Rossi: "Il bilancio della Toscana approvato dalla Corte dei Conti regionale"

Nominati o incaricati e pensionati: quanti sono in Regione? Mugnai (FI) interroga la giunta: «Voglio l’elenco nominativo e gli esiti sulle verifiche di incompatibilità». Donzelli (Fratelli d’Italia): “Toscana in squilibrio per regali a coop e Mps. Fidi copre i debiti della famiglia del premier"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 agosto 2015 08:53
Rossi:

FIRENZE- "La Toscana non può in nessun modo essere inclusa tra le Regioni con problemi di bilancio: il nostro rendiconto dei bilanci 2013 e 2014 è stato regolarmente parificato e cioè approvato dalla Corte dei Conti regionale. I finanziamenti erogati dallo Stato centrale per il pagamento dei debiti regionali non sono stati utilizzati per nuove spese correnti o per investimenti, e vengono regolarmente rimborsati al tasso d'interesse prefissato". Lo afferma il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, in riferimento alla notizia riportata ieri dal Corriere della Sera secondo cui quasi tutte le Regioni avrebbero un buco nei bilanci che a livello nazionale potrebbe arrivare a 20 miliardi di euro. "Trovo questo fare di ogni erba un fascio, senza distinguere comportamenti diversi tra le Regioni e senza denunciare in modo chiaro chi sbaglia, un attacco all'istituto Regione in quanto tale, un attacco che alla lunga non porterà nulla di buono al Paese", aggiunge Rossi.

"Voglio invece dire a Renzi che non ha nulla da temere dalla Toscana: i nostri conti sono in ordine e non sarà per la nostra Regione che il governo dovrà trovare ulteriori risorse". "E' invece interessante – continua il presidente Rossi - una tabella pubblicata dallo stesso quotidiano (fonte Corte dei Conti) in cui si cumula il peso dei tagli alle Regioni nel periodo 2008-2015: in sette anni sono stati tagliati 10 miliardi di euro, a cui si aggiungono altri tagli alla sanità per 17,5 miliardi.

Essendo l'accesso della Regione Toscana ai fondi nazionali attorno al 7%, è facile per chiunque fare il calcolo di quanto impegno e di quanto rigore abbiamo dovuto adottare per far tornare i conti, con una qualità e quantità di servizi ancora adeguata: sulla spesa in generale s ono 700 milioni di euro in meno e sulla spesa sanitaria 1,5 miliardi in meno". "La verità – puntualizza Rossi - è che lo Stato sta massacrando la finanza locale: finora ha tutelato solo la spesa centrale e tagliato a Regioni e Comuni, che è come dire tagliare lo stato sociale (sanità, assistenza, asili nido) e buona parte della spesa per investimenti.

Noi non ci sottraiamo alle nostre responsabilità e all'esigenza di risanare i conti pubblici ma non accettiamo di essere messi nel mucchio indistintamente". "Se davvero vogliamo fare spending review in modo equo – conclude il presidente Rossi - allora si devono individuare con chiarezza i colpevoli della spesa facile. E premiare coloro che invece hanno fatto le cose seriamente, a livello locale e centrale. Solo così i cittadini potranno essere adeguatamente informati per giudicare".

“Gli ammanchi nelle casse pubbliche riguardano eccome anche la Regione Toscana. Rossi omette volontariamente di ricordare che l’utilizzo scriteriato di Fidi Toscana, come hanno sottolineato sia la Corte dei Conti della Toscana che Bankitalia, insieme ai regali alle cooperative e al Monte dei Paschi, sono i motivi che hanno portato alla situazione di squilibrio. Il governatore e il premier Renzi, i cui debiti delle aziende di famiglia sono stati ripiantati proprio da Fidi, fanno finta di litigare su tagli e riduzioni delle spese, ma in realtà sono due facce dello stesso problema: tagli e tasse ai cittadini, sprechi e regali alla casta e agli amici”.

Così il capogruppo in Regione di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli interviene sul dibattito sui conti pubblici delle regioni. “Premier e governatore si ostinano a tenere aperta la finanziaria della Regione come balocchino per gli amici degli amici del Partito democratico, e ad elargire fondi per aiutare banche e cooperative amiche - sottolinea Donzelli - tutto mentre ci sono piccoli e medi imprenditori onesti che falliscono o che fanno sacrifici per portare aventi le loro aziende. Ecco perché il Paese fatica a ripartire e a far quadrare i conti: è l'ora di finirla di regalare soldi pubblici a questi soggetti - conclude Donzelli - basta tagliare questi privilegi per risolvere il problema dei bilanci”. 

Ma quanti sono, ad oggi, incaricati e nominati all’interno della Regione Toscana che sono però pensionati e dunque incompatibili rispetto alla normativa vigente? Anzi: quanti sono, tutti quanti? E quali gli esiti delle verifiche sulla loro posizione di compatibilità o meno rispetto all’incarico o alla nomina? A chiedere l’elenco dettagliato completo attraverso un’interrogazione è il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Stefano Mugnai che alla giunta domanda specificamente «l’elenco nominativo degli incarichi e delle nomine effettuate dal 24 giugno 2014 dal Presidente, della Giunta e dal Consiglio, con l’indicazione per ciascuno dei nominativi degli esiti della verifica compiuta circa l’insussistenza delle cause di incompatibilità di cui in premessa». Proprio in premessa risiede la spiegazione del perché Mugnai si interessa proprio da quella data lì: il punto è che, si legge nell’atto, il 25 giugno 2014 è entrato in vigore il decreto legge 90 del 2014 che introduce, scrive Mugnai «nuove disposizioni in materia di "incarichi dirigenziali a soggetti in quiescenza", modificando la disciplina […] e prevedendo alcuni nuovi divieti».

Tra questi, quello di attribuire incarichi o conferire nomine a soggetti collocati in quiescenza, ovvero pensionati. L’intenzione del legislatore, spiega Mugnai, è quella di «evitare che il conferimento di alcuni tipi di incarico sia utilizzato dalle amministrazioni pubbliche per continuare ad avvalersi di dipendenti collocati in quiescenza o, comunque, per attribuire a soggetti in quiescenza rilevanti responsabilità nelle amministrazioni stesse, aggirando di fatto lo stesso istituto della quiescenza e impedendo che gli incarichi di vertice siano occupati da dipendenti più giovani.

Le nuove disposizioni sono espressive di un indirizzo di politica legislativa volto ad agevolare il ricambio e il ringiovanimento del personale nelle pubbliche amministrazioni». Ora, non è che Mugnai si sia messo a far le pulci alla Regione così ‘tanto per’. No: il mese scorso era stato il collegio sindacale dei revisori della Asl 12 a sollevare il caso – fino a portarlo all’attenzione della Corte dei Conti – contestando su questa base la nomina a vicecommissario della Asl 12 Versilia di Brunero Baldacchini, ex direttore generale di quella stessa azienda sanitaria.

Su quella nomina particolare già giace presso gli uffici della Regione un’interrogazione del Capogruppo azzurro che ora, però, vuole andare più a fondo sulla questione per capire se esista una condotta ripetuta ed eventualmente in che misura. L’interrogazione è a risposta scritta, ovviamente. Alla giunta ora il compito di rispondere fornendo tutta la documentazione.

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