L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha analizzato un campione di compravendite effettuate attraverso le agenzie affiliate Tecnocasa e Tecnorete nella prima parte del 2017. L’analisi si focalizza sul motivo dell’acquisto delle abitazioni ed interessa tre diverse realtà territoriali: Firenze città, Firenze provincia (escluso il capoluogo) e l’intera regione Toscana. A Firenze città si evidenzia che ben il 26,9% delle compravendite riguarda l’investimento, mentre il 73,1% delle compravendite riguarda l’acquisto dell’abitazione principale.
Un anno fa, nel primo semestre del 2017, si registravano percentuali simili, con la componente investimento al 27,1% e quella dell’abitazione principale al 72,9%. La percentuale di acquisti per investimento è più contenuta in provincia di Firenze (escluso il capoluogo), dove il 21,6% delle compravendite ha questa finalità, mentre il 78,4% degli acquisti riguarda l’abitazione principale. Infine, analizzando l’intera regione Toscana, si evince che la percentuale di acquisti per investimento si attesta al 24,9%, per il 4,4% si tratta di compravendite di casa vacanza e il 70,7% delle transazioni riguarda l’abitazione principale.
"Nonostante non si richiedesse alcun tipo di impegno e si aprisse allo spacchettamento della tenuta", per il consigliere metropolitanao Enrico Carpini (Territori Beni Comuni) le offerte pervenute alla Città Metropolitana in sede di manifestazione d'interesse per l'acquisto di Mondeggi "sono lontanissime dal poter essere considerate anche soltanto una base per una futura alienazione; la politica di svendita del patrimonio a tutti i costi non rappresenta un'opportunità di sviluppo per i beni pubblici ed a ben vedere neppure una fonte di entrate su cui poter contare".Affidare il destino di importanti complessi "soltanto ai capitali dei privati non è la soluzione, il caso di Sant'Orsola lo dimostra; non si commettano gli stessi errori".
Si dovrebbe pensare piuttosto "a far funzionare un ente che rischia di non essere in grado di spendere neanche i soldi che ci sono, vista l'incertezza nella quale è stato gettato dalle pessime riforme degli ultimi anni. Per Mondeggi è possibile tracciare un futuro diverso, fatto di valorizzazione e sostenibilità, bloccando la procedura di messa in vendita e mettendo intorno ad un tavolo tutti i soggetti pubblici che possono dare un contributo".
"Dagli alloggi in vendita sono stati esclusi, momentaneamente, i 14 di via dei Pepi fino al pronunciamento del Tar, ma compaiono 6 alloggi in via del Romito e 12 alloggi in via Beata Umiliana dei Cerchi" Lo afferma la consigliera di Alternativa Libera, Miriam Amato, dopo aver esaminato il piano delle alienazioni previsto nel Bilancio di previsione 2018 di prossima approvazione in Consiglio. "Gli appartamenti di via del Romito - continua la consigliera - appartenevano originariamente all’IPAB, che aveva fini di pubblica assistenza e beneficenza, i cui beni sono passati al Comune di Firenze con il vincolo sociale, ovvero, i proventi devono essere destinati ai fondi di bilancio iscritti per lo svolgimento di attività assistenziali del Comune".
"Gli alloggi in via Beata Umiliana dei Cerchi sono oggi venduti ad una cifra di 900 mila euro - sottolinea Amato - mentre invece la Regione, che aveva dato il via libera alla vendita, destinando comunque i fondi all'ERP aveva definito una cifra di 2.500.000,00 euro: la giustificazione della differenza nel prezzo, portata dal Comune, sarebbe data dalle aste andate deserte finora e dall’impossibilità di aumentarne la SUL, quindi di estenderne la superficie"."Le motivazioni sullo stato degli edifici non reggono e si tratta di una vera e propria svendita - sottolinea la consigliera - con dubbi rientri di introiti ."Infatti il Comune di Firenze, vendendo ad Invimit - spiega la consigliera - ha un introito immediato di 3.400.000,00 euro, che corrisponde al 30% sul valore totale degli appartamenti, che ammonta a 13.500.000,00 ed il resto , il 70%, attraverso un fondo, che potrebbe non avere negli anni plusvalenze, quindi ulteriori utili, mentre i costi sono certi: un fondo che verrà estinto fra 20 anni e di cui come Comune spetterà solo il 3%.
In sintesi, il Comune svende oggi il patrimonio senza una certezza di rientro del suo valore nel corso di 20 anni, quindi , i rimanenti 9.000.000,00 subiranno il destino del fondo, in un operazione commerciale che segue le dinamiche privatistiche a discapito del patrimonio comunale", conclude Amato.