Cosimo I è tornato a cavallo. I lavori alla statua equestre del Giambologna in piazza Signoria si sono conclusi oggi 29 agosto con questa spettacolare ricollocazione, al termine di un complesso ed importante restauro dell’opera in bronzo del Giambologna e del suo basamento in marmo.
L’operazione di riposizionamento del cavaliere è stata effettuata grazie all’ausilio di una speciale gru che consente di movimentare opere d’arte di particolare pregio garantendo la massima delicatezza e precisione dei movimenti.
“Con questo ultimo intervento si conclude il ciclo di restauri di tutti i complessi scultorei della piazza più amata dai fiorentini, piazza Signoria. - ha detto il sindaco Dario Nardella - Una statua di 10 mila kg, un intervento spettacolare, per il quale sono state utilizzate le migliori tecniche di restauro a partire da una gru ad altissima precisione. Siamo molto contenti e ringraziamo la direzione Servizi Tecnici e l'ufficio Belle arti, l’azienda Ferragamo, la Soprintendenza, tutti i restauratori. L’opera del Giambologna torna a risplendere e così Cosimo I, di cui l’anno prossimo ricorreranno 450 anni dalla morte”.
Il monumento ad opera del Giambologna è stato completamente restaurato, rimuovendo depositi e prodotti di corrosione superficiali, fino a rivelare le patine stabili del bronzo, poi opportunamente rivestite con più strati di sostanze protettive. Per un precedente smontaggio della statua equestre di Cosimo I si deve andare indietro nel tempo, all’epoca della Seconda guerra mondiale, quando l’opera fu spostata per essere protetta dai bombardamenti, mentre l’ultimo restauro esterno prima di questo risaliva agli anni Novanta.
Con questi lavori invece, è stato possibile intervenire anche all’interno della figura del granduca e del cavallo, dove stati risolti i problemi di corrosione delle barre di armatura presenti all’interno delle zampe del cavallo, il cui avanzato deterioramento era stato evidenziato dalle indagini effettuate, e poi consolidare anche la coda. La statua del cavallo durante le operazioni è stata ulteriormente sollevata, ciò ha consentito di effettuare i risanamenti necessari al basamento intervenendo nelle zone di appoggio del cavallo stesso, parti purtroppo danneggiate irrimediabilmente dagli interventi eseguiti durante Seconda Guerra Mondiale per smontare e poi ricollocare l’opera.
Per garantire adeguata stabilità al monumento – basti considerare che l’intero gruppo bronzeo pesa più di 10.000 kg, 7.800 il cavallo e 2.300 il cavaliere -, è stata inserita nella sommità del basamento una piastra in acciaio inox, immediatamente sotto i marmi di finitura, che ha consentito di collegare la zampa di appoggio anteriore con quella posteriore come in origine voluto dal Giambologna; anche il sistema di fissaggio del cavallo al basamento è stato realizzato completamente in materiale inox in modo da scongiurare problemi di corrosione nel futuro. Inoltre, tale sistema è reversibile e potrà consentire in futuro di rimuovere il cavallo dal basamento con poche operazioni meccaniche senza rischio di danneggiamento per i bronzi ed i marmi, nel rispetto dell’idea attuata dal Giambologna nel 1594.
Nei prossimi giorni verranno ricollocati anche i tre bassorilievi in bronzo del basamento e l’epigrafe sempre in bronzo, per i quali è stato possibile sanare e proteggere anche il loro retro a contatto con il basamento, nonchè gli stemmi laterali, per i quali si è provveduto a reintegrare in modo reversibile alcuni particolari mancanti con elementi stampati in resina opportunamente pigmentata.
Il restauro del monumento equestre del Giambologna rappresenta l’ultima tappa dei lavori sui gruppi scultorei di piazza Signoria. Come per le altre statue (Ercole e Caco, Termini, copia del David, copia della Giuditta) ed il gruppo scultoreo del David in bronzo al piazzale Michelangelo, i lavori sono stati voluti, progettati e commissionati dal Comune di Firenze e realizzati grazie all’accordo con la maison fiorentina Salvatore Ferragamo S.p.A. che, tramite Art Bonus, ha elargito un’erogazione liberale di oltre un milione di euro complessivamente. Ad eseguire i lavori è stata Cooperativa Archeologia, in collaborazione con i restauratori Nicola Salvioli, per le parti in bronzo e Stefano Landi, per le opere in marmo.
I lavori sono stati progettati e diretti dai tecnici della E.Q. Palazzi, ville e monumenti cittadini del Servizio Belle Arti del Comune, con l'alta sorveglianza a cura della SABAP Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio (funzionaria storica dell’arte dott.ssa Lia Brunori), con il supporto del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), Università di Firenze DST-LAM (Dipartimento di Scienze della Terra, Laboratorio Materiali, Geologia Applicata, Ambiente e Paesaggio) e dal Laboratorio Thierry Radelet per le indagini diagnostiche, mentre l’ingegner Leonardo Paolini ha curato gli aspetti legati al sollevamento e ricollocamento del cavallo unitamente alle due ditte specializzate in movimentazione d’opere d’arte Arteria ed AlterEgo.