Firenze – La peste suina africana non ha toccato al momento la Toscana, ma ci sono stati focolai ai margini a nord e a sud della nostra regione che inducono a tenere alta l’attenzione. Le commissioni Sviluppo economico e rurale, presieduta da Ilaria Bugetti (Pd), e Sanità, presieduta da Enrico Sostegni (Pd), hanno tenuto questa mattina, mercoledì 28 settembre, un’audizione in seduta congiunta degli assessori regionali Stefania Saccardi e Simone Bezzini, in merito “all’adozione dei Piani regionali di interventi urgenti (Priu) per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana nei suini da allevamento e nella specie cinghiale (Sus scrofa)”.
L’iniziativa delle commissioni, ha spiegato la presidente Bugetti, è originata da una nota che il commissario straordinario alla peste suina africana, Angelo Ferrari, ha indirizzato al presidente del Consiglio regionale, chiedendo notizie in merito all’adozione del Priu.
La Regione ha costituito “un gruppo di lavoro interdirezionale tra sanità, agricoltura e ambiente, una task force per monitorare e adottare provvedimenti conseguenti in relazione a questa specie di coronavirus che riguarda i suini”, ha ricordato la vicepresidente della Toscana. “La peste suina è preoccupante per gli allevamenti, specie quelli di razze pregiate, penso alla Cinta senese, che hanno nel loro disciplinare l’obbligo di allevamento allo stato brado o semibrado, rischiando così maggiormente di entrare in contatto coi cinghiali, che sono portatori di questa malattia”.
Si tratta di fronteggiare il rischio di pesanti danni all’economia del settore, spiegano assessori e tecnici della Regione: “La peste suina è pericolosa per gli animali, non per gli uomini, ma è causa di danni pesanti per l’economia. Ci dicono che la Psa in Cina ha inciso sul 2 per cento del Pil. In Italia, i casi di Psa sono stati rinvenuti in una fascia tra il Piemonte (119 casi) e la Liguria (63 casi), e nel Lazio, un caso all’interno del raccordo anulare e uno a Rieti, che si ritiene già chiuso”.
Quando emerge la presenza anche di un solo suino contagiato, si rende necessaria la soppressione di tutti gli altri capi, anche se sani, di quell’allevamento. “In un caso del Lazio è stato trovato un maiale infetto, con conseguente distruzione di tutti gli altri capi. Questo ha comportato per l’export italiano un danno economico da 20 a 60milioni al mese”.
“La questione è da non sottovalutare – spiega Bezzini –, abbiamo chiaro quanto può impattare su settori economici rilevanti e attività tradizionali profondamente radicate, tradizionali nella nostra regione. Anche gli uomini, che pure non contraggono la malattia, possono fungere da vettori con i loro comportamenti, trasportando carne contagiata. La Regione ha alzato il livello dell’allerta, si è mossa per tempo, tra il 2019 e il 2020, prima che i focolai di Psa arrivassero in Italia. Spesso è stata presa a riferimento dai livelli nazionali e da altre Regioni”.
Sono stati forniti kit per la rilevazione della Psa, anche ad associazioni venatorie, e distribuito un depliant informativo con informazioni pratiche per allevatori, cacciatori, ma anche per chi va a cercare funghi. Sono state definite le procedure per lo smaltimento di eventuali carcasse di cinghiali che fossero trovati infetti. “Stiamo facendo lavoro di squadra con Atc, mondo venatorio, in strettissima collaborazione – dice ancora Bezzini –. I casi della Liguria sono arrivati anche a poche decine di chilometri dalla Toscana.
Per questo, sono stati battuti palmo a palmo i territori di Massa e di Carrara, per comprendere se la diffusione del contagio avesse superato i nostri confini”. I protocolli avviati e il lavoro di squadra, ha informato l’assessore Bezzini, “hanno prodotto l’analisi di 509 carcasse di cinghiale e 70 di suini domestici. Il campionamento è iniziato dal 2020”.
“Credo che sia chiaro ed evidente a tutti che le risposte sono state tempestive e adeguate”, ha osservato la presidente Bugetti. Su proposta del presidente Sostegni, sarà redatta una nota informativa da trasmettere al commissario straordinario, per informarlo dell’approvazione del Piano e dell’esito di questa seduta congiunta che ha permesso di analizzare e verificare le misure adottate dalla Regione”.
La consigliera Anna Paris (Pd) ha chiesto aggiornamenti “sul bando emesso lo scorso anno per aiuti alla realizzazione della doppia recinzione nelle aziende interessate, in modo da evitare il contatto diretto tra suini e cinghiali”. La vicepresidente Saccardi ha risposto che “per il bando, il primo fatto in Italia, erano stati stanziate risorse per 4milioni di euro, abbiamo soddisfatto tutte le domande e ne sono avanzati 2milioni e mezzo. Molti non hanno fatto domanda, un po’ perché il contributo copriva il 40-50 per cento dell’investimento necessario, altri perché i vincoli burocratici non hanno consentito di realizzare le recinzioni. Per chi ha già subito i danni della peste suina, per fortuna al momento nessuna azienda toscana, il governo ha stanziato 50milioni di euro”.