L'Aduc ha depositato due esposti alla Procura della Repubblica e alla Procura della Corte dei Conti sulla condotta delle amministrazioni comunali di Firenze in merito alle vicende dell'area Nidiaci.
"L'area Nidiaci, comprensiva di splendido giardino interno ed edifici, era stata donata dalla Croce Rossa Americana ai bambini di Firenze quasi cento anni fa. Il Comune di Firenze doveva solo garantire che questo spazio fosse destinato alla collettività fiorentina per asilo, ludoteca, centro anziani. Ed invece, le ultime amministrazioni comunali hanno colpevolmente lasciato che un privato se ne impossessasse per trasformare la ludoteca in attività commerciale. Una gravissima perdita per tutta la comunità cittadina che, agli occhi di futuri potenziali benefattori, non può che apparire incapace di proteggere i beni donati"."Ora l'attuale Amministrazione, dopo essersi impegnata ad espropriare il bene in campagna elettorale, ha proposto un accordo con la "nuova proprietà" che giudichiamo del tutto inadeguato.
Per trovare una soluzione in tempi brevi e a “costo zero”, il Comune infatti rinuncerebbe all'incolumità di luoghi inframurari storici, unici e preziosi, metterebbe mano e cemento in uno dei giardini più importanti della città, nelle sue mura, e rimuoverebbe il vincolo espropriativo. Ovviamente, così facendo, spera anche che gli errori, le omissioni, le mancate rivendiche siano perdonate dalla cittadinanza.Ma indipendentemente dalla nostra opinione su questo accordicchio, il giudizio che conta, ovviamente, sarà quello dei magistrati.
E' del tutto evidente, infatti, che più l'accordo sarà al ribasso, maggiore sarà l'entità del danno alla collettività di cui gli amministratori saranno chiamati a rispondere".Aduc ricostruisce la vicenda storica: "A seguito di una donazione da parte della Croce Rossa Americana, nel 1920, un'enorme complesso immobiliare storico ed annesso ampio giardino storico nel quartiere Oltrarno, entra nella disponibilità e nell'uso del Comune di Firenze, che da allora (fino a pochi anni fa) è destinato ininterrottamente, pubblicamente e pacificamente alla collettività fiorentina per asilo, ludoteca, centro anziani ecc.Nel contratto del 1920 la proprietà veniva formalmente intestata a due soggetti (Nidiaci e Gerard) ma trascritta nell'interesse dell'Ente per la Educazione ed Istruzione popolare.
I proprietari formali della metà dei beni, famiglia Nidiaci, nei successivi decenni, con l'inerzia del Comune, si sono pian piano accaparrati illegittimamente tutte le quote spettanti ad altri, e compiuto atti di trascrizione con false dichiarazioni in atto pubblico, indebiti passaggi successori.Negli anni 2005 e seguenti, a causa dei debiti in cui versavano gli eredi Nidiaci, cominciano le richieste di rilascio degli immobili e dell'annesso giardino, richieste nel tempo accolte dall'Amministrazione Comunale che, da ultimo nel 2012 cede i locali della ludoteca (oggi trasferita altrove) e, soprattutto, il giardino".Cosa accade in città? "Al Comune i cittadini organizzati in associazioni e comitati hanno chiesto di reagire e di impedire che si portasse a compimento il più grave e colossale furto alla collettività di Firenze.
Hanno chiesto che si trovasse il modo di mantenere almeno i tre locali della ludoteca ed il giardino, bene irrinunciabile per il quartiere. Hanno chiesto ed ottenuto il mantenimento nel 2010 del vincolo urbanistico espropriativo, che il Comune intende ora rimuovere.Nel frattempo si è reperita, agli archivi storici ed ai pubblici registri, la documentazione che dimostra la vicenda di usurpazione del complesso Nidiaci, nel corso dei decenni".Recentemente Aduc ha predisposto un parere legale contenente le ragioni giuridiche che permetterebbero al Comune di agire in giudizio per rivendicare la proprietà dell'intero complesso Nidiaci o comunque il diritto reale d'uso e la servitù d'uso pubblico per tutte le parti che sono state utilizzate.
"Si tratta non di un'azione legale peregrina o avventurosa, tutt'altro. Si tratta di una causa di accertamento e condanna fondata, in fatto ed in diritto.E' stato consegnato anche l' ampio dossier dei documenti raccolti dalle associazioni, frutto di un lavoro che avrebbe dovuto effettuare il Comune, se ignaro, sin dalle prime richieste di restituzione da parte dei presunti proprietari. Anziché spossessarsi indebitamente del bene, come è accaduto".La “soluzione” proposta dal Comune?"Consapevole di aver commesso errori imperdonabili nella vicenda, omissioni, mancanze, il Comune teme la causa per riappropriarsi del giardino Nidiaci e dei locali usati sino a pochi anni fa.
A parole perché la giustizia non garantisce mai tempi e risultati, nella realtà, da quanto emerge nel parere dell'Avvocatura in risposta al nostro parere legale, redatto dall'avv. Claudia Moretti, è possibile che soprattutto temano che le controparti chiedano i danni per aver lasciato che i locali fossero nel frattempo ristrutturati, ponendo in evidenza così, immancabilmente, eventuali recenti responsabilità erariali.Per questo l'Amministrazione propone una soluzione “bomba libera tutti”, che non libera proprio nessuno: cementificare a spese dell'attuale proprietà una parte del giardino storico, e recuperare un piccolo pezzo del giardino “perduto”.Ciò può aver lo scopo di tacitare le famiglie di quei bambini che oggi chiedono a gran voce il ripristino della ludoteca nell'area Nidiaci (ludoteca attualmente spostata in Via Maffia), ma non certo ripaga la cittadinanza della perdita dei beni in uso al Comune da oltre ottant'anni" spiega ancora l'Associazione dei consumatori.L'Aduc oggi chiede alle Procure adite, ciascuna per la propria competenza, di "indagare ed accertare eventuali responsabilità penali ed erariali, su tutti gli atti e comportamenti, attivi ed omissivi, degli esponenti del Comune di Firenze che riguardano la vicenda, ed in particolare di chi abbia indebitamente restituito all'uso di privati beni immancabilmente ed inequivocabilmente in uso e a destinazione pubblica, depauperando così il patrimonio Comunale".Alle Procure chiede altresì di "vigilare affinché ogni accordo che venga preso dalla Amministrazione con l'attuale proprietà non vada a depauperare ulteriormente la città privando la stessa dell'integrità di un suo giardino storico intramurale, ovvero compiendo atti di transazione che privino della possibilità futura di riscatto giudiziale dei beni, in termini di proprietà e/o di uso pubblico".