E' di ieri il sequestro al sito di Case Passerini, a Sesto Fiorentino, e dei laghetti dove dalla discarica di San Piero a Sieve sarebbe andato a finire in maniera incontrollata del percolato.
L'impianto a biogas della discarica di Case Passerini avrebbe presentato temperature inferiori al limite stabilito per la combustione, da questo ne sarebbe scaturita una dispersione di gas climalteranti e microinquinanti. A seguito del sequestro dell'impianto biogas di Case Passerini e dei sigilli alle vasche di contenimento nei pressi della discarica dismessa di Bosco ai Ronchi Confservizi Cispel Toscana, convoca una Conferenza Straordinaria per le 12 e 30 alla quale partecipano Franco Cristo – Dirigente impianti Alia SpA, Alfredo De Girolamo – Presidente Confservizi Cispel Toscana, Livio Giannotti – Amministratore Delegato Alia SpA e Paolo Regini – Presidente Alia SpA.In merito alle notizie relative al sequestro dell’impianto biogas di Case Passerini ed all’applicazione dei sigilli a 4 vasche di contenimento (cd.
laghetti) nei pressi della discarica dismessa di Bosco ai Ronchi,riportate dai mezzi di informazione, Alia Servizi Ambientali SpA precisa quanto segue "Prima di tutto nessuna preoccupazione per le popolazioni: come accade in questi casi, i titoli non fanno giustizia dei contenuti. Non a caso lo stesso provvedimento di sequestro, peraltro predisposto nel mese di febbraio, è stato eseguito solo ieri e consente l’esercizio dell’impianto. Alia SpA ha già provveduto, circa un anno fa, ad inoltrare alla Regione Toscana la richiesta di modifica non sostanziale per l’utilizzo di nuove torce per la combustione del biogas. Le nuove torce sono sufficienti alla combustione del biogas prodotto dalla discarica di Case Passerini che ormai tende all'esaurimento.
Nel corso degli anni la portata di produzione di biogas è diminuita; pertanto Alia ha effettuato lavori di efficientamento al fine di poter utilizzare il più a lungo possibile il cogeneratore ricorrendo, poi, e comunicandolo, all’utilizzo delle torce, comunque anch’esse troppo grandi rispetto al biogas residuo. Pertanto, l’azienda è in attesa dell’autorizzazione definitiva che permetterà l’installazione delle nuove torce, che sono già disponibili". Per quanto riguarda quelli che sono stati definiti “laghetti” della discarica di “Bosco ai Ronchi”, "Si tratta di apposite vasche di contenimento del percolato, ovvero bacini dove il percolato viene stoccato prima dello scarico nella pubblica fognatura.
Il sistema di stoccaggio del percolato si compone complessivamente di 6 bacini: due dei quali, per caratteristiche ed utilizzo, impermeabilizzati. Dal 37° anno di post gestione della discarica è anche autorizzata l’immissione diretta del percolato nel sistema di pubblica fognatura, senza cioè il ricorso al sistema esclusivo di stoccaggio, e successivamente allontanato mediante autobotti verso impianti esterni. L’ultimo conferimento di rifiuti nel sito di Bosco ai Ronchi è avvenuto il 30/09/1971.
La discarica è pertanto è chiusa da 47 anni. Secondo la normativa europea dopo 30 anni di post gestione non si parlerebbe nemmeno più di discarica".
“Alia – ha dichiarato il Presidente Paolo Regini – anche nel caso dell’impianto di biogas di Case Passerini ha seguito l’iter per adeguare e mantenere alla massima efficienza e sicurezza l’attività dell’impianto, nel pieno rispetto dell’interesse dei cittadini”.
“Da tempo abbiamo illustrato ai livelli amministrativi ed istituzionali preposti – ha dichiarato Livio Giannotti, Amministratore Delegato di Alia SpA - al rilascio ed aggiornamento delle autorizzazioni la necessità di individuare un livello adeguato che possa accompagnare la complessità gestionale e normativa del più grande operatore pubblico della Toscana nella gestione dei rifiuti urbani.”
“Le aziende di gestione dei rifiuti, così come quelle del servizio idrico, da tempo scontano purtroppo problematiche legate a vuoti normativi e di pianificazione inseriti in contesti amministrativi spesso difficili da interpretare” commenta Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana “Auspichiamo, nel rispetto del lavoro della Magistratura ed a fianco della nostra azienda associata, che le indagini si concludano rapidamente. Teniamo a sottolineare che il sistema delle imprese pubbliche rappresenta un presidio di legalità in Toscana in un settore che invece evidenzia opacità e ombre. Al tempo stesso chiediamo alla Regione di definire immediatamente un tavolo con i gestori per verificare caso per caso ed impianto per impianto le criticità, e definendo le soluzioni più adeguate ed eventuali percorsi transitori”.
«Gli impianti mancano e il poco che c’è finisce sotto sequestro». interviene il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale della Toscana Maurizio Marchetti «Non si possono limitare le politiche regionali al mantenimento di siti di stoccaggio e della poca impiantistica esistente. I sigilli apposti ieri a Case Passerini, con l’inchiesta sugli impianti di gestione del biogas, e ai quattro laghetti non impermeabilizzati dove si sarebbe disperso percolato dalla discarica di San Piero a Sieve, nonché l’attività inquirente sul trasporto di rifiuti pericolosi sono solo gli ultimi episodi di una catena che porta da un’emergenza all’altra.
Tutto senza che la Regione giochi la partita dei rifiuti che invece, se ben gestita, porterebbe ricchezza ai territori anche in senso di una diffusa salubrità ambientale». «Certo lo stoccaggio fine a se stesso non è la via giusta – prosegue Marchetti – e certo la linea ‘rifiuti zero’ con la differenziata spinta invece giusta lo è, ma non basta. Chi ha responsabilità di governo non può delegare al singolo cittadino la tenuta del ciclo dei rifiuti solo facendo sì che butti il tetrapak in un cassonetto piuttosto che in un altro.
La verità è che l’immobilismo della sinistra si deve al timore di perdere quote di consenso già in caduta libera progettando impianti adeguati e luoghi ove ubicarli». Ma se la sinistra di governo regionale non si muove, Forza Italia invece annuncia battaglia: «Dato che la Regione decide di non decidere – afferma Marchetti – interverremo noi con atti di indirizzo che indichino la dritta via ormai smarrita, se mai era stata individuata».