Firenze, 21 febbraio 2018– “Dopo 9 anni di blocco contrattuale ci ritroviamo di fronte a una proposta addirittura peggiorativa rispetto alla precedente: un copia-incolla del contratto del secolo scorso, in cui vengono riproposte le stesse indennità, anche nei centesimi, per servizi che non esistono più, senza tener conto dei cambiamenti avvenuti in questi anni.
E con deroghe circa il diritto al riposo giornaliero e aumento dell’orario settimanale fino a 48 ore anche per 12 mesi”. A pochi giorni dallo sciopero annunciato per venerdì 23 febbraio, Giampaolo Giannoni, responsabile regionale del Nursind, torna sui motivi che hanno spinto alla mobilitazione il sindacato autonomo degli infermieri, insieme ad altre sigle sindacali e altri ordini professionali.
Alta l’adesione prevista per venerdì prossimo, con disagi annunciati negli ospedali di tutta Italia, Toscana compresa, e decine di pullman pronti a partire da Firenze per raggiungere Roma, dove si terrà la manifestazione generale. “All’ospedale di Careggi, a Firenze, così come in altre realtà della Toscana – denuncia Giannoni – si stanno verificando forti pressioni nei nostri confronti: è in atto un tentativo di boicottare lo sciopero procrastinando l’assegnazione dei turni.
Ma non ci fermeremo di fronte a questo”. Gli infermieri rassicurano la cittadinanza riguardo la garanzia delle cure urgenti e indispensabili, “ma la nostra protesta – chiarisce Giannoni - è a garanzia della sicurezza delle cure rivolte alla cittadinanza. Chi si farebbe assistere dopo 12 ore di lavoro continuativo, magari in sala operatoria?”. “Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi – attacca il responsabile di Nursind Toscana - in campagna elettorale promette più investimenti e assunzioni nella sanità, ma nella sua regione ha fatto esattamente l’opposto: ha spalancato le porte alla sanità convenzionata e integrativa, finanziando ben 9 milioni di euro al privato per l’assistenza domiciliare e ha di fatto imposto il blocco delle assunzioni alle Aziende sanitarie da novembre 2017.
Delle 1800 assunzioni previste sul fronte infermieri ad oggi non siamo neppure alla metà, con 45 milioni di euro di tagli annunciati che colpiranno soprattutto il personale”. Ma anche i posti letto: “La Toscana è la regione che ha tagliato di più sui posti letto in Italia – sottolinea Giannoni – raggiungendo un rapporto di circa 3,7 posti letto/popolazione contro una media nazionale di 4,2.
Scioperiamo anche per questo”, conclude.
“A febbraio 2018 l’Azienda sanitaria Toscana Sud-Est che riunisce i territori di Arezzo, Siena e Grosseto non ha ancora liquidato i saldi della produttività 2016, venendo meno alle proprie promesse. Né ci ha ancora comunicato l’entità dei saldi. Un atteggiamento irrispettoso dei lavoratori che ci ha portato ad abbandonare il tavolo delle trattative insieme alle altre RSU”. E’ quanto dichiara Claudio Cullurà, responsabile territoriale Nursind, sindacato autonomo degli infermieri. “La comunicazione del mancato saldo della produttività, che i dipendenti aspettavano nella busta paga di febbraio – spiega Cullurà – è avvenuta questa mattina, con decisione unilaterale, per non meglio specificati motivi tecnici.
Il sospetto è che l’Azienda sanitaria stia prendendo tempo, approfittando di un periodo delicato per le RSU, destinate a rinnovarsi nei prossimi mesi. Ma non abbiamo intenzione di restare a guardare: nelle prossime settimane potremmo valutare lo stato di agitazione aziendale”.
Sono sempre stati garantiti i controlli e le visite urgenti ai pazienti di oncoematologia dell'Ospedale di Empoli. La rassicurazione arriva dalla dottoressa Luisa Fioretto, direttore del dipartimento aziendale di oncologia dell'Azienda USL Toscana centro. I follow up, i controlli, in particolare quelli annuali, sono stati tutti riprogrammati con nuovi appuntamenti comunicati direttamente ai pazienti. Le urgenze, inoltre, sia quelle segnalate agli specialisti da parte dei Medici di Famiglia, sia quelle provenienti dal pronto soccorso hanno sempre avuto un tempo di attesa pari a "zero" giorni, sottolinea il direttore della oncoemtaologia dottor Paolo Bernardeschi il quale precisa che nei mesi di dicembre e gennaio le visite, complessivamente sono sempre state tra le 30-40 al giorno nonostante l'assenza di un medico in servizio.La presa in carico dei pazienti è quindi stata sempre assicurata con i l'attivazione dei conseguenti percorsi diagnostici e terapeutici. Per quanto riguarda l'integrazione del personale la dottoressa Fioretto rende noto che il contratto per l'arrivo del nuovo professionista è già stato firmato; purtroppo, dalla richiesta del professionista all'entrata effettiva in servizio è dovuto intercorrere il necessario tempo per gli adempimenti amministrativi previsti per gli enti pubblici; il medico arriverà comunque a breve.Nessun allarme, quindi, si ritiene debba essere divulgato nei confronti dei pazienti di oncoemtaologia i quali, più di altri, hanno la necessità di essere tranquillizzati che i loro percorsi di cura non subiranno mai interruzioni, inoltre i professionisti del presidio ospedaliero saranno sempre a loro completa disposizione.
Quanto a coloro che si rivolgono alla libera professione, l'Azienda, ricorda che si tratta di una libera scelta di ogni cittadino. Si ricorda, infine, che anche nel presidio ospedaliero San Giuseppe è attivo l'Aiuto Point, il servizio dedicato ai pazienti oncologici al quale rivolgersi per l'organizzazione dei percorsi assistenziali e anche per informazioni.