Nella giornata di ieri, militari della Sezione di Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza presso la Procura della Repubblica di Livorno hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di beni immobili - emesso dal G.I.P. del locale Tribunale, Dott. Antonio Pirato - riconducibili ad un soggetto di Rosignano Marittimo, denunciato per truffa aggravata.
Le indagini della Procura di Livorno ( P.M. Dr. Gianfranco Petralia) hanno avuto origine nel 2014 a seguito della denuncia presentata dalla direttrice della sede dell’INPS di Piombino che aveva ravvisato, dopo una verifica d’iniziativa, delle anomalie sull’erogazione di una pensione - che, con le rivalutazioni ISTAT, nel 2013, aveva raggiunto l’importo mensile di 900 euro - corrisposta ad una signora, poi risultata deceduta nel mese di ottobre 1997, all’età di 74 anni.
Gli accertamenti effettuati dalla Guardia di Finanza hanno confermato l’ipotesi investigativa, riscontrando che la figlia della signora, esercente l’attività di parrucchiera, aveva omesso di comunicare il decesso della madre, traendo in inganno l’ente erogatore in ordine alla permanenza del diritto alla riscossione, continuando così a percepire mensilmente, in virtù di una delega a suo tempo conferita dal genitore, dal mese di novembre 1997 al 31 luglio 2013 – cioè per circa 16 anni - la relativa pensione, conseguendo un ingiusto profitto pari complessivamente a circa 162 mila euro.
Inoltre, dalle investigazioni svolte sono emersi elementi da cui risulterebbe che le somme indebitamente riscosse in contanti siano state versate anche nei conti correnti familiari, determinando in tal modo una situazione di promiscuità patrimoniale, da cui la famiglia ha attinto per provvedere, tra l’altro, al pagamento delle rate di un oneroso mutuo, contratto per un valore di oltre 430.000 euro, per l’acquisto nel 2007 di due unità immobiliari, costituite da una villetta con annesso garage, ubicate a Rosignano Marittimo, ove la famiglia risiede attualmente. Tali unità immobiliari sono state intestate al coniuge dell’indagata e ai figli della coppia, forse con l’intento di eludere possibili future azioni esecutive per il recupero delle ingenti somme indebitamente erogate dall’INPS.
In ragione di ciò, il GIP ha disposto - fino alla concorrenza dell’importo di 179 mila euro, pari all’ingiusto profitto conseguito di 162.000 euro e agli interessi legali maturati pari a 17 mila euro - il sequestro preventivo dell’appartamento di sei vani acquistato con il mutuo.
Nel frattempo, l’INPS, non avendo ricevuto il rimborso delle somme, ha avviato le procedure di recupero coattivo.