“La Corte dei Conti della Toscana si è fatta confermare di non doversi pronunciare sulla fusione in ALIA di Consiag, Acqua Toscana e Publiservizi entro 60 giorni dalle approvazioni delle prime delibere legate al progetto, nei termini in cui ci si aspettava. Perché – spiegano i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu con Beatrice Cioni e Leonardo Masi di Buongiorno Empoli – non si sta facendo nascere una nuova azienda, ma si procede a unire realtà già esistenti.
Comunque in questi giorni stanno arrivando i pareri ai vari comuni. Apprezziamo - come già fatto in passato - le differenze tra Palazzo Vecchio ed Empoli. A quest’ultimo ente infatti viene ricordato come le diverse fasi della cosiddetta “operazione multiutility” debbano prevedere nuovi coinvolgimenti del Consiglio comunale, perché tanto di quanto deliberato dalla Giunta ha solo valore programmatorio, da verificare a seconda di come proseguono le vicende societarie. Insomma la Corte attende le prossime delibere, di cui gli enti locali non possono fare a meno.Il Partito Democratico invece da alcune parti – continuano Palagi, Bundu, Cioni e Masi – si è dimenticato di distinguere tra ciò che si poteva effettivamente decidere e quanto si limitava ad essere una valutazione preliminare.
Ed è avvenuto anche nella città in cui si voleva un gassificatore...Da fare, in generale, è una valutazione complessiva delle partecipazioni indirette interessate da questo progetto.Si aggiunge infine il dato più rilevante di queste ore. Molti soci pubblici di Publiservizi hanno dichiarato pubblicamente la volontà di bloccare tutto per la difformità di quanto si sta votando nei vari consigli comunali.Quanto abbiamo sempre detto si conferma vero: c’è un disegno di poche figure di potere, con il Comune di Firenze ed i vertici aziendali di ALIA e Consiag che sembrano contare più della cittadinanza, imponendo cronoprogrammi incompatibili con processi realmente democratici.Chiediamo la centralità dei Consigli comunali – concludono Palagi, Bundu, Cioni e Masi – e una centralità degli uffici pubblici, rispetto a quelli delle partecipate.
Nel 2023 evitiamo che una “svolta storica” sia un disastro per i nostri servizi e una figuraccia per le istituzioni”.