L’esercizio finanziario 2018 della Regione Toscana, che presenta entrate e uscite definitive pari a 18miliardi e 620,33 milioni di euro, si chiude con un disavanzo di amministrazione di 2 miliardi e 268,94 milioni, derivato da un saldo finanziario di – 476,15 milioni ed un avanzo vincolato scritto di nuovo in bilancio di 1792,79 milioni di euro.
I dati emergono dal Rendiconto generale finanziario 2018, approvato a maggioranza dall’aula, con votazione per appello nominale: 24 voti a favore (Pd, gruppo misto-Art.1/Mdp), 14 voti contrari (Lega, M5s, Forza Italia, FdI, gruppo misto/Tpt)), 2 voti di astensione (Sì-Toscana a sinistra). Il disavanzo di amministrazione ha registrato un costante miglioramento dal 2015, con una riduzione di un miliardo 234,99milioni di euro in tre esercizi finanziari. Il risultato economico dell’esercizio 2018 si chiude con un utile pari a 570,84 milioni di euro, in sensibile aumento rispetto all’anno precedente che registrava 267,65 milioni di euro.
Il miglioramento dei risultati della gestione è dovuto prevalentemente alla revisione dei residui attivi, passivi e perenti, all’acquisizione a titolo gratuito di immobilizzazioni, a maggiori entrate per manovre tributarie degli anni precedenti. Il risultato economico, depurato della parte straordinaria, presenta un saldo di 326,43milioni di euro, con un miglioramento dell’equilibrio economico di 92,01milioni di euro rispetto al precedente esercizio.
La gestione dei residui si caratterizza per un saldo negativo di circa 40milioni di euro, dovuta essenzialmente alla cancellazione di alcuni residui attivi relativi alla tassa auto, versata da contribuenti toscani, ma incassata da altre regioni, che non sarà compensata per effetto di una decisione assunta in Conferenza Stato Regioni.
La gestione di competenza registra un saldo positivo di 324,44 milioni di euro. In particolare, su uno stanziamento di entrata e di spesa pari a 18 miliardi e 620,33 milioni di euro, risultano accertate somme per 10 miliardi e 922,01 milioni di euro ed impegnate somme per 10miliardi e 597,76 milioni di euro. Uno scostamento solo in parte dovuto a elementi tecnici.
Va precisato che a fronte dell’entrata accertata di 10milioni e 922,01 milioni di euro (costituita essenzialmente da imposte, tasse e tributi destinati a finanziare la sanità), risultano incassati 9 miliardi e 24,70 milioni di euro, con una capacità di riscossione in conto competenza di 82,62 per cento delle entrate accertate.
La spesa per il personale, costituito da 3mila 584 unità (contratto a tempo indeterminato, determinato, di diritto privato, comandato da altri enti) rispetto alle 3mila 596 dell’anno precedente, è pari a 123,48 milioni di euro. La spesa sanitaria trova copertura nella parte entrata dall’iscrizione di somme trasferite dallo Stato alla Regione (Irap, addizionale Irpef, compartecipazione Iva) oltre a fondi comunitari su progetti specifici, per complessivi 8 miliardi e 676,95 milioni di euro, di cui risultano accertati 8miliardi e 485,04milioni di euro e impegnati 8miliardi e 505,99milioni di euro. La differenza, pari a 20,95milioni di euro, è imputabile a vari motivi tecnici, come è stato precisato in dettaglio dall’amministrazione al collegio dei revisori.
“La pronuncia di parifica della Corte dei Conti, ottenuta nell’udienza del 23 luglio scorso, non è un atto meramente ricognitivo, né dovuto né formale, ma certifica un bilancio in ordine, sostenibile e che nessuna legge regionale determina squilibri economico-finanziari ”, ha affermato il vicepresidente della commisione Controllo, Andrea Pieroni (Pd), relatore in aula sul provvedimento. Pieroni ha ricordato che le entrate di pertinenza regionale ammontano a 8,3 miliardi di euro, con un incremento di 194 milioni sul 2017.
“Segnano un andamento positivo le entrate relative ad Irap e compartecipazioni IVA – ha osservato – e ciò senza aumenti di tasse, imposte o aliquote”. Il fondo cassa è risultato pari a 382 miloni di euro, con incremento della giacenza di 107 milioni di euro. La capacità di spesa si è incrementata fino all’86,60 per cento, così come è aumentato l’ammontare degli stanziamenti di competenza giunti a 9,3 miliardi di euro. “Sui tempi di pagamento competiamo con la Lombardia –ha aggiunto – I residui attivi e passivi sono in diminuzione”.
A fronte di un indebitamento pari a 1,9 miliardi di euro, ha rilevato che la quota pro/capite del debito regionale è pari a 502,94 euro, “meno della metà della media nazionale”, con un debito regionale pari allo 0,109 per cento del Pil nazionale” ed “una spesa del debito di 166 milioni di euro in diminuzione: erano 179 milioni nel 2017”. Dal 2015, inoltre, si fanno investimenti utilizzando la cassa (3,5 miliardi senza interessi). La capacità di indebitamento per oltre due miliardi di euro non viene utilizzata.“Una scelta politica è stata fare gli investimenti usando la cassa.
Si è rinunciato, cioè, a utilizzare lo strumento del mutuo, se non in minima parte– ha rilevato il relatore –. In un quadro complesso e difficile, da questi dati emerge con chiarezza lo sforzo costante sul contenimento e la razionalizzazione della spesa”. La spesa del personale è in riduzione, sebbene l’ente abbia circa mille e cento unità in più, provenienti dalle Province”.
Pieroni si è quindi soffermato sul disavanzo sostanziale, pari a 2,2 miliardi di euro in miglioramento di quasi 500 milioni rispetto al 2017.