Morto stamani a 78 anni Paolo Calosi, uno dei personaggi popolari più noti della politica fiorentina, anima delle Feste dell'Unità dell'area fiorentina quando erano davvero feste di massa. "Under'75, Nonno a tempo pieno, Reperibilità h24, Guardone professionista arte moderna e contemporanea". Così si definiva sulla propria pagina Facebook, Paolo Calosi, portato via in poche settimane da un male rapido e che non lascia scampo. E poi, scherzoso come amava essere: ha studiato come "Titolare della sassaiola presso università della strada".
Grande dolore a Firenze e in tutta l'area metropolitana, Calosi lascia un vuoto in tutti coloro che lo conoscevano.
“Ci ha lasciato Paolo Calosi, Paolone per chi lo conosceva, una di quelle persone che metteva la passione per il suo partito avanti a tutto. Abbiamo bisogno di recuperare altruismo e senso di comunità, di cui lui è stato un esempio grandissimo. Non dimentichiamo i buoni esempi per promuoverne di nuovi. Un abbraccio alla famiglia e agli amici”. Così il sindaco Dario Nardella ricorda lo storico militante Paolo Calosi.
“Se penso a Paolo, mi vengono in mente tutta la forza e la generosità di cui è capace la passione politica e in lui quella forza e quella generosità sono state presenti fino all’ultimo. Ai familiari e a tutti i suoi compagni va il mio abbraccio più affettuoso”. Così il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ricorda Paolo Calosi.
“La sua vita - prosegue – è stata segnata da una costante dedizione alla comunità e la sua militanza si è nutrita dei valori della solidarietà e dell’impegno, sempre accompagnati da sorriso e ironia . La sua lezione – conclude - continuerà ad essere di insegnamento per tutti coloro che lo hanno conosciuto”.
Paolo Calosi era uomo di grandi principi e anche dall'opposizione giungono voci di sincero affetto: “Oggi se ne è andato via un pezzo bello di storia della sinistra fiorentina, e non solo. Ho conosciuto Paolone tanti anni fa, quando partecipavo all’organizzazione delle feste dell’Unità, e da allora – ricorda il presidente della Commissione controllo, il leghista Antonio Montelatici – fra di noi è nato un rapporto speciale. Mi ricorderò sempre quando un giorno arrivò in ditta da me, per portarmi a fare un sopralluogo nella ex area Fiat. Giunti sul luogo, pieno di sporco e di vegetazione spontanea, mi disse che, di lì a un mese, lì si sarebbe aperta la festa. Lo guardai negli occhi, dandogli del folle.
La festa, in effetti, ebbe inizio nei tempi stabiliti.
Quando c’erano le feste, quelle vere, molte volte cenavo con lui e con il “Sovietico”, altro compagno storico a cui eravamo molto legati.
Ciao Paolone, mi mancherai, specie per la tua simpatia e per il rispetto che hai sempre avuto per chi – conclude Montelatici – non la pensava come te".
Decine e decine i commenti su Facebook degli amici che ricordano Paolo Calosi. Ne riportiamo qualcuno anche per inquadrare meglio il turbinio di emozioni e affetti che Paolone ha saputo convogliare nella sua vita.
Il primo di Marco Gamannossi: "Qualche giorno fa Adamo mi aveva chiamato per dirmi che Paolone Calosi stava male. Senza più speranza.Stamani la notizia terribile. Paolone ci ha lasciati.Chiunque abbia vissuto, per qualche giorno, qualche settimana o - per mia immensa fortuna - tanti anni di Feste de l'Unità sa quanto fosse fondamentale.
Un personaggio immenso. Una vera colonna. Una persona che può insegnare a mezzo mondo il valore della bella politica, del volontariato, della bellezza del sorriso. Mi dedicò qualche mese fa dei pensieri bellissimi, carichi di affetto e di lucidità. E io no, caro Paolone, non ti avevo affatto dimenticato. Noi tutti non possiamo dimenticarti. È così complicato, porcaccia della miseria, racchiudere un'anima così bella in un post. Quindi cerco di fermarmi qui.Pezzi della nostra storia che se ne vanno.
Di quel mondo che è stato - diciamocelo - troppo spesso messo all'angolo e talvolta anche offeso e cancellato col bianchetto. Ma qui mi scatta la rabbia, e quindi è meglio che lasci stare.Formidabili quegli anni. Formidabili! Questo sono stati.Paolone, è il momento dei saluti. Ti si vole un gran bene. Io ho gli occhi lucidi e non riesco più a scrivere.Salutaci Iorio, ì Sovietico, il Meme e Riccardo. In un abbraccio così grande che li contenga tutti. Un caro abbraccio alla Famiglia”.
Il secondo di Serena Spinelli: "Stamani ci ha lasciato Paolo Calosi. L’amico e il compagno Paolone. Chi ha passato gli anni nella sinistra fiorentina, tra i tavoli e le cucine della Festa de L’Unità, non potrà dimenticare quell’omone dal carattere schietto, la battuta pronta, l’animo buono.
Ci ha insegnato cosa vuol dire essere compagni condividendo la passione, l’impegno e anche un po’ di sana follia. Mi ha insegnato a crederci sempre, a non arrendermi. La politica, la sinistra, l’arte contemporanea, la sua Tavarnelle, lo stare insieme. Ha dato tanto a tutti noi, così come al suo territorio. Paolone c’è sempre stato e ci mancherà tanto. Oggi suona strano, ma la frase con cui chiudeva sempre qui su facebook era: “Evviva la vita!”. Mi piace ricordarlo così.
Il terzo di Gino Bartolozzi: "Io senza una tessera in tasca un ci so stare, parliamoci chiaro". E mille altre parole, pensieri, battute, aneddoti, ricordi che mi travolgono e che in questo momento voglio tenere con me (stile copertina di Linus). Nel mezzo c'era la nostra comunità, l'impegno politico, la passione e il volontariato alla Festa de l'Unità. Un modo genuino e altruista di cogliere sempre il "noi" nell'impegno collettivo. Altri tempi, altri compagni. Altri partiti.Grazie di tutto e scusami... ti ho scritto troppo tardi, avrei voluto dirtene mille e mille ancora.Salutami Oro, i Sovietico, Meme e Riccardone.Non smettere di sorridere e di trasmetterci un po' di "leggerezza".Ti voglio bene, Paolone