FIRENZE– Prosegue il percorso avviato dalla Regione per la dimissione dei pazienti (residenti in Toscana ed in possesso dei requisiti giuridici e sanitari) ospitati presso l'Opg di Montelupo. Oggi pomeriggio, durante la seduta della giunta regionale, è stata approvata una delibera che, per l'anno in corso, destina alle Asl oltre 330 mila euro per la presa in carico terapeutico-riabilitativa da parte dei servizi socio-sanitari territoriali. La Regione, nell'ambito del percorso più ampio che prevede il superamento dell'Opg entro il 31 marzo 2015, ha avviato la dimissione dei pazienti residenti in Toscana che abbiano maturato i requisiti sanitari e giuridici già nel 2012.
Dopo i 25 nel 2012, nel 2013 ne sono stati dimessi altri 31. Compreso lo stanziamento previsto per il 2014, è stato finora messo a disposizione delle Asl oltre 1 milione e mezzo di euro (600+635+333) per l'inserimento degli internati in progetti di di terapia e riabilitazione individuali. Al 31 marzo 2014 nella struttura di Montelupo sono ancora ospitate 101 persone, 35 delle quali residenti in Toscana.
La telemedicina e la telediagnostica entrano nel carcere Don Bosco di Pisa, per consentire di curare al meglio i detenuti. Una delibera approvata stamani dalla giunta destina alla Asl 5 di Pisa la somma di 19.600 euro (il 70% del costo complessivo previsto per la completa realizzazione del progetto presentato dall'azienda sanitaria pisana, che è di 28.000 euro). Il carcere don Bosco di Pisa accoglie detenuti di media e alta sicurezza, per un totale di 64 posti letto, di cui 9 femminili, che provengono dall'intero territorio nazionale per ricoveri di tipo ospedaliero di bassa e media intensità, che necessitano di interventi anche di tipo chirurgico.
Il Centro diagnostico-terapeutico - Centro clinico del carcere Don Bosco di Pisa è considerato a livello nazionale tra i centri clinici necessari e insopprimibili, per i quali è richiesto l'impegno delle Regioni ad una loro implementazione. Il progetto presentato dalla Asl 5 di Pisa, diretto ad attivare telemedicina e telediagnostica dentro il carcere Don Bosco, si pone l'obiettivo di consentire la corretta gestione di alcune urgenze sanitarie, con modalità che possono garantire una migliore qualità dell'assistenza e ridurre il ricorso improprio a uscite esterne verso il pronto soccorso.
Questo, grazie all'attivazione dei collegamenti telematici e all'acquisto di apparecchiature necessarie per la lettura, registrazione e refertazione dei parametri clinici dei pazienti detenuti ricoverati e affetti da pluripatologie."Le carceri italiane sono al collasso. Sarà passato sì e no due mesi dall'approvazione del Decreto Svuota Carceri eppure la questione ritorna, anche questa mattina, prepotentemente sulle pagine della stampa nazionale". Lo dichiara, in una nota, Rudi Russo, Consigliere regionale di Centro Democratico e candidato alle prossime elezioni europee nella lista Scelta Europea del Centro Italia.
"Il problema è evidente e sotto gli occhi di tutti: 64mila detenuti a spartirsi circa 47mila posti nei nostri istituti penitenziari". "E' la soluzione che si porta che è miope e ha spesso soltanto l'effetto di un mero tampone", incalza Russo. "Il problema, infatti, è tutto europeo. L'assenza di una politica estera e di un esercito comuni si ripercuoto in modo drammatico sulle condizioni anche delle carceri italiane. Con i suoi ventotto eserciti, che costano la bellezza di 120 miliardi di euro ogni anno, e con i suoi ventotto ministri degli esteri, infatti, l'Unione Europea non è altro che un carrozzone debole, disunito e disorganizzato.
Così non va!". "Conosco bene la situazione delle nostre carceri", spiega Russo. "Nel corso del mio mandato da Consigliere regionale, infatti, ho avuto modo di visitare quasi tutte le carceri toscane, ho aderito sempre con convinzione al Ferrogosto in Carcere promosso dai Radicali, mi sono impegnato in prima persona per allieviare almeno le condizioni sociosanitarie dei detenuti, una competenza questa strettamente regionale". "E se guardiamo ai numeri, ci accorgiamo che dei circa 64mila detenuti presenti in Italia, un terzo, una cifra pari a oltre 20mila persone, sono extracomunitari, in particolare marocchini e tunisini", spiega Russo.
"Alla luce di questi dati, immagino che cosa potrebbe davvero fare un'Unione Europea capace di parlare con una sola testa e con una sola voce. Sarebbe stato possibile sostenere la Primavera Araba e avviare un vero percorso di pacificazione e istituzione di governi democratici in tutto il Nord Africa. Sarebbe stato possibile, con questi governi, stipulare accordi sull'erogazione della pena in patria e regolare davvero, non con la mera repressione, i flussi migratori verso il nostro Paese e il nostro Continente". "Questo non è un sogno ad occhi aperti, ma un progetto che riguarda non soltanto l'emergenza carceri ma il futuro stesso dell'Unione Europea", conclude Russo.
"Un progetto che si potrà realizzare soltanto ripredendo e portanto a compimento la realizzazione degli Stati Uniti d'Europa".