Si è svolta oggi, negli spazi esterni ed interni della Basilica di San Miniato al Monte, la cerimonia per i 30 anni della morte di Giovanni Spadolini, che si è aperta con la Deposizione della tradizionale corona di alloro sulla tomba del Senatore fiorentino, ospitata appunto nel cimitero delle Porte Sante.
Sulla lapide, nel rispetto dei desideri di Spadolini, è scritto unicamente "Un italiano".
Ad aprire le celebrazioni il Gonfalone della città di Firenze, alla presenza del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, dell'Assessora all'Educazione del Comune di Firenze, Benedetta Albanese, della Magnifica Rettrice Alessandra Petrucci, e il Capogruppo Pd in Palazzo Vecchio, Luca Milani.
"Porto il saluto della città di Firenze – sono state le parole dell'assessora Benedetta Albanese - per quello che è un anniversario importante rispetto ad una persona che ha fatto la storia della nostra città. Firenze e la Toscana erano per lui una "patria dell'anima". Spadolini era un ragazzo fiorentino, che ha studiato e si è formato nelle nostre scuole. Basti pensare che all'ingresso del Liceo Classico Galileo c'è una targa che lo ricorda.
Un legame, quello con la sua città natale, che celebriamo oggi ricordandolo come uomo politico che ha saputo fare la storia del Paese, ma che ha anche vissuto intensamente il proprio territorio, e per le nostre strade ha formato il suo pensiero di storico e di politico. La Giunta Comunale presenzia oggi questa cerimonia per ricordare sia l'uomo politico nazionale che il fiorentino, consapevoli che il suo insegnamento non si è perso mai, ma che, anzi, si perpetua nell'ispirazione che ha saputo generare in chi si trova ad amministrare la cosa pubblica.
Un esempio per tutti noi."
"Ringrazio l'Università e tutte le istituzioni qui presenti che nel corso di questi 30 anni hanno dato un significato particolare alla figura di Spadolini - è stato il commento di Eugenio Giani -. Un uomo profondamente attaccato alla città, che ha al contempo avuto un profilo nazionale e internazionale tali da segnare la nostra storia. Primo sbocco proprio nell'attività universitaria - continua Giani -, nell'insegnamento. Spadolini è espressione della specializzazione nella cultura, è l'uomo che riesce a scrivere un libro in tre ore mentre è in viaggio verso Roma.
Tante saranno le pubblicazioni dedicate alla città di Firenze e al Risorgimento, che rimangono un punto di riferimento per chi deve attingere a degli studi particolari. Storico proiettato su Firenze, sull'Italia, ma fortemente calato nell'attualità, in veste di direttore di due delle principali testate d'Italia, lo Spadolini giornalista è graffiante e oggettivo, sempre animato dal suo spessore culturale. Balza agli occhi della politica nel momento in cui la gestione pubblica deve ritrovare limpidezza e credibilità.
Ugo La Malfa lo inviterà ad entrare nel Partito Repubblicano, portandolo a livelli inattesi. Spadolini diventa così un riferimento politico, l'uomo della mediazione, della laicità, il primo presidente del Consiglio non democristiano nella storia della Repubblica. Sarà quel presidente del Consiglio - e poi del Senato - capace di dare all'Italia un profilo di grande prestigio al cospetto degli Stati esteri."
"Ricordo Spadolini come un grande Professore del nostro Ateneo - ha commentato la Rettrice Alessandra Petrucci -. Il trentennale della sua morte coincide con il centenario del suo Ateneo. La sua figura è stata un riferimento anche nell'ambito dell'insegnamento. I suoi allievi lo ricordano ancora e questa è una delle soddisfazioni che lui avrebbe preferito. Spadolini era infatti un uomo di estrema umanità: sapeva mettere a proprio agio le persone, insegnare la disciplina e saper essere rigorosi, ma anche saper accettare e accogliere. Per lui la lotta per la politica era inseparabile dalla lotta per la cultura."
A chiudere la cerimonia è stato il saluto di M. Donata Spadolini, che ha parlato a nome della famiglia: "Ringrazio a nome della famiglia tutte le persone che sono qui oggi. La famiglia è presente numerosa, con la dolorosa perdita di mio fratello Guido. Se siamo tutti presenti oggi è perchè Giovanni è stato un grande zio, che ha influito nella vita di tutti noi come figura di riferimento, e che ci ha insegnato il rispetto per le istituzioni e per la Costituzione, che tutt'ora ci impegniamo a trasmettere ai nostri figli e nipoti."
Il Presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, Cosimo Ceccuti concludendo ha ringraziato la stampa e le televisioni per la particolare attenzione dedicata in questi giorni al ricordo di Giovanni Spadolini ed ha ricordato alcune delle iniziative promosse dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia nel corso dell’anno, a cominciare dalla mostra storico documentaria sull’idea “L’Italia di Giovanni Spadolini” di cui ad ottobre si aprirà la seconda esposizione “Lo storico e il giornalista”. Con uno sguardo al passato ha ricordato l’attività della Fondazione in questi 30 anni, che proseguirà con pari impegno nel futuro. Il 1925 segna il centenario della nascita del Professore fiorentino con un progetto volto ad una maggiore apertura alle istituzioni culturali, internazionali e alle Università di altri Paesi operanti in Toscana.
Una medaglia molto speciale è stata poi consegnata al presidente Eugenio Giani dal Professor Cosimo Ceccuti per non essere mai stato assente ad una sola delle celebrazioni annuali. La medaglia è una riproduzione fatta nel 1990, con il primo monumento dedicato a Giuseppe Mazzini del 1882.
Nel centenario della nascita dello statista, la Fondazione Grande Oriente d’Italia e la Fondazione Spadolini Nuova Antologia bandiscono una Borsa di studio intitolata a “Giovanni Spadolini”.