TOSCANA - Risultati positivi dalla sperimentazione sulla filiera degli oli di semi e dei panelli proteici vegetali in Toscana. Seppur con aspetti ancora da migliorare si hanno buone prospettive per una produzione di nicchia, alternativa alle altre colture oleaginose. Lo sottolinea la Cia Toscana, che cura le azioni di divulgazione del progetto, al termine dell’incontro che si è tenuto a Santa Luce (Pi) nella sede operativa del Consorzio Strizzaisemi, dove sono stati presentati i risultati di due anni di sperimentazione – alla presenza di ricercatori, agricoltori, trasformatori e addetti ai lavori - sulla coltivazione del lino e del cartamo, e sulla realizzazione di una filiera produttiva basata sui prodotti e sottoprodotti di queste colture.
Nove le aziende coinvolte, prevalentemente nella provincia di Pisa, per oltre 250 ettari di terreno interessati alla sperimentazione. Innovativa la tecnica di spremitura – sottolinea la Cia Toscana , realizzata con un prototipo di spremitrice meccanica di ultima generazione. "Risultati positivi dalla coltivazione del lino e cartamo – spiega Marco Failoni, Cia Toscana – anche se alcuni processi sono da perfezionare, come le scelte varietali, la concimazione, gli avvicendamenti e la lotta alle infestanti. Più rustico e resistente si è dimostrato il cartamo, mentre qualche problema colturale in più è emerso per il lino".
Le filiere commerciali più interessanti sono quelle degli oli per uso alimentare e nel campo della cosmesi. "Naturalmente – spiega Davide Pagliai, Presidente del consorzio Strizzaisemi e capofila del progetto – non ci potrà essere alcuna competizione con l’olio d’oliva; è invece possibile pensare a questi oli come sostituitivi di altri oli di semi. Possiamo puntare sulle proprietà nutraceutiche, riconosciute soprattutto per l’olio di lino; inoltre, dovremmo orientarci su filiere corte e su produzioni limitate e biologiche".
Per quanto riguarda il panello sono stati evidenziati proprietà interessanti: "Studi fatti in Canada – aggiunge Pagliai - hanno dimostrato che gli animali alimentati con l’integrazione dei panelli proteici, godono di migliore salute e hanno una migliore quantità di grassi, ad alto contenuto di omega 3. Il panello è stato utilizzato anche sotto forma di farina per la produzione di pasta toscana ad alto contenuto di omega 3".
Il progetto - La sperimentazione, realizzata e co-finanziata nell’ambito del PSR della Regione Toscana attraverso la misura 124, fa parte di un progetto di filiera più ampio, coordinato dal “giovane” consorzio Strizzaisemi. Gli altri partner della sperimentazione sono il CIRAA, Centro ricerche agro-ambientali dell’Università di Pisa, la società Geostudio e la Cia Toscana,