Firenze, 30-12-2021- E' di ieri l’annuncio dato ai sindacati della volontà del Fondo Investindustrial, proprietario al 70% di Italcanditi, di cessare l’attività dell’Ortofrutticola del Mugello, trasferendo tutta la produzione di marron glacé allo stabilimento principale di Pedrengo (BG). Si tratta della più importante e storica produzione tipica del paese dell’Alto Mugello, nata nel 1984 e dal 2020 di proprietà dell’Italcanditi. Uno stabilimento che lavora il prezioso e rinomato Marrone del Mugello IGP, che esporta in 30 Paesi prodotti di elevata qualità e che è specializzato anche nella lavorazione e trasformazione industriale delle castagne e dei marroni per l’industria e la GDO.
Si è svolta oggi pomeriggio a Marradi l'assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori di Ortofrutticola del Mugello alla presenza dei sindacati di categoria e confederali e delle istituzioni territoriali e regionali. L'assemblea dei lavoratori, molto partecipata, ha all'unanimità deciso che da domani alle 8.00 inizierà il presidio permanente dei lavoratori davanti alla fabbrica.
"Chiediamo a tutta la comunità di Marradi e del Mugello e alle lavoratrici e i lavoratori di tutte le realtà della zona di sostenere anche fattivamente la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori, perché la fabbrica dei marroni è un patrimonio del territorio che non può andare disperso" è l'invito di Flai Cgil Firenze, Fai Cisl Firenze Prato.
“Un’azienda più che sana la Ortofrutticola srl del Mugello di Marradi. Un’azienda in crescita: 8.300.000 euro di fatturato nel 2019 e 10.600.000 euro nel 2020. Non a caso Italcanditi, azienda bergamasca da 100 milioni di fatturato, anch’essa in salute, l’ha acquistata mettendo in bilancio, nero su bianco, una previsione di crescita delle vendite del 5% anche per il 2021, secondo anno di pandemia. Poi la doccia fredda e l’annuncio di una nuova forma di delocalizzazione: quella interna. Un modus operandi che è l’antitesi del fare impresa, che non è solo e soltanto business. Nel fare impresa c’è responsabilità sociale, concetto evidentemente estraneo ai vertici di Italcanditi Spa”.
Così Massimo Capecchi, presidente di CNA Mugello all’annuncio inaspettato della chiusura di Ortofrutticola del Mugello srl che, con i suoi circa 100 dipendenti tra fissi e stagionali, per la maggior parte donne, ha un impatto fortissimo non solo su Marradi, una comunità di tre mila anime, ma su tutto il Mugello, dall’agricoltura alle altre attività economiche presenti sul territorio, colpito in uno dei suoi simboli, il Marrone.
“La nostra è un’associazione di imprenditori che, come naturale, rispetta il principio di libera iniziativa economica, ma trovare motivazioni al trasferimento forzato di Ortofrutticola del Mugello Srl appare, obiettivamente, un’impresa ardua, anche in periodo di crisi da Covid – prosegue Capecchi – I costi di sostituzione e innovazione dei macchinari o di rifacimento di parte delle strutture dello stabilimento, che si mormora essere alcune delle cause, perdono consistenza davanti alle capacità economiche di Italcanditi Spa e ai margini di crescita dell’azienda mugellana”.
“Non possiamo permettere ad imprenditori di tal genere di rovinare le realtà dei territori portandoli alla desertificazione economica. Dobbiamo guardare a nuove politiche anche in accordo con le realtà sindacali e, nel caso specifico, contrastare il trasferimento della produzione in provincia di Bergamo, mettendo in campo le stesse energia, volontà, caparbietà e collaborazione mostrate in occasione di GKN” conclude Capecchi.
CNA esprime la propria vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori di Ortofrutticola del Mugello srl, ai loro familiari e all’amministrazione comunale di Marradi.
«La decisione assunta da Italcanditi di chiudere lo stabilimento di Marradi e di spostare la lavorazione dei marroni nella bergamasca è un durissimo colpo all'economia del territorio. Nella fabbrica, attiva da quasi quarant'anni, lavorano circa 80 persone, tra dipendenti diretti e stagionali. Si tratta di un'azienda leader nella produzione di marron glacé e nella preparazione di ingredienti a base di castagne per l'industria dolciaria, un'eccellenza nel panorama agroalimentare toscano.
Cancellare questo pezzo di storia e con essa quasi cento posti di lavoro, significherebbe mettere in ginocchio un'intera comunità, un territorio fragile e periferico che vive un costante calo demografico in larga parte determinato proprio dalla mancanza di lavoro. Sinistra Civica Ecologista è al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori di Ortofrutticola del Mugello, dei sindacati e delle amministrazioni locali che stanno affrontando questa difficile vertenza. Occorre un immediato intervento della Regione Toscana e del governo nazionale per impedire che ancora una volta un fondo di investimenti possa distruggere interi pezzi del nostro tessuto produttivo.
