mentre ore esiste la cronicizzazione il che significa convivere con la patologia.
Cercheremo di aprire presto sportelli per far conoscere i Diritti dei pazienti che esistono e sono tutelati.. ma spesso non sono neppure conosciuti".Tessera Sanitaria Elettronica, Cartella Clinica Elettronica.. avremo pazienti sempre più digitalizzati? "Sono talmente fondamentali che il ritardo nella loro realizzazione è particolarmente colpevole. Il paziente deve essere visto da più figure professionali e fa parte oramai di un percorso che va dall'ospedale al territorio e quindi accedere alla storia clinica del paziente in ogni momento e da ogni struttura è fondamentale anche per creare un dialogo tra i medici". Il paziente costerà troppo? "Questo è il tema dei temi.
La spesa nelle cure, soprattutto oncologiche, è destinata ad aumentare perché i tumori aumenteranno in una società sempre più anziana, mentre le cure fortunatamente migliorano portando però alla cronicizzazione della malattia. Alcune cure possono essere fatte oggi anche in situazioni cliniche che fino a ieri non venivano ritenute affrontabili e si desisteva, ad esempio alcune operazioni. Come governeremo tutto ciò? Un elemento è la scelta omogenea nel campo delle cure..
non possono esserci trattamenti che variano da caso a caso a seconda magari della valutazione offerta dal professionista di turno. Dobbiamo fare poi una riflessione tra i farmaci che modificano o modificheranno veramente la prognosi e farmaci in cui si guadagna solo in giorni o settimane di vita. Io credo che dobbiamo investire molto sui primi e ragionare molto sugli altri. L'industria ultimamente si è resa disponibile con farmaci in cui il valore è sottoposto al risultato, ma dovremo condividere le modalità di investimento.
Ci sono farmaci poi che sono nati con una indicazione specifica, ed erano cari per questo, e poi sono stati usati per altre patologie ed è giusto che allora, viste le forniture maggiori, il prezzo scenda. Infine pensiamo che una buona cura palliativa può garantire a volte lo stesso risultato di una costosa cura specifica: è un tema da affrontare con serenità, sapendo di dover garantire comunque a tutti i cittadini una cura".Quindi il futuro è ancora pubblico? "In Toscana sì..
su questo non devono esserci dubbi".Alternanza Scuola Lavoro in ambito medico, se ne è parlato alla Leopolda. "Credo che si debba profondamente riformare il percorso di studi degli operatori sanitari legando l'ottima preparazione teorica che diamo con una preparazione sul campo che non sempre è sufficiente, magari inserendo nel percorso di studi temi come la sostenibilità, l'appropriatezza o l'eticità perché l'operatore sanitario si troverà sempre più ad operare in un contesto dove vari fattori giocano un ruolo fondamentale".