Il 2 novembre 1975 moriva Pierpaolo Pasolini. Poeta, scrittore, regista, intellettuale, ma soprattutto uomo, una "creatura adorabile e indifesa" come lo definì Eduardo all'indomani della sua tragica e crudele scomparsa.
Nel 40° anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini, il suo controverso e provocatorio ultimo film, Salò o le 120 giornate di Sodoma, torna sugli schermi grazie all’iniziativa di tre Cineteche italiane in collaborazione col produttore Alberto Grimaldi, forte del riconoscimento del ‘Leone per il miglior film restaurato’ all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, unico premio ricevuto nella sua tormentata storia. Il film, restaurato dalla Cineteca di Bologna e Csc-Cineteca Nazionale, sarà in programmazione al cinema Stensen di Firenze (viale Don Minzoni 25C, ingresso 9 euro) il 2 e 3 novembre alle 16,30 e alle 21,00, preceduto da un estratto de L’intervista sotto l’albero rilasciata da Pasolini a Gideon Bachmann sul set di Salò, messa a disposizione da Cinemazero di Pordenone. Ispirato a Les Cent Vingt Journées de Sodome del Marchese de Sade e denso di altri riferimenti letterari e filosofici (Artaud e Brecht su tutti), Salò colloca le storie di perversione di De Sade nella cornice della Repubblica Sociale Italiana del 1944-45, quando il potere, smarrita ogni regola, è diventato ormai completamente anarchico. Trasferendo l’opera di De Sade dal Settecento a Salò, nel periodo di massima arbitrarietà di un potere in disfacimento, Pasolini intende rappresentare la mercificazione dell’uomo: la riduzione del corpo a cosa attraverso lo sfruttamento e il consumismo, che piega al suo volere gli inermi consumatori, degradandoli a carne da macello.
“Il sesso è chiamato a svolgere nel mio film un ruolo metaforico orribile”, dichiarava il regista. “Tutto il contrario che nellaTrilogia”. Salò uscì postumo nelle sale il 10 gennaio 1976 dopo aver superato un primo ostacolo in sede di censura, ma fu di nuovo sequestrato e in breve uscì dalla circolazione. La versione restaurata, reintegrata dei tagli richiesti dalla commissione di censura, offre finalmente l’occasione di apprezzare in tutto il suo valore un’opera indissolubilmente legata alla morte del suo autore e per questo sempre riduttivamente considerata il suo testamento. L’evento è organizzato in collaborazione con Sncci - Gruppo Toscano, e arricchito dalla proiezione di Alfredo Bini, ospite inatteso di Simone Isola, (2 e 3 novembre, ore 19,00, cinema Stensen), dedicato al primo produttore di Pasolini.
Il documentario, presentato a Venezia, ripercorre la carriera del produttore di origine livornese dai successi al declino e alla morte in solitudine. Bini, produttore indipendente di genio, realizzò con la sua Arco Film tutti i film di Pasolini, da Accattone a Edipo re, oltre a La viaccia e Il bell’Antonio di Bolognini (con la sceneggiatura di Pasolini), incorrendo spesso in persecuzioni censorie per inseguire una coraggiosa idea di cinema d’autore.
A Lastra a Signa il 2 novembre, la stagione del Teatro delle Arti debutta con una nuova produzione a lui dedicata a cura di Teatro Popolare d'Arte, nel tentativo di leggere l'Italia e la società attraverso i suoi occhi: Arcitaliani o le 600 giornate di Salò di Massimo Sgorbani per la regia di Gianfranco Pedullà, uno spettacolo corale che è quasi un musical, quasi un dramma borghese, quasi una tragedia, quasi una commedia. Lo spettacolo andrà in scena dal 2 all'8 novembre. La partenza della stagione sarà anticipata sabato 31 ottobre da una retrospettiva dedicata al cinema minore di Pasolini "Con gli occhi di Pasolini" a cura di Gabriele Rizza.
Dalle 18 si terrà la proiezione di Sopralluoghi in Palestina per il Vangelo secondo Matteo (55 min), Le mura di Sana'a (15 min) e Appunti per un'orestiade africana (60 min). Alle 20.30 è previsto un buffet e alle 21 l'ultima proiezione di Comizi d'amore (89 min). Per informazioni e prevendite dei biglietti è possibile chiamare il numero del Teatro 055 8720058 - 331 9002510.
In Mugello, proprio nel giorno della scomparsa di Pasolini, lunedì 2 novembre è alla Casa del Popolo di Barberino dove l'associazione Liberamente organizza un aperitivo-cena accompagnato da letture e musica dal vivo dalle ore 19.30. A seguire alle 21 chiude la rassegna Comizi d'Amore, il documentario realizzato da Pasolini nel 1965 per raccontare le opinioni degli italiani sulla sessualità, l'amore e il buon costume e vedere come sia cambiata negli ultimi anni la morale del suo paese.
Ne esce un ritratto del paese contraddittorio, uno spaccato di un'Italia a varie velocità, un quadro sconcertante che alterna aperture fintamente disinvolte al Nord e rigidità ancestrali nel meridione, dove emergono anche le opinioni autorevoli di "amici" di Pasolini come Alberto Moravia, Cesare Musatti, Adele Cambria e Oriana Fallaci. L'impressione che si ricava da questo straordinario film-inchiesta è quella di una grande, diffusa ignoranza anche negli strati di popolazione più colta, di una profonda arretratezza e del timore dell'italiano medio di affrontare senza vergogna un confronto legato al tema della sessualità.
Sono passati davvero più di 50 anni?