(DIRE) Firenze, 29 gen. - In Toscana il centrodestra non pare ancora prossimo all'individuazione di chi contrapporre al candidato alle Regionali del Partito democratico, Eugenio Giani.
In assenza di una campagna elettorale vera e propria, però, in Consiglio regionale va in scena quella che potrebbe essere definita la disfida della bandiera. Non è piaciuta alla Lega la scelta di Giani di utilizzare anche il vessillo della Regione durante il primo discorso da aspirante governatore, andato in scena la settimana scorsa sul prato della Rocca di Federico II a San Miniato (Pisa). "Quel simbolo è di tutti e non è di proprietà di nessuno", è l'attacco sferrato dalla capogruppo del Carroccio a palazzo del Pegaso, Elisa Montemagni, che sulla questione in mattinata interpella la Giunta nella speranza di provocare una pubblica stigmatizzazione della scelta di stile gianiana.
La risposta dell'assessore con delega alla presidenza, Vittorio Bugli, gela tuttavia le aspettative sovraniste: "La bandiera non rientra fra i simboli oggetto della disciplina sui segni distintivi- taglia di netto la questione l'assessore- e non si ravvisano disposizioni di sorta che possano essere state violate dal presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani". La bandiera della Regione, conferma, "è da ritenersi simbolo del popolo toscano e in quanto tale liberamente e coerentemente esposto proprio nei momenti in cui anche in ambito elettorale a tale popolo ci si rivolge".
Montemagni, però, non demorde e bolla come "veramente fuorviante" l'interpretazione fornita da Bugli: "Non si è mai visto da nessuna parte- chiosa- che venga usata la bandiera, che secondo noi rappresenta tutto il Consiglio, per promuovere la corsa di un candidato alla presidenza della Regione". L'esponente leghista si aggrappa a una lettura più severa della legge regionale del 2015 sui segni distintivi. Fra i simboli menzionati dalla normativa c'è anche "lo stemma. E la bandiera- ricorda- rappresenta lo stemma ed è la copia calcata anche del gonfalone.
Deve rappresentare pertanto tutti, maggioranza e opposizione". L'atto compiuto dal presidente dell'assemblea toscana, in definitiva, farebbe saltare agli occhi del Carroccio il principio di imparzialita' sull'uso del simbolo andando a ledere anche il principio di terzieta' istituzionale richiesto a Giani quale speaker dell'assemblea.
Il diretto interessato, però, respinge con una metafora calcistica ogni biasimo. "La bandiera - ribatte in aula- è di uso corrente. Devo chiedere l'autorizzazione per usarla? Per caso quando c'è una partita della nazionale e 50 mila persone sventolano la bandierina col tricolore queste commettono un oltraggio? Hanno chiesto un'autorizzazione al capo dello Stato?". Giani passa poi al contrattacco sui social: "Se la Lega- scrive- e la consigliera si sentono maggiormente rappresentate dalla bandiera della Padania facciano pure. Ad ognuno la sua bandiera". Con ulteriore controreplica al vetriolo di Montemagni: "La Lega ha sempre fieramente esposto quella del granducato. Ci manca anche che qualcuno pretenda di insegnarmi il federalismo e l'autonomia e poi siamo a posto".(Cap/ Dire)