Si tratta dell'ennesima operazione speculativa portata avanti per acquisire fatturati e quote di mercato, utile - come denunciano i sindacati - solo alla futura quotazione in borsa del gruppo. Sinistra Civica Ecologista sosterrà tutte le iniziative e le lotte che saranno necessarie per impedire che Italcanditi, controllata da Fondo Investindustrial, prosegua nella decisione di chiudere lo stabilimento».Lo rende noto Sinistra Civica Ecologista.
Con l’annuncio da parte di Italcanditi della volontà di chiudere l’Ortofrutticola del Mugello siamo di nuovo di fronte a una sconsiderata e irrispettosa scelta compiuta da un fondo ai danni di un territorio e delle persone che lo abitano: chiudere e trasferire, per aumentare e ottimizzare i ricavi, forse la scelta più semplice, di certo la più vile.”A dirlo è il segretario generale della Cisl Firenze-Prato, Fabio Franchi "Il Mugello non è una fabbrica, è LA fabbrica di Marradi, dei suoi abitanti, del suo territorio” dice Franchi.
“Non sono ‘solo’ 9 dipendenti, come ha cercato di dire l’azienda, perché a quei nove si sommano altri 70 addetti stagionali, impiegati ogni anno da febbraio a dicembre, che lavorano, vivono, abitano, in quella stupenda località del Mugello. Da quando è nata nel 1986 c’è sempre stata una forte relazione e integrazione tra azienda e comunità, perché era ed è la sintesi perfetta tra il prodotto di eccellenza, la castagna e il marrone dei castanicoltori mugellani, e l’alta professionalità e competenza delle maestranze, al 90% donne, che ne esaltano l’eccellente qualità e bontà, tanto da esportala in oltre 30 paesi del mondo.”“All’azienda – conclude Franchi - diciamo che la fabbrica, le persone, il prodotto, il territorio dicono compattamente no alla sua chiusura.”
“Ci ha lasciati sconcertati – affermano i Sindaci dei Comuni dell’Unione Montana dei Comuni del Mugello - l’improvviso annuncio della volontà di spostare a Bergamo la produzione dello stabilimento di Marradi dell’Ortofrutticola del Mugello, effettuato all’improvviso dall’attuale proprietà” è l’annuncio dato dal Sindaco di Marradi Tommaso Triberti.
“Non possiamo accettare passivamente che un’azienda legata da un profondo rapporto con il territorio, da cui trae linfa vitale e prodotti di qualità – continuano i Sindaci -, decida arbitrariamente di spostare la produzione. Avvieremo contatti in tutte le sedi opportune e richiederemo l’apertura dei tavoli necessari ad ogni livello per capire cosa sta succedendo e cercare di scongiurare questo trasferimento. Siamo e staremo a fianco dei lavoratori dell’Ortofrutticola. Perdere quei posti di lavoro, perdere la filiera di una delle produzioni di qualità del Mugello vorrebbe dire impoverire la montagna, l’intera vallata e causare un danno importante alle famiglie e all’economia. Non staremo passivamente a guardare che questo accada”.
"La produzione dei marroni del Mugello non può e non deve finire. Ci siamo già attivati affinché la Toscana adotti ogni misura possibile per scongiurare la chiusura della Ortofrutticola del Mugello. Una realtà produttiva che dà lavoro a un centinaio di persone nell'area di Marradi, nei periodi di alta produzione. Un'azienda storica che vede impegnata soprattutto la forza lavoro femminile".
A dirlo Stefano Scaramelli e Maurizio Sguanci, consiglieri regionali di Italia Viva, che spiegano: "Come gruppo consiliare domani depositeremo un atto affinché Italcanditi non chiuda questo stabilimento, delocalizzando la produzione nel bergamasco".
E sulle immediate conseguenze dell'annuncio di Italcanditi, Scaramelli e Sguanci sottolineano che "Grazie all'intervento veloce del sindaco di Marradi, Tommaso Triberti, è stato già convocato il tavolo dell'Unità di crisi regionale".
"Ho già chiamato il sindaco di Marradi, Tommaso Triberti, al quale ho detto di poter contare su tutte le nostre forze e i nostri rapporti in Europa, in Italia e in Toscana per fare fronte a questa difficile battaglia.
Lo spostamento dello stabilimento della Ortofrutticola del Mugello di Marradi rappresenta non solo un colpo all’economia e alla stabilità di un territorio tanto importante quanto delicato, ma anche un passo indietro nella percorso di costruzione di un’Europa coesa e articolata su frazioni che si integrano e si sostengono.
Se non intervenisse un radicale cambio di marcia correremmo il rischio concreto di vedere innescarsi una crisi a catena nell’alto Mugello, con ripercussioni devastanti sull’economia di una parte della Toscana. Per questo anche a Bruxelles cercheremo gli strumenti per impedire che avvenga questa chiusura tanto scellerata quanto dannosa" commenta Nicola Danti, coordinatore regionale ed eurodeputato Italia Viva