(DIRE) Prato, 25 feb. - Entro la fine del 2016 l''80% delle aziende cinesi del distretto Pronto moda a Prato sara'' in regola. È questa l''ambizione del "Patto per il lavoro sicuro", la campagna straordinaria di controlli anti-illegalita'' economica voluti e portati avanti dalla Regione Toscana. "I risultati raggiunti attraverso i controlli degli ispettori Asl nelle aziende sono molto positivi, ma nessuno si illude che il problema del rispetto delle regole e della sicurezza nei luoghi di lavoro sia risolto".
Lo hanno affermato il vicesindaco di Prato, Simone Faggi, e il coordinatore regionale per il Piano per il lavoro sicuro, Renzo Berti, al termine della riunione del tavolo pratese "Patto per il lavoro sicuro" che si e'' svolta oggi in palazzo comunale e alla quale hanno partecipato tutte le categorie economiche. Intanto, si comincia a guardare anche al futuro, con l''idea di arrivare a definire un progetto con il quale potenziare i controlli anche sul terreno della regolarita'' contributiva e fiscale.
"In considerazione dei dati analizzati", ha aggiunto il vicesindaco Faggi, "dal tavolo e'' emersa la necessita'' di rendere strutturale il percorso dei controlli, perche'' solo cosi'' potremo contare su un baluardo in tema di prevenzione del rischio e di affermazione di una cultura sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Affinche'' tutto questo sia possibile, il tavolo pratese ritiene necessario che la Regione Toscana stabilizzi le assunzioni di un numero congruo di ispettori". Il vicesindaco Faggi ha sottolineato anche un''altra necessita'' emersa dal tavolo.
"Ora serve un passo in piu''. Bisogna ampliare i controlli- aggiunge-, che gia'' stiamo facendo ma che vanno potenziati, alla regolarita'' contributiva e fiscale, che dovranno avere la stessa intensita'' con cui si sono fatti e si stanno facendo le verifiche sulla sicurezza". Il tavolo si riunisce con cadenza periodica e ha l''obiettivo di verificare l''andamento dei controlli attuati dagli ispettori Asl e valutare nuove ipotesi di intervento. I controlli effettuati finora in ambito di area vasta hanno interessato circa 4.000 aziende.
Al primo controllo i due terzi delle aziende sono risultate non regolari in ordine alla sicurezza", ha spiegato Berti, "e hanno ricevuto le prescrizioni Asl alle quali doversi adeguare. L''84% delle aziende hanno ottemperato alle richieste e hanno pagato la multa, con introiti che, a fine 2015, sono risultati pari a 4 milioni e 861 euro, permettendo di autofinanziare gli investimenti messi in campo dalla Regione per questa iniziativa". Secondo le stime elaborate, questi dati, proiettati in prospettiva, alla fine del 2016 consentiranno di avere l''80% delle aziende in regola.
Sorpresa, a Prato le aziende consolidano il loro patrimonio. Se una delle fragilita'' storiche del tessuto delle piccole e piccolissime imprese del distretto tessile era la cronica sotto-capitalizzazione la crisi oltre a una robusta dose di distruzione creatrice e a una trasformazione del settore ha anche comportato un rafforzamento patrimoniale insospettabile. È quello che emerge dall''analisi dei bilanci 2004-2014, il primo rapporto elaborato da Confindustria Toscana Nord, da quando gli industriali hanno unito le loro associazioni di Lucca, Pistoia e Prato.
Complessivamente, nell''area vasta che riunisce gli imprenditori di tre province, nel 2014 le societa'' di capitali manifatturiere hanno visto, in primo luogo, una crescita dei ricavi dell''1,6% e in maniera ancor piu'' sensibile del valore aggiunto, +4,2%. L''elemento maggiormente significativo, tuttavia, e'' rappresentato dalla variazione di due indicatori di capitale. Ovvero, l''autonomia finanziaria e i rapporto dept-equity, ovvero il peso dell''indebitamento sul totale dei mezzi di finanziamento.
Guardando ai bilanci dell''area vasta, l''autonomia si e'' stabilizzata dal 2009 attorno al livello del 33%, rispetto a una dato medio ante-crisi del 27%, mentre l''indebitamento e'' calato in maniera piu'' robusta dal 95% del 2004 al 70% a partire dal 2009.
In parte questo scalino viene interpretato come effetto virtuoso della norma che ha consentito la rivalutazione degli immobili produttivi, in regime di parziale esenzione fiscale. Tuttavia, una parte significativa l''hanno giocata i mezzi propri, vale a dire proprio i versamenti in azienda dalle tasche degli stessi titolari. Specialmente nel capoluogo del tessile, dove i dati sono stati ancor piu'' emblematici. Il dato dell''autonomia finanziaria e'' lievitato dal 30% del 2008 a oltre il 35% del 2014, mentre fatto 100 il patrimonio 100 del 2004, all''inizio della grande recessione il valore era gia'' lievitato a 140 per poi spingere ben oltre 160 nel 2014.
"Il problema di Prato e'' sempre stato detto, era quello di avere delle aziende piccole, sottocapitalizzate, che con l''arrivo della prima ventata di una crisi finanziaria rischiavano di essere portate via- ha affermato il presidente di Confindustria Toscana Nord, Andrea Cavicchi-. Invece, vediamo che c''e'' un investimento. Nel tessile le aziende piu'' piccole sono piu'' o meno sotto-patrimonalizzate, pero'' c''e'' una tendenza generale alla ripatrimonializzazione".
Dal punto di vista del trend del fatturato e della redditivita'' le migliori performance si riscontrano a Prato fra i produttori di filati e i tessuti speciali. Il traino principale resta l''export, soprattutto per il meccanotessile che ben poco le sue fortune deve al mercato interno. "Il manifatturiero- ha aggiunto Cavicchi- conferma una grande capacita'' di sopravvivenza e di visione del futuro". Del resto, se il progresso in tutta la Toscana Nord del fatturato e'' stato dell''1,6%, a Prato il recupero dei ricavi e'' stato decisamente piu'' marcato, +4,3%. (Cap/ Dire)