Da Palazzo Vecchio il sindaco di Firenze, Dario Nardella, si dice favorevole alla realizzazione di un luogo di culto dedicato all'Islam, ma solo dietro coinvolgimento della cittadinanza e per questo alle Agenzie presenti ad un incontro sul libro "Francesco in Terra Santa" lancia l'idea di un percorso Partecipato per la realizzazione di una Moschea a Firenze."Ancora? E il percorso precedente?" si sono subito domandati i fiorentini che hanno la memoria più lunga delle 24 ore standard.
Pare infatti che la Toscana abbia già speso 75mila euro per lo stesso fine. Qui i risultatiSulle parole di Nardella interviene Forza Italia:“Pronti anche al referendum per fermarla, 75mila euro spesi dalla Regione per la partecipazione non sono bastati?”
Partecipazione è una bella parola. "Libertà è Partecipazione" diceva Giorgio Gaber. Abusarne è comunque diabolico, almeno a Firenze.Noi che non siamo più così giovani ci aiutiamo con l'archivio e troviamo un curioso progetto intitolato guarda il caso "Una Moschea per Firenze" un Percorso partecipativo finanziato dall'Autorità Regionale per la partecipazione.
"L'Autorità per la partecipazione della Regione Toscana finanzia, tramite la legge regionale 69/07, percorsi di partecipazione strutturati per coinvolgere i cittadini nelle decisioni pubbliche. La Comunità islamica di Firenze e Toscana ha raccolto oltre 2.000 firme per richiedere il sostegno della Regione ad un progetto di informazione e partecipazione sul tema della realizzazione di una moschea a Firenze.
La gestione del progetto è stata affidata a un soggetto terzo e neutrale esperto in percorsi di partecipazione (sociolab)".Quali i costi? "Per trasparenza - scrivono gli organizzatori - qui di seguito sono pubblicate le voci di spesa sostenute per la realizzazione del percorso e le cifre corrispondenti. Nel caso delle attività di consulenza più consistenti sono state indicate anche le ore necessarie allo svolgimento del lavoro.
Le spese sono comprensive di iva e al lordo delle tasse: Totale € 74.103,80"
L'obiettivo del percorso di partecipazione promosso dalla Comunità islamica di Firenze e Toscana? Aprire un confronto pubblico, che coinvolga vecchi e nuovi residenti, cittadini musulmani e non, sul tema della realizzazione di una moschea a Firenze. "Bisogni, aspettative, timori e priorità di ciascuno.
Le indicazioni raccolte al termine del percorso di ascolto e coinvolgimento della cittadinanza serviranno alla Comunità islamica di Firenze per elaborare un eventuale progetto che sappia inserirsi nel miglior modo possibile nel contesto urbano fiorentino".Bisogni, aspettative, timori e soprattutto priorità, magari dopo l'andata e il ritorno per la Coppa Partecipazione ci sarà anche la Bella.Non si fa attendere l’intervento dei consiglieri del Gruppo Forza Italia in Palazzo Vecchio, Marco Stella, Jacopo Cellai, Mario Razzanelli e Mario Tenerani: “75 mila euro di soldi dei cittadini spesi dalla Regione non sono bastati? Se si vogliono ascoltare i fiorentini sulla costruzione di una moschea a Firenze, allora lo si faccia veramente, anche attraverso un referendum".
Così proseguono i consiglieri: "Difendiamo i diritti sanciti dalla Costituzione, fra i quali la libertà di fede e di avere luoghi di culto. Ma ci sono anche i doveri: il rispetto delle leggi comunali, dei regolamenti urbanistici, la libertà di pensiero, quella delle donne e religiosa che prevede anche la possibilità di convertirsi. Troviamo poi singolare che tra i ‘paladini’ della libertà religiosa vi siano persone che non hanno speso una sola parola in difesa del crocefisso nelle aule scolastiche, o delle uccisioni barbariche che stanno avvenendo in questi mesi. La costruzione della moschea è un procedimento urbanistico come gli altri, e come tale deve essere trattato, crediamo però che oltre al procedimento urbanistico la costruzione di una moschea a Firenze meriti un dibattito approfondito in termini culturali e politici.
Occorre innanzitutto stabilire se la proposta si basa su un principio internazionale di reciprocità, ovvero su accordi soprannazionali che permettano la costruzione di chiese e templi anche nel mondo musulmano. E’ indubbio infatti che la condizione dei musulmani stabilmente residenti in Italia o naturalizzati italiani è complessivamente migliore di quella dei cristiani che risiedono nei Paesi islamici e che esiste pur sempre un problema di reciprocità. Vorremmo capire quanto i nostri connazionali che vivono stabilmente nei paesi arabi possano liberamente professare il culto, aprire attività commerciali in proprio, acquistare immobili, come da noi avviene per tutti gli stranieri naturalizzati.
Se la libertà religiosa sancita dalla Costituzione deve valere per tutti, allora sono inclusi anche i musulmani in Italia, e noi dobbiamo chiedere, e insistere con fermezza che loro accettino i dettami fondamentali della nostra società, senza chiudere gli occhi, per esempio, davanti alle grandi difficoltà che incontrano persone passate dall’islam al cristianesimo. Il problema, a Firenze come in altre parti di Italia, non è tanto riferito al fare o no le moschee, ma è la perdita della nostra identità e delle nostre tradizioni. Perché non aprire un dibattito sulle centinaia di piccole chiese sparse nei paesi di provincia bisognose di restauri che rappresentano la nostra millenaria identità culturale?”