Da ‘nonluogo', dove la gente si incrocia ma non stabilisce relazioni, ad un quartiere di nuovo da vivere e far rivivere: attraverso anche l'animazione e l'arte, con il progetto artistico "Dream" di Yoko Ono e l'eclettismo dell'austriaco Rainer Ganahl.
Prato lancia la seconda parte di "Rigerazione Pop", il progetto speciale sulla sicurezza urbana finanziato dalla Regione Toscana con 104 mila euro. La prima aveva visto protagonista a settembre la zona di via del Serraglio e via Muzzi, dove diciotto fondi che da tempo avevano tirato giù il bandone hanno riaperto ospitando per tre mesi ventuno proposte innovative diventate in sette casi attività stabili. Adesso dal Serraglio l'azione si sposta al Macrolotto Zero. Del quartiere a ridosso del centro storico, abitato per lo più da cittadini di origine cinese e denso di attività commerciali e di pronto moda, il Comune sogna di fare un distretto creativo dell'area metropolitana, vivo e vissuto dai cittadini.
L'arte e la cultura saranno il filo rosso di questa trasformazione, che si accompagnerà alla riapertura di vecchi spazi industri ali in disuso e all'inaugurazione di laboratori e residenze artistiche. La ricetta è la stessa di via Serraglio – far vivere gli spazi per renderli anche più sicuri - ma diversi in questo caso gli strumenti, in un quartiere dove si sommeranno anche gli interventi, più strutturali, del progetto di innovazione urbana, anch'esso finanziato dalla Regione.
"Anche se rispondono a bisogni diversi che vanno dalla movida sicura al controllo sociale del territorio fino alla lotta al degrado urbano, tutti i nostri progetti pilota per la sicurezza integrata – sottolinea l'assessore alla presidenza della Toscana Vittorio Bugli, stamani a Prato per la presentazione - a un certo punto incontrano l'arte. Sulla scia di straordinarie simili esperienze nel mondo, così è successo a Livorno, a Lucca, e così succede a Prato". "D'altronde – prosegue - l'arte, la cultura, la creatività sono strumenti potentissimi perché i cittadini si riapproprino di spazi vuoti e insicuri e ne facciano luoghi vivi e aperti. Il Macrolotto Zero è un vero e proprio laboratorio creativo, dove convivono tante realtà. Se l'insicurezza spinge a comprarsi una porta blindata e chiuders i, noi vogliamo creare spazi urbani che rinascono a nuova vita e invogliano le persone ad aprire invece le porte".
Il progettoL'area del Macrolotto zero a Prato , come la via del Serraglio in pieno centro, ha vissuto negli ultimi anni problemi legati alla sicurezza. Due sono i progetti messi in campo : Pop House e Pop Art, a sua volta diviso in due parti. Partner delle iniziative, assieme al Comune (e alla Regione che le finanzierà), saranno il Pin universitario di Prato, il Centro per l'arte contemporanea Pecci, le associazioni culturali Chi-na, Dryphoto, Kinkaleri, il Circolo Curiel e un'ampia rete di cittadini e attori locali.
Un luogo abbandonato e poco frequentato – è il ragionamento di partenza - tende ad essere meno sicuro. Da qui l'idea di dare spazio alla cultura, all'arte e alla socialità che diventano i presupposti per la rigenerazione del tessuto sociale e urbano.
"E' stata scelta l'area del Macrolotto Zero perché rappresenta l'anello di congiunzione con il Progetto di Innovazione Urbana PIU per la rinascita dello storico quartiere, anch'esso finanziato dalla Regione Toscana, e con le associazioni che da anni operano sul territitorio – sottolinea nel corso della conferenza stampa l'assessore Mangani - Un vero intervento di coprogettazione, che risponde alle linee strategiche di questa amministrazione che intende fare del Macrolotto Zero il distretto creativo dell'area metropolitana".
Così con il giardino della Pop House all'angolo tra via Giordano e via Colombo, spazio verde che vuole essere un nuovo punto di aggregazione per gli abitanti della zona, si aprirà in anteprima un'area che con il progetto Piu sarà poi definitivamente destinata a parco urbano.
Dal 1 giugno undici grandi cartelli con la scritta "Dream" punteggeranno via Pistoiese, via Filzi e la strade vicine. Altri due campeggeranno al Centro Pecci. Il progetto, che invita a sognare e trovare nuove chiavi di lettura della realtà, è dell'artista internazionale e icona della cultura pop Yoko Ono. Prato, con la partecipazione della Fondazione Bonotto di Molvena, lo ospiterà come Milano, Roma, Venezia e Bologna.
L'opera dell'artista Rainer Ganahl - "Please, teach me Chinese – Please, teach me italian" - inviterà invece alla conoscenza reciproca tra nuovi e vecchi residenti, mettendosi gli uni nei panni degli altri. L'artista ha ideato una linea di tessuti, prodotti da Marini Industrie, con cui confezionare diversi abiti, realizzati da Manifatture Digitali Cinemaì, e mettere così in scena una performance pubblica in cui lo scambio degli abiti da parte di un gruppo di attori di varie nazionalità diventa una rappresentazione della fluidità dei ruoli sociali e delle contaminazioni culturali tipiche delle città contemporanee.
C'è poi la ‘rigenerazione artistica' della Piazza dell'immaginario, di uno dei principali luoghi di aggregazione spontanea della zona. Lo spazio si arriccherà di una grande Pan-Chi-Na, una ‘panca di via' affacciata verso via Pistoiese, progettata e realizzata con l'associazione culturale Chi-na. La performance conclusiva del progetto di Rainer Ganahl, realizzata assieme al collettivo artistico Kinkaleri, e l'inaugurazione della Pan-Chi-Na costituiranno gli elementi centrali di un vero e proprio street festival, che sarà animato da un ampio programma di eventi e che coinvolgerà cittadini, associazioni, esercenti e imprenditori, italiani e cinesi. La festa si svolgerà il 22 giugno, parte delle iniziative del trentennale del Centro Pecci.