Morire in carcere: ennesimo caso a Sollicciano

Presentazi​one a Firenze del libro "Chiamatel​a pure Giustizia (se vi pare)" dell'ex magistrato Giovandome​nico Lepore

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 novembre 2014 13:58
Morire in carcere: ennesimo caso a Sollicciano

Un tossicodipendente in cura metadonica, recluso nel carcere fiorentino di Sollicciano, si e' suicidato. Pare che fosse quasi a conclusione della sua terapia e che sia rimasto sconvolto dalla notifica di una sentenza definitiva, ovviamente per spaccio di droga. Come lui, in cura presso il Sert del carcere fiorentino, ce ne sarebbero circa altri 200.“Il suicida era un malato -interviene Vincenzo Donvito, presidente dell'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori- e anche se qualche giudice, politico e sanitario ci ricordera' che era tale perche' se l'era cercata, non riusciamo a levarci dal cervello il cosiddetto giuramento di Ippocrate, che a nostro avviso non deve valere solo per i medici ma per tutti coloro che hanno a che fare con servizi di utilita' pubblica.

E quelli del carcere, della pubblica amministrazione, etc, sono servizi come quello sanitario. Per cui chi e' malato non deve e non puo' essere lasciato in balia degli ordinari esecutori di questi servizi, per quanto dotati di strumenti per far fronte alla specifica situazione (il Sert del carcere nella fattispecie). Se un contribuente e' incapace di far fronte ai propri debiti, per esempio, non deve essere l'ente creditore a curarlo (decidere come e se farlo pagare a rate, per esempio), ma un organismo indipendente e di tutela del malato creditore.

Lo stesso dovrebbe valere per il tossicodipendente che deve scontare una pena: va levato dal carcere e curato da chi e' preposto esclusivamente al suo benessere sanitario. Logica e metodo che, ovviamente, vale solo se al primo posto mettiamo la salute - e il diritto alla salute- dell'individuo e non quello della specie umana e sociale nel suo complesso”.

Una delegazione di Radicali composta da Marco Pannella, dalla segretaria di Radicali Italiani, Rita Bernardini, dalla segretaria dell'associazione "Il detenuto ignoto", Irene Testa, e da alcuni militanti dell' Associazione per l'iniziativa radicale fiorentina "Andrea Tamburi" parteciperà mercoledì 26 novembre alla manifestazione organizzata per chiedere la verità sul caso di Marcello Lonzi (morto nel 2003 all'interno del carcere "le Sughere" di Livorno). L'evento organizzato dalla madre di Lonzi, Maria Ciuffi, si terrà davanti al Tribunale di Livorno in via Falcone e Borsellino a partire dalle ore 11.00.La Giustizia italiana vista da chi è stato in Magistratura per cinquant’anni ed è stato alla regia di alcune delle più importanti inchieste della recente storia giudiziaria: l’ex Procuratore della Repubblica di Napoli Giovandomenico Lepore.

E’ quanto propone il libro-intervista “Chiamatela pure giustizia (se vi pare)”, edito da CentoAutori e scritto a quattro mani con il giornalista Nico Pirozzi, in cui Lepore ripercorre la sua carriera e racconta con occhio critico il sistema giudiziario italiano e le sue complesse relazioni con il mondo politico, spaziando dalla corruzione alle ingerenze delle evolute e ramificate organizzazioni mafiose, dalle consolidate lacune strutturali alle possibili soluzioni.

Il volume verrà presentato a Firenze il 27 novembre presso la sede di Confindustria (via Valfonda, 9) a partire dalle 17. All’incontro con gli autori, aperto al pubblico, interverrà Margherita Cassano, consigliere della Corte Suprema di Cassazione, mentre la moderazione sarà affidata al giornalista Gigi Paoli del quotidiano La Nazione.

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