Il Consorzio di Bonifica ha presentato stamani a Palazzo Vecchio l'ultimo aggiornamento della strategia di gestione delle alberature lungo i corsi d'acqua fiorentini ed in particolare sull'Arno. Oltre alle consuete manutenzioni mediante sfalcio erbaceo degli argini e delle sponde - di cui si sta realizzando in questi giorni l'ultimo passaggio prima della stagione invernale - rientra nei compiti e dunque anche nell'annuale Piano delle attività di bonifica anche la cura delle alberature lungo la fascia ripariale.
Obiettivo primario la sicurezza idraulica ma con uno sguardo sempre maggiore alla sostenibilità ambientale e un approccio selvicolturale che mira a riqualificare e diversificare le piante presenti lungo i fiumi rispetto al rischio di una progressiva banalizzazione o predominanza delle specie aliene e infestanti.
Le fasi - e i progetti - al momento sono due: una prima che prevede la mappatura palmo a palmo degli alberi radicati nelle aree di demanio idrico che vanno da Varlungo al Ponte all'Indiano con valutazioni visive o strumentali caso per caso e potature o abbattimenti d'urgenza solo se necessari; al termine di questo prima lavoro si avrà la restituzione di un database che permetterà una pianificazione puntuale dei prossimi controlli e potature. Un investimento in sicurezza immediata e di migliore gestione futura del valore di circa 270 mila euro.
La seconda fase consiste invece nella prima esperienza di massiccia ripiantumazione lungo le sponde e gli argini dell'Arno e dei corsi d'acqua fiorentini - dopo che già nei mesi scorsi si erano già ripiantati salici sulle basse scarpate interne contro le erosioni del piede arginale: si comincerà ora dal Varlungo, con 140 nuovi alberi di diverse specie fra cui carpini, peri, ciliegi, meli, nespoli e mandorli: piante che provengono dal vivaio di Camaldoli gestito dell'Unione dei Comuni del Casentino, con la quale il Consorzio di Bonifica ha siglato un accordo di collaborazione e fornitura. Un investimento economico di circa 130 mila euro che consiste non solo nella messa a dimora delle piante, forse la lavorazione più semplice ed economica, ma che ha già previsto un piano triennale di attecchimento e manutenzioni con concimature, irrigazioni, potature, controllo malattie e interventi di cura.
"Per il nostro Consorzio di Bonifica comincia oggi una nuova stagione strategica di gestione delle alberature fluviali fiorentine - ha commentato il presidente del Consorzio di bonifica Medio Valdarno, Marco Bottino - dopo i primi anni di presa in gestione dell'Arno e dei fiumi fiorentini in cui sono stati necessari interventi più decisi per recuperare tempi perduti siamo oggi nelle condizioni di pianificare e ripiantare; dopo Varlungo passeremo all'Argingrosso e all'Albereta".
“Restituire ai cittadini l’opportunità di ‘riappropriarsi’ del fiume e delle sue sponde è uno degli elementi che sarà al centro della trasformazione urbanistica della città e del nuovo Piano operativo - ha detto l’assessore all’Urbanistica Cecilia Del Re - In questa ottica, grazie a un accordo con il Consorzio di bonifica, abbiamo individuato una serie di aree lungo i fiumi nelle quali mettere a dimora nuove alberature. Un intervento nato nell’ambito della realizzazione del Parco del Mensola, che ci ha consentito di distribuire nuove alberature anche al di fuori dell’area del parco per creare dei veri e propri boschi fluviali urbani, sul modello di quanto realizzato con gli sfalci al Terzo Giardino.
L’obiettivo è quello di rendere vivibili le sponde non solo per i cittadini ma anche per gli animali, andando ad aumentare il verde e alimentare la biodiversità sostenendo un corretto rapporto tra l’uomo e la natura. Ringrazio il Consorzio che si occuperà direttamente della messa a dimora degli alberi e tutti gli enti che a vario titolo hanno partecipato alla progettazione”.
"Oggi parte un percorso frutto di grande lavoro e fatica, di cui ringrazio gli uffici comunali e il consorzio - ha detto l’assessore all’ambiente Andrea Giorgio -. Dopo aver lavorato per anni alla rivitalizzazione del fiume e alla trasformazione della sua percezione da parte dei cittadini, oggi abbiamo un Arno vivo, vissuto tutto l’anno e casa di attività economiche, sportive, culturali e educative. Col risultato che oggi l'Arno è molto diverso da qualche anno fa, fa parte della vita fiorentina. Vorrei però rilanciare: facciamo del fiume, grazie a questo progetto pilota, anche un’asse della strategia per la riforestazione urbana di Firenze. Chiederò al Consorzio di lavorare insieme su questo, c’è un grande potenziale e potremmo piantare lì centinaia di alberi e farne una parte del nuovo bosco urbano fiorentino”.