Una lettera diretta al presidente del consiglio Matteo Renzi per chiedere un aiuto, un intervento straordinario, un atto di coraggio per risolvere la delicata situazione del Monte dei Paschi in seguito alla richiesta di capitalizzazione invocata dalla Bce.L'opposizione: "Proposta indecente".Il presidente Enrico Rossi lancia un appello al governo affinché possa trovare la soluzione tecnica che consenta di salvaguardare l'autonomia della banca e di mantenerne la direzione a Siena. Un appello anche per aprire un dibattito pubblico "come avviene anche per altre realtà in crisi e per non assistere in silenzio allo spegnimento graduale della banca più antica del mondo".
"Gli stress test a cui sono state sottoposte le banche italiane da Bce – ha spiegato Rossi nel corso di un incontro con i media - si sono basati su scenari a dir poco catastrofici: debito pubblico in crescita, Pil in calo, e via dicendo. Di qui il giudizio fortemente negativo. Probabilmente, a livello di sistema paese, avremmo dovuto prestare maggior attenzione in fase di definizione dei criteri. Va però anche detto che, a differenza di quello che è accaduto in altri paesi, i cui governi sono intervenuti con risorse cospicue per salvare i propri sistemi bancari (250 miliardi la Germania, 60 la Francia, 40 la Grecia, 18 il Portogallo), l'Italia ha messo sul piatto solo 4 miliardi.
Per salvare il Monte mi risulta che sarebbe sufficiente una dilazione da parte del governo per la restituzione dei cosiddetti Monti bond, peraltro ottenuti ad interessi molto alti: a questo punto, dei 4 miliardi ricevuti, ne resterebbero 1,3. Se poi la banca decidesse di vendere alcuni asset considerati non strategici la somma si ridurrebbe ulteriormente. Perdere una realtà così importante per poco più di un miliardo di euro sarebbe una disgrazia per la Toscana e per l'Italia".
Rossi ha più volte sottolineato che non spetta a lui "individuare le soluzioni tecniche. Chiedo soltanto che si faccia tutto quello che si può per salvaguardare l'autonomia e mantenere la direzione della Banca a Siena. Ipotesi di aggregazioni con altri gruppi bancari italiani o, peggio, stranieri? Probabilmente si ridurrebbe la più antica banca del mondo ad un insieme di sportelli. Lo sradicamento di Mps da Siena è uno scenario inaccettabile. L'economia regionale dipende in larga parte da Mps. Chi ha sbagliato in passato deve pagare ma gli errori fatti non possono ricadere sulla regione, su una città intera, sui lavoratori".
Infine una difesa nei confronti del management attuale. "Negli ultimi due anni la nuova dirigenza ha ha lavorato in modo serio, con grande impegno. La banca è riuscita a superare la crisi e a rafforzarsi. Tutti gli sforzi ed i sacrifici fatti, dalla città, dai lavoratori, per evitare il fallimento rischiano adesso di essere vanificati. Ribadisco – ha concluso Rossi - che la politica deve stare lontana dalle banche ma allo stesso tempo rivendico la necessità che la stessa politica utilizzi gli strumenti che ha a disposizione per evitare che un patrimonio di capitali e di risorse umane come Mps possa sparire per poche centinaia di milioni di euro".“Rossi chiede a Renzi un altro miliardo per salvare il Monte dei Paschi, così potrà continuare ad avere in Toscana la sua banca amica e la sua Fondazione, che in tutti questi anni del ‘regno’ della sinistra ha garantito il Partito democratico e scialacquato soldi in favore degli amici degli amici”.
E’ il commento di Giovanni Donzelli, capogruppo in Regione Toscana di Fratelli d'Italia. "Con le aziende strozzate proprio dalle banche, la crisi che impera e la disoccupazione che galoppa Enrico Rossi ha la sfacciataggine di chiedere un altro miliardo per la banca amica? E' una proposta indecente - ha aggiunto Donzelli - Rossi non si smentisce mai, lo statalismo è più forte di lui giocare come a Monopoli con i soldi dei cittadini è però troppo facile: anziché invocare l’intervento dello Stato, che dovrebbe sborsare un altro miliardo di euro per il pozzo senza fondo del Monte dei Paschi dopo i quattro già garantiti dal Governo Monti, Rossi e il Pd si prodighino a far restituire i soldi a tutti quelli che in questi anni hanno goduto delle ‘vacche grasse’ garantite dal Monte dei Paschi, a partire da tutti i dirigenti nominati direttamente o indirettamente dai partiti”.