Una rapina in piena notte nella zona delle Cure, una signora sola è stata aggredita ed immobilizzata a letto con un cuscino schiacciato contro il volto mentre i ladri, entrati dal terrazzo, rovistavano in casa in cerca di oggetti preziosi. La figlia della donna derubata, sconvolta per l'accaduto, dopo essersi sincerata delle condizioni di salute della madre ed aver atteso la polizia per i rilievi del reparto scientifico, si è sfogata su Facebook "Una pattuglia della Polizia, insieme al 118, è a casa di mia madre, che è stata rapinata, aggredita e malmenata da due zingari - mi perdonerete la rinuncia al politically correct". Il post è stato immediatamente ripreso mettendolo in relazione con gli eventi che hanno segnato la recente cronaca fiorentina.
A poche ore dalle numerose reazioni scatenate sul Social e dalle centinaia di condivisioni con commenti prodotti da chi ha rilanciato l'immagine ed il post, la giovane riedita il Post e scrive "Il mio post ha ottenuto un numero di visualizzazioni e di condivisioni che mi ha - forse ingenuamente - colta di sorpresa. Avendo, altrettanto ingenuamente, impostato la privacy di questo post come “pubblica”, le condivisioni e i commenti sono in larga parte opera di persone che io non conosco. Vorrei dissociarmi da quanti in queste ore hanno scritto e continueranno a scrivere sotto il mio post insulti razzisti e parole d’odio, perché io non l’ho mai fatto e non inizierò certo a farlo ora. Vorrei che venisse evitata ogni possibile strumentalizzazione politica della terribile violenza che ha subito mia madre. Non ne abbiamo bisogno, non era mia intenzione dare inizio ad una caccia alle streghe, vorrei solo ribadire la comprensibile richiesta di sicurezza e legalità". Il post, che l'autrice dichiara non essere portatore di odio razziale, sarebbe però diventato utile per alimentare una strumentalizzazione attraverso il Social Network.Tra i commenti e le condivisioni numerosi riferimenti alla manifestazione contro il razzismo organizzata dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi e dal sindaco di Firenze Dario Nardella.
La manifestazione, già durante il suo svolgimento, ha prodotto su Facebook una serie di sfottò ai danni degli organizzatori, frasi che in alcuni casi hanno superato la polemica politica concretizzando invece quell'odio razziale che l'evento intendeva allontanare dal capoluogo toscano rivendicando l'appartenenza di Firenze ad uno spirito di tolleranza e solidarietà. L'episodio caratterizza un nuovo campanello di allarme per quanto riguarda l'interpretazione del mezzo digitale ed il linguaggio della rete.