TOSCANA - Mentre ci si avvicina a grandi passi all'avvio della ricetta elettronica, al via ufficiale dal 1 ottobre prossimo, sono ancora molte le province con Asl attrezzate a macchia di Leopardo. Tra queste, stando alla denuncia del consigliere regionale Mugnai, anche la Asl 8 di Monte San Savino. Secondo quanto da lui stesso denunciato, i cittadini "a Monte San Savino cittadini vengono respinti e inviati ad Arezzo".
"Ma la Asl 8 non si poteva organizzare prima e meglio in vista della scadenza del 1 ottobre dopo la quale il cittadino non potrà più ricorrere all’autocertificazione del reddito per stabilire il ticket sanitario che gli tocca pagare?". In sintesi è questo ciò che il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (FI) domanda alla giunta regionale dopo aver appreso dalla segnalazione della consigliera comunale di Monte San Savino Marcella Luzzi che lì, in quel distretto sanitario, al momento nulla ancora si saprebbe di come assistere il cittadino nella verifica dei dati presenti sulla carta sanitaria elettronica.
"A quanto ci riferisce la consigliera – racconta Mugnai – i pazienti che si recano lì con la buona volontà di ottemperare alle indicazioni della Regione verrebbero invitati a recarsi di persona ad Arezzo, con costi in termini di tempo, soldi ed energie che in particolare per i soggetti anziani si annunciano proibitivi".
"A quanto risulterebbe – spiega ancora l’esponente di Fi – il personale di quel distretto sanitario fruirà di un’ora di formazione su questo argomento il prossimo giovedì.
Dopo di allora, ammesso che dalla teoria alla pratica si passi con uno schiocco di dita, alla scadenza del primo ottobre mancheranno 8 giorni lavorativi. Davvero poco. E’ la solita organizzazione che tenta di abbinare nozze e fichi secchi caricando di incombenze i cittadini già vessati da ticket, liste d’attesa e disfunzioni varie".
Allora, ecco scattare l’interrogazione in Regione: "Come si intende garantire, in così breve lasso di tempo, a tutti i cittadini di Monte San Savino (AR) l’accesso alle verifiche della propria posizione reddituale su carta sanitaria elettronica senza costringerli tutti a recarsi di persona nella città di Arezzo?", domanda Mugnai.
E ancora: "Qual è la situazione ad oggi negli altri distretti Asl del territorio aretino?" Infine: "Cosa ha impedito alla Asl 8 di Arezzo di attuare un’organizzazione e una formazione del personale in tempi compatibili al rispetto della scadenza del 1 ottobre 2014?". Già: che cosa?
Ancora il consigliere regionale Mungai, stavolta sulla questione visite ed esami in notturna e nei festivi per tagliare le attese in sanità. "Questo è ciò che, sulla scorta di quanto già avviene con successo in altre regioni quali Veneto e Lombardia, si propone la proposta di legge elaborata dal Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (FI) la quale lunedì prossimo, nella prima seduta dopo la pausa estiva, approda al vaglio della medesima Commissione IV.
"Ampliare l’orario di erogazione di certe prestazioni come alcune visite specialistiche e la diagnostica per immagini – spiega Mugnai – è un gesto di buon senso che, oltretutto, ottimizza l’impiego dei grandi macchinari. Le Regioni che hanno voluto affrontare e contrastare sul serio il problema delle liste d’attesa in sanità – prosegue – hanno attuato con successo questa misura. Noi sfidiamo la Toscana, che finora ha percorso la via degli annunci e delle delibere-civetta, a fare la stessa cosa attivando per il momento una sperimentazione eventualmente prorogabile.
Inoltre, dinanzi a un sistema che taglia servizi e preserva apparati e poltrone, noi chiediamo che le risorse necessarie a prolungare gli orari di erogazione dei servizi dal taglio della spesa sanitaria improduttiva". Soprattutto per alcune specialità, la situazione delle liste d’attesa in Toscana è ormai esplosiva: "I cittadini sono di fatto sospinti verso la libera professione – osserva il Vicepresidente della Commissione sanità – dove pagando riescono a ottenere in tempi congrui lo stesso servizio con lo stesso medico.
E’ un’ingiustizia che, per le Aziende sanitarie coi bilanci costantemente sul filo del rasoio, si rivela però remunerativa. Facile immaginare che ci sia poca voglia di intervenire con serietà per ridar fiato alle agende e garantire assistenza e cura ai toscani in stato di bisogno". Per di più, come specifica l’esponente di Fi nel testo della sua proposta di legge: "Negli ultimi due anni quasi tutte le aziende sanitarie hanno proceduto alla cessazione dei contratti con gli istituti privati convenzionati" e «tali azioni di contenimento della spesa hanno prodotto un allungamento delle liste d’attesa che grava sul cittadino e contraddice il principio di prevenzione e del diritto alla cura con equità ed accessibilità".
