Un "Flop" questo il commento riservato ai blocchi del traffico nelle maggiori città. La salute non teme le multe? Peggio, pare che la caramella di zucchero non curi il tumore.Nulla o poco è stato fatto per sviluppare mezzi di trasporto che sfruttano le energie alternative, quelli che sono in commercio costano troppo. Per la coibentazione degli edifici idem, i costi proibitivi hanno bloccato il riadattamento delle vecchie strutture in muratura, più facile mettere in regola le nuove costruzioni.
Ma l'edilizia si è fermata.Dal punto di vista normativo invece al 31 dicembre scatta il Reset, come se fino al giorno precedente le persone avessero trattenuto il fiato.C'è chi sta peggio di noi. Basta una semplice frase a volte per sopire qualsiasi rigurgito di indignazione e così chi non abita la pianura padana si sente più contento e sollevato indossando la mascherina. L'Italia ha aperto un sorprendente dibattito sulle misure da adottare per limitare la produzione delle polveri sottili grazie al cambiamento climatico: è il meteo ad aver messo la popolazione davanti alla realtà dei fatti. Blocco del traffico, totale o parziale e targhe alterne, riduzione dell'orario di utilizzo delle caldaie condominiali, dei caminetti e delle centrali termiche industriali, ma anche il solito colpetto agli "edifici pubblici" dove non si è mai capito chi controlli il termostato. Arpat Toscana spiega che: "Le fonti dell'inquinamento atmosferico, ed in particolare delle polveri sottili (PM10) sono sostanzialmente due nelle nostre città: il traffico ed il riscaldamento.
Influenzate a loro volta dalle condizioni climatiche: assenza di pioggia e di vento, alta pressione ne favoriscono la concentrazione e la persistenza".Il direttore generale di ARPAT, Maria Sargentini, nei giorni scorsi ha fatto appello al buon senso, affinché siano promosse "azioni utili a contrastare l'attuale situazione. In condizioni di emergenza sembra opportuno assumere iniziative che vadano anche al di la' dell'ordinario".
Come si risolve il problema? "Fondamentalmente con interventi strutturali - spiegano i tecnici toscani - spostando la mobilità delle persone e delle merci dai mezzi privati e più inquinanti a mezzi collettivi ed ecologici, in particolare su rotaia e superando i riscaldamenti a gasolio ed a legna e favorendo l'introduzione di sistemi meno inquinanti come fonti rinnovabili, pompe di calore, caldaie a condensazione, efficienza energetica degli edifici".
Negli interventi di emergenza "è necessario privilegiare misure che limitino le fonti più rilevanti di inquinamento nelle varie zone del territorio. In tutta la Toscana negli ultimi 30 giorni si sono registrati 313 superamenti del limite giornaliero di 50 microgrammi/metro cubo fissato dalla normativa europea ed italiana. In 14 casi il valore superato è il doppio del limite, cioè più di 100 µg/m3. Le aree interessate dai superamenti sono essenzialmente tutte quelle della pianura centrale lungo la valle dell'Arno. Agglomerato fiorentino: 59 superamenti; piana Prato - Pistoia: 81 superamenti; Valdarno Pisano e Piana Lucchese: 113 superamenti. Valdarno Aretino e Valdichiana: 32 superamenti, zona Costiera: 17 superamenti e zona Collinare-Montana: 11 superamenti.
Nella seguente tabella ci sono i dati relativi a tutto l'anno per tutte le centraline della rete regionale, anche se ai fini dei provvedimenti si deve tere conto solo di quelle di fondo.
La precedente tabella riporta i dati dell'attuale rete regionale di monitoraggio della qualità dell'aria (DGR 964/2015), tuttavia i provvedimenti contingibili ed urgenti sono applicati, fino all'entrata in vigore in gennaio della DGR 1182/2015, ancora ai sensi della DGR 22/2011 e quindi non si applicano a molti comuni ed hanno a riferimento solo alcune centraline indicate dall'allegato 1 della medesima deliberazione:
La commedia dell'assurdo. La norma europea ed italiana prevede che il conteggio dei superamenti del limite giornaliero del PM10 sia considerato sulla base dell'anno solare, quindi al 31 dicembre la situazione formalmente si azzererebbe, ma alla luce della situazione di emergenza in corso "appare contrario al buon senso, ed alla salvaguardia della salute dei cittadini".
ARPAT auspica che tale conteggio, sulla cui base i comuni devono adottare misure di salvaguardia, "sia effettuato per tali finalità sulla base degli ultimi 12 mesi e non dell'anno solare. In questo modo, tutta la stagione autunno-invernale (settembre-aprile), in cui si manifestano maggiori livelli di inquinamento atmosferico, sarebbe considerata in modo unitario e non ci sarebbe alcun azzeramento formale con l'inizio del nuovo anno".
Infine l'Agenzia, auspica che si dia seguito in anticipo alle novità previste, applicando il principio di precauzione. D'altra parte la stessa delibera prevede che: - "E’ fatta salva la potestà del Sindaco di intervenire con ulteriore anticipo nei casi in cui lo riterrà opportuno, per quanto di competenza, anche in relazione al perdurare del fenomeno e della relativa intensità."