Dal 6 al 10 maggio Firenze ospita il Festival d'Europa e l’analisi del fenomeno migratorio, sarà un aspetto centrale: “L’approccio globale dell’Unione Europea alle politiche migratorie: dalla cooperazione allo sviluppo dell’accoglienza” è il titolo del seminario in programma giovedì 7, dalle 10 alle 16.30 a Villa Ruspoli.
Promosso da Università di Firenze Dipartimento di Scienze giuridiche - Laboratorio DIR.S.A. in collaborazione con ASGI, Concord Italia e Oxfam Italia, affronterà il tema dell’immigrazione e dell’asilo a partire dalle relazioni con i paesi di origine e transito dei migranti, sino alle politiche di integrazione.
Siamo sicuri che l'Italia sia il punto di arrivo? La domanda ce la fornisce Lorenzo Ridi responsabile di Oxfam Italia per Firenze e la Toscana. Chi vive ogni giorno la realtà dell'emergenza vede le cose da una prospettiva che può risultare persino sorprendente."I dati parlano chiaro - spiega Lorenzo - molti di coloro che riteniamo a torto "invasori" fuggono da una situazione di pericolo e sono spesso diretti altrove, come dimostrano i flussi migratori successivi alla richiesta di ospitalità.
Purtroppo si verificano situazioni paradossali: è ad esempio il caso in cui chi arriva in Italia è costretto a chiedere asilo qui anche se è diretto altrove e così accade che se il soggetto finisse in Germania lo rispedirebbero in Italia a regolare la posizione con il Paese ospitante. Noi dal punto di vista normativo e burocratico ci mettiamo poco a complicarci la vita, figuriamoci a loro".Dal 2015 gli sbarchi non sono diminuiti ed i morti sono aumentati.
Per questo Oxfam Italia ha chiesto al Governo italiano, alla Commissione e al Consiglio dell’Unione Europea di avviare un’operazione di ricerca e salvataggio sul modello di “Mare Nostrum” che fosse promossa, coordinata e finanziata a livello europeo, garantendo un transito sicuro verso l’Europa, in coordinamento con spazi umanitari e campi profughi, con la regia dell’UNHCR e la partecipazione attiva delle organizzazioni della società civile e per i diritti dei migranti."L'organizzazione ha chiesto anche di sospendere per almeno 12 mesi il Regolamento di Dublino che obbliga i migranti a richiedere asilo nel Paese di arrivo ed unire ai processi di migrazione a programmi di cooperazione internazionale per lo sviluppo dei Paesi di origine e vedere la mobilità come una scelta che può favorire lo sviluppo umano, senza introdurre elementi di ricatto per trasferire la responsabilità della gestione dei flussi dei richiedenti asilo nei Paesi intorno all’Europa e al Mediterraneo.
Infine Oxfam chiede un dibattito pubblico serio, basato sulla conoscenza dei dati reali, smascherando, di fronte ad un problema drammatico e complesso, il prevalere di speculazioni propagandistiche e di strumentalizzazioni elettorali, che hanno ormai influenzato gravemente l’opinione pubblica" commenta il responsabile OxFam.I profughi soccorsi nel Mediterraneo chiedono lo status di rifugiati ed OxFam offre loro vitto e alloggio, informazione e formazione, assistenza ed orientamento.
All'arrivo: respinti o peggio truffati. "Si tratta di un impatto traumatico - spiega Lorenzo - può capitare che vi siano soggetti interessati a lucrare sul migrante ed allora quei "rimborsi" definiti dallo Stato si concretizzano in servizi scadenti o bonus ritoccati, per questo il nostro lavoro non deve e non può fermarsi certo allo "stoccaggio", ma dobbiamo puntare ad un percorso integrativo vero che passi per l'istruzione della lingua italiana guardando alle necessità del vivere quotidiano.
Con OxFam forniamo anche la mediazione sanitaria ed il sostegno di avvocati che seguano gli adempimenti burocratici. Teniamo presente che le procedure sono lunghe, può occorrere oltre un anno per sapere se è stata accolta la richiesta di asilo avanzata alle autorità territoriali. Cosa fanno durante tutto questo tempo?". In concreto da cosa si parte? "Il fattore casa è certo determinante, ma qui ci scontriamo subito con la diffidenza: considerate ad esempio che nonostante OxFam faccia da garante, perché il rapporto economico i soggetti lo stipulano con noi, i proprietari degli immobili domandano "Ma da dove vengono?" e subito nascono i problemi.
Poi c'è la formazione linguistica che viene offerta da chi magari il percorso lo ha già fatto e si mette a disposizione dei nuovi arrivati. Arriva poi la ricerca di un lavoro e per questo abbiamo sviluppato personale specializzato nei Centri per l'Impiego e ad Arezzo abbiamo da tempo un bell'esempio di inclusione sociale dove le diverse culture si incontrano e l'orientamento lavorativo vede i migranti imparare un mestiere nuovo. Quella capacità di reinventarsi che tanto viene promossa a livello locale, l'hanno sperimentata da tempo coloro che magari erano ingegneri o tecnici informatici, professori o medici e sono venuti in Toscana a fare gli artigiani o altri lavori che hanno saputo ritagliarsi in un contesto già fortemente segnato dalla crisi economica".
Informazioni utili. "Servono risposte giuste alle domande che ci vengono rivolte - sottolinea Lorenzo - per questo dobbiamo farci trovare preparati ed investiamo molto in coloro che possono svolgere una corretta opera di intermediazione perché conoscono la cultura di origine e quella di transito e di arrivo. Abbiamo sempre più bisogno di personale qualificato e non possiamo permetterci di improvvisare".L'integrazione non è a senso unico. "A Torino, Milano, Firenze e Roma oltre 11.000 persone hanno partecipato alle passeggiate dei MigranTour, alunni delle scuole medie-superiori, ma anche adulti, turisti stranieri, cittadini comuni seguono i migranti di prima o seconda generazione, originari di Egitto, Senegal, Kenya, Ucraina, Nepal, Marocco, Bangladesh, Brasile, Romania e di tanti altri paesi, che parlano italiano oltre che mediamente altre due lingue e fanno da ciceroni.
Nel corso della passeggiata si visitano le associazioni che operano nei quartieri individuati, si conoscono commercianti ed artigiani o rivenditori di prodotti alimentari provenienti dai diversi Paesi. Si visitano i luoghi di culto appartenenti alle diverse religioni. A Firenze via Palazzuolo è nota per le notizie di cronaca: ma proprio lì portiamo i ragazzi a conoscere la realtà di una strada multietnica che esiste è reale e non possiamo non conoscerla o peggio, evitarla.
Le nostre non sono guide turistiche, sono persone extra-comunitarie, ma svolgono in questo modo attività didattico-formative regolarmente retribuite" non è necessario guardare quindi all'estrema periferia, basta una via che rientra nel Centro Storico Unesco.Il messaggio di OxFam è che la paura del diverso non conduce a nessun traguardo, tanto più che diversi sono anche i cervelli in fuga che partono dall'Italia e "rubano" lavoro all'estero.