E’ dinanzi a questo scenario che Mugnai punta a prevedere «un ampliamento delle attività dei servizi ambulatoriali e radiologici presenti negli ospedali, nelle case della salute e negli altri distretti aziendali nei giorni feriali dalle 20 alle 24, prefestivi e festivi".
Sulla scorta delle liste di attesa, affronta anche la vicenda di un paziente che, nonostante abbia una visita urgente da effettuare, deve aspettare sei mesi.
"O come fo a aspettare tutti questi mesi per vedere l’angiologo, io che ho una tromboflebite cronica e sono invalido? A pagamento in intramoenia, ho telefonato, l’appuntamento c’era per subito ma io non posso mica! Aspetterò un po’, poi se non risolvo tramite l’Urp della Asl 8 di Arezzo mi toccherà andare al pronto soccorso". E’ così che Domenico Scatragli, classe 1938, si è rivolto per segnalare il suo caso al Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (FI).
"Queste storie colpiscono ogni volta, ma purtroppo non si tratta più di ‘casi’ bensì di ordinaria amministrazione.
Eppure, negli anni, la giunta regionale si è riempita la bocca di leggi e delibere che avrebbero dovuto garantire tempi certi e contenuti per l’erogazione delle prestazioni in regime pubblico. Parole, proclami, annunci buoni per giornali e tv. Ma poi la realtà è questa, e non tutti i cittadini possono permettersi di sostenere, in più alle tasse che già pagano anche per il sistema sanitario pubblico, la spesa per accedere a una prestazione in libera professione. L’unica altra scelta possibile rimane il pronto soccorso, su cui già grava una mole di lavoro più che sostanziosa.
Allora, chiediamo nella nostra interrogazione, l’ennesima: come si pensa di garantire a tutti i cittadini condizioni accettabili di accesso alle prestazioni in regime pubblico, contenendo nei fatti i tempi d’attesa entro i tempi fissati dalla giunta attraverso leggi, delibere e annunci mediatici? E quali sono i tempi d’attesa per le prime visite nelle specialità maggiormente richieste nella Asl 8 di Arezzo?".
Intanto, ecco la storia così come ricostruita dal signor Scatragli: "Io lavoravo alle Poste.
A furia di stare in piedi, ebbi una flebotrombosi che poi degenerò in tromboflebite cronica, una patologia che rientra nel quadro clinico che mi ha portato ad avere il riconoscimento dell’invalidità grave. Ultimamente, per dirvela tutta, ho anche sviluppato dei problemi respiratori a carico dei bronchi ma vabbè, ora non c’entra. Morale della favola, il dottore il 3 settembre scorso è venuto da me e mi ha prescritto una visita angiologica. Io a prenotare non son potuto andare di persona, ho mandato mia moglie.
Quando è tornata! Le avevano dato appuntamento per il 12 febbraio. “E io come faccio?”, le ho detto. Allora ho telefonato da me e si è disdetto per provare a sentire l’intramoenia: lì ci sarebbe stato posto anche per quella mattina stessa, o per il giorno dopo o per quello dopo ancora, ma io non posso mica permettermelo! Mi rifiuto: a pagamento non ci vo. Allora il dottore è tornato a casa e il 15 settembre mi ha fatto una nuova prescrizione a seguito della quale mi han dato appuntamento per il 5 marzo 2015.
Ho chiamato l’Urp della Asl per dirgli che quell’appuntamento lo dessero al dottor Desideri, che di certo ne ha più bisogno di me almeno per rendersi conto di come vanno le cose davvero per noi cittadini. All’Urp sono stati gentilissimi, e si stanno ancora occupando del mio caso tanto che mi hanno suggerito di richiamare venerdì e di aspettare fino ad allora prima di andare al pronto soccorso. Mi hanno detto che avrebbe dovuto telefonare il mio medico curante per decretare il mio stato di urgenza: lui l’ha fatto, poverino, c’ero io davanti, solo che dopo mezz’ora che nessuno gli rispondeva ha smesso di tentare per proseguire nella sua giornata di lavoro.
Come dargli torto?".
Pertanto il consigliere ha deciso di presentare una interrogazione. Eccola.
Interrogazione a risposta scritta (Art.
164 Reg.Int)
Oggetto: sulle liste di attesa nella Asl 8 di Arezzo per visita angiologica a pazienti invalidi e con patologie specifiche
Premesso che:
- riceviamo da un paziente segnalazione documentata (cfr.
allegati) circa difficoltà di accesso in tempi congrui a una visita angiologica nella Asl8 di Arezzo;
- il tempo di attesa prospettato al paziente, a fronte di due distinte richieste, oscilla tra i cinque e i sei mesi e risulta incompatibile con le necessità diagnostiche del cittadino, portatore diinvalidità grave e di patologie specifiche;
Rilevato che:
- in regime di intramoenia, la prestazione risulta disponibile in pochi giorni o anche nell’arco delle 24 ore, ma il paziente non vuole pagare l’intera quota prevista per la visita in liberaprofessione;
- il cittadino è intenzionato, qualora la sua esigenza diagnostica non trovi soluzione in tempi per lui accettabili, a recarsi al pronto soccorso dell’ospedale San Donato di Arezzo;
Richiamate:
- le nostre numerose interrogazioni su situazioni simili e anche quelle sulle liste di attesa peresami, soprattutto quelli prenotati a nome di pazienti disabili o comunque con esenzioni;
Il sottoscritto Consigliere regionale interroga l’Assessore al diritto alla salute per sapere
Quale sia la lista di attesa per le visite nelle specialità maggiormente richieste, al momento dellarisposta alla presente interrogazione, nella Asl 8 di Arezzo
Come si pensi di garantire a tutti i cittadini condizioni accettabili di accesso alle prestazioni inregime pubblico, contenendo nei fatti i tempi d’attesa entro i tempi fissati dalla giunta attraversoleggi, delibere e annunci mediatici
Per quali motivi le liste e i relativi tempi di attesa possano risultare più lunghi per i pazienti chehanno una esenzione per malattia, età e reddito piuttosto che per quei pazienti che non hannoesenzioni di alcuna sorta.
Stefano Mugnai
VALDISIEVE HOSPITAL COMPIE 60 ANNI ED INAUGURA NUOVI SERVIZI
Venerdì prossimo presentazione dell’ampliamento e della Risonanza Magnetica
Sessant’anni a servizio della Valdisieve, del Mugello e del Valdarno, con strumenti innovativi e tenendo sempre il paziente al centro dell’attenzione.
Valdisieve Hospital celebrerà venerdì prossimo i 60 anni della sua fondazione, e lo farà inaugurando un importante ampliamento della struttura ed un nuovo macchinario per la risonanza magnetica.
Valdisieve Hospital nasce con il nome di Casa di Cura Valdisieve nel settembre del 1954, grazie alla volontà del fondatore Salvatore Sechi. La struttura ha da subito l’obiettivo di assicurare assistenza ospedaliera, diagnostica e terapeutica programmata e di urgenza, in regime ambulatoriale e di ricovero in un’area, quella di Valdisieve, Mugello e Valdarno, in quel tempo completamente scoperta dal punto di vista assistenziale.
Partendo da allora la clinica ha sempre portato avanti l’attività, anche in convenzione, riuscendo a colmare il vuoto nel territorio di una struttura ospedaliera pubblica, soprattutto per le funzioni di pronto soccorso e chirurgia.
La grande utilità di Valdisieve Hospital è confermata dal continuo aumento dei posti letto, che, inizialmente erano 36 e che sono arrivati fino a 128.
Da subito grande importanza è stata data alla sezione radiologica e a quella del laboratorio di analisi. Attualmente Valdisieve Hospital è uno degli ospedali privati della Regione Toscana che si distingue per le aree di medicina, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia e riabilitazione ortopedica.
Per celebrare al meglio i 60 anni della struttura sanitaria, sono stati ampliati i locali di lavoro ed i servizi per i cittadini.
Ma il fiore all’occhiello nell’ambito dei nuovi servizi, è sicuramente la risonanza magnetica, totalmente aperta. L’innovativo macchinario, che è stato acquistato grazie alla collaborazione con la Misericordia di Pontassieve, permetterà di evitare tutte quelle spiacevoli reazioni claustrofobiche da sempre legate alle risonanze magnetiche. Oltre a questo l’esame sarà in un ambiente confortevole aerato e luminoso. Il nuovo strumento permetterà risonanze magnetiche a ginocchio, spalla, colonna vertebrale, gomito, piede-caviglia, anca, polso-mano con ampia disponibilità di orari.
Venerdì saranno anche inaugurati nuovi spazi con 12 ulteriori posti letto nell’area medica e una sala mensa per i degenti dell’area chirurgica, il tutto costruito secondo le più recenti tecniche e sfruttando i principi della bioedilizia.