“Non cadete nel falso ideologico che il problema riguardi solo pochi eletti ma allargate il campo di lettura, per comprendere fino in fondo il pericolo che sta correndo tutta la nostra comunità e i danni concreti che deriverebbero dalla sparizione del Monte dei Paschi da Siena in particolar modo per le future generazioni”. Così il segretario generale della Cisl Siena Emanuela Anichini nella sua relazione che ha aperto il Consiglio generale dell’Unione sindacale territoriale che si è svolta questa mattina alla presenza del segretario generale regionale Riccardo Cerza e del segretario nazionale Giorgio Graziani.
“Al presidente del Consiglio Mario Draghi, a cui chiediamo oggi caldamente di mettersi una mano sulla coscienza, vista la sua firma in Banca d’Italia per l’acquisizione Antonveneta costata svariati miliardi, e che detiene oggi la delega agli affari UE, di andare a trattare direttamente con la Vestager per ottenere la proroga, riguardo la privatizzazione o far rimanere il Monte dei Paschi un’azienda di Stato”. “Un territorio – quello senese, ha aggiunto Anichini - che ci auguriamo non venga abbandonato dalla neo-eletta giunta regionale; anzi auspichiamo che la stessa si adoperi in sintonia con le nostre amministrazioni comunali perché si possano redigere, individuare e concordare progetti di sostanza e di ripresa.
La CISL c’è ed è pronta a fare il suo dovere”.
“Ora è il momento di ridisegnare il modello del Paese – ha detto ancora il segretario Anichini - usando le vere competenze a tutti i livelli per intraprendere le riforme che rinviamo da anni e che tutti ci chiedono. Priorità abbastanza evidenti nella sostanza e nella tempistica a partire dalla tutela della salute per tutti i cittadini, al rinnovo del blocco dei licenziamenti, così come sostenuto fortemente dalla nostra Segreteria Nazionale Annamaria Furlan cui va il mio personale ringraziamento per il lavoro svolto.
Oltre a ciò rivedere il reddito di cittadinanza nella sua impostazione originale, in quanto non risolutivo della questione occupazionale, infine i bonus possono rappresentare una prima risposta alla povertà, ma occorreranno riforme strutturali a partire una volta per tutte da un nuovo modello fiscale più equo in grado di ridistribuire ricchezza per favorire anche la crescita imprenditoriale. Infine occorre rivisitare inoltre il modello scolastico iniziando dalla messa in sicurezza da un punto di vista logistico, e dando la giusta dignità al personale insegnante precari compresi e non, alle famiglie ai nostri ragazzi inserendo programmi scolastici più seri e più all’avanguardia”.
Tra i temi toccati dal segretario generale Anichini nella sua relazione, oltre a quelli nazionali, la morsa della crisi in provincia di Siena che “ha dato e continua a dare segnali preoccupanti non solo a livello economico e occupazionale, ma anche sotto al profilo sociale”. “Il nostro territorio da secoli ha ruotato intorno alla banca e a tutto il mondo del terziario a lei collegato, beneficiando fortunatamente di un turismo costante per tutto l’arco dell’anno, grazie alle bellezze artistiche e architettoniche che la nostra città e il nostro territorio offrono, grazie anche alle iniziative culturali e a un mercato agroalimentare di alto livello.
Tutte buone fonti di sussistenza e di investimento che però necessitano di denaro fresco per mantenersi a questi standard. La nostra provincia eccetto qualche raro caso in Valdelsa, non ha mai investito nel settore industriale forse perché garantita appunto da una liquidità a pioggia che proveniva dal Monte Dei Paschi e dalla Fondazione Mps. Resta in piedi l’ambito della ricerca scientifica, che però ricordiamo essere di proprietà di una multinazionale straniera; a tale proposito condividiamo la presa di posizione di Guasconi, presidente della Camera di Commercio di Siena e Arezzo nel valorizzare l’eccellenza TLS strategica non solo per l’Italia, ma per l’Europa e che sta studiando gli anticorpi monoclonali in alternativa ai vaccini per l’emergenza Covid.
Il commercio è sicuramente l’ambito più colpito causa le chiusure forzate degli esercizi commerciali in particolar modo della ristorazione ma anche dei negozi provenienti da catene o gruppi di altra natura che stanno chiudendo i battenti mandando a casa numeroso personale, come il ritiro dal territorio del gruppo Douglas, specializzato in profumeria. Denunciamo anche la riduzione degli addetti e la sparizione di punti vendita di storici marchi della panificazione come la fuoriuscita di 12 persone addette da anni alla ditta Sclavi, che ci vede impegnati ad impugnare i licenziamenti delle stesse persone perché considerati inapplicabili e non giustamente motivati.
I concorsi indetti a suo tempo dalla Pubblica Amministrazione, in particolar modo dal Comune e dalle sue controllate sono stati rimandati a data da destinarsi dopo aver creato comunque delle aspettative tra i nostri giovani. Il Policlinico e l’Università degli Studi, una volta fiori all’occhiello della nostra città ora necessitano l’uno di una buona iniezione di investimenti mirati, nonché di assunzioni qualificate per evitare i disagi all’utenza, nonché fughe di cervelli e di alte professionalità fuori dal nostro territorio; mentre l’altra, cioè l’Università, ha purtroppo subito un inevitabile calo di iscrizioni imputabili ad un fenomeno generalizzato di intuibile lettura che ha provocato a sua volta un impoverimento strutturale e di indotto per tutte le attività della città.
Il settore dell’edilizia che da tempo langue per mancanza di investimenti nelle infrastrutture nonostante gli ecobonus elargiti dal governo per agevolare le ristrutturazioni abitative, di fronte tra l’altro a un mercato immobiliare crollato e non più appetibile come un tempo quando era considerato dal ceto medio il miglior mezzo di investimento familiare. Qualche sprazzo di ripresa e di positività lo possiamo intravedere nel settore metalmeccanico specialmente in Valdelsa, nella produzione dei camper che sta veramente dimostrando un’appetibilità di mercato di tutta soddisfazione con ritorni fortunatamente anche sul piano occupazionale.
La Whirlpool locale sta dando segnali di risveglio e di una timida rinascita, tanto da scongiurare la fuoriuscita minacciata fino a poco fa di un cospicuo numero di addetti. Anche nell’ambito termale che ha subito un tracollo facilmente prevedibile pare abbia interrotto questo trend di negatività. “Lavoriamo sempre di più in sintonia e in reciprocità – ha concluso Anichini -perché dobbiamo convincerci oggi più che mai che la nostra gente cerca sicurezze in cui rifugiarsi, per affrontare un contesto sempre più complicato governato da una politica invece sempre più evanescente e sempre più lontana dal mondo reale e dalle necessità prioritarie del lavoro, del sociale e della dignità dell’uomo.