Firenze – Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza una mozione, presentata dal Movimento 5 Stelle, che impegna la Giunta regionale “ad evidenziare, in tutte le sedi di confronto e di trattativa relative al nuovo atto di indirizzo per il rinnovo della convenzione della medicina generale una serie di criticità, supportando ogni utile iniziativa e proposta volta al loro più ampio superamento”. Fra le criticità in oggetto, come ha spiegato Andrea Quartini (M5S) illustrando l’atto all’aula, emerge il fatto che si modifica l’attuale determinazione del rapporto ottimale medico/paziente; che si prevede un ruolo unico dei medici di cure primarie, per cui il medico di cure primarie potrà svolgere sia attività professionale di tipo fiduciario che su base oraria; che la trattativa con le rappresentanze sindacali dei medici convenzionati si presumono piuttosto problematiche; che si prevede la possibilità di prenotare visite ed esami, rendendo non più operativi i Cup; che il nuovo assetto sovraccaricherebbe di lavoro improprio il 118; che la previsione normativa obbligherebbe inoltre i cittadini a recarsi al pronto soccorso per qualunque malore notturno. Serena Spinelli (Pd) ha evidenziato la necessità di affrontare il problema anche con un dialogo con i lavoratori del servizio di guardia medica.
Il presidente della commissione sanità Stefano Scaramelli (Pd) ha sottolineato positivamente il ruolo attribuito alle aziende sanitarie.
La CISL Funzione Pubblica di Firenze e Prato rimane perplessa nel vedere assegnate, in un momento in cui si cerca di ridurre le spese in ogni ordine e grado, ulteriori risorse al comparto apicale della Dirigenza dell'ASL Toscana Centro. Si parla di una cifra cospicua: 252.306,80 euro. La CISL Funzione Pubblica Firenze Prato auspica che le attenzioni della Direzione non ricadano solo su prospettive di rientro di bilancio ma su una concreta politica di crescita atta a dare risposte concrete e puntuali all'utenza e, a tal proposito, rimane in attesa di positivi riscontri da parte di chi governa questa realtà aziendale.
"Avevamo già chiesto