Firenze – "“Abbiamo un contesto che evidenzia, sia a livello nazionale che regionale, un trend demografico con elementi di negatività”, “per dare un dato nel 2021 abbiamo avuto 22mila 719 parti in Toscana, mentre nel 2022 ne abbiamo 21mila 819, con una riduzione significativa”. Con queste parole l’assessore regionale alla Sanità, Simone Bezzini, ha risposto in Aula all’interrogazione sulla situazione demografica toscana e l’attività dei punti nascita del portavoce dell’opposizione Marco Landi (Lega).
“Questo - continua Bezzini - impatta anche sui 23 punti nascita attualmente attivi in Toscana, perché vi sono norme nazionali che stabiliscono una serie di standard a cui le Regioni devono fare riferimento”. L’assessore ricorda che in questa legislatura al Ministero della Salute sono state inviate due richieste per derogare alla soglia dei 500 parti: una per il punto nascita di Pescia, dove nel 2021 si sono registrati 457 parti e dove “il mancato raggiungimento della soglia dei 500 parti si è accompagnato anche ad una sofferenza di natura organizzativa, derivante dalla mancanza di personale stabile, che ha portato ad una sospensione dell’attività di quel punto nascita”.
L’assessore ha parlato poi dell’altra richiesta di deroga, avanzata per il punto nascita dell’ospedale Valdarno la Gruccia-Montevarchi che, nel 2022, ha registrato, in diminuzione, 493 parti, ma qui non c’è stata la sospensione dell’attività, perché tutti gli altri requisiti, compreso quello del personale e della sicurezza, erano rispettati”.
In attesa dell’ufficialità dei dati 2023, Bezzini ha anticipato che “confermano un trend demografico che continua a registrare un calo dei parti”, faremo tutti i monitoraggi rispetto alla soglia dei 500 parti puntando a preservare la rete dei punti nascita della Toscana e più in generale, il sistema dei percorsi nascita che anche sulla base di valutazioni delle autorità nazionali essere uno dei migliori del Paese”.
“Con il decremento delle nascite, a cui la Regione così come il nostro Paese va incontro, - ha detto Landi - occorre una risposta politica strategica”. “Al di là dei due punti nascita chiusi a Bibbiena e Piombino, si sono mantenuti, pur avendo un numero di nascite minori ai 500, quello di Portoferraio per una questione di insularità, Borgo San Lorenzo e Barga”. “Questa interrogazione - conclude Landi - vuole essere uno spunto per iniziare a trovare una strategia di intervento affinché non si creino situazioni difficili per chi deve partorire in zone lontane da ospedali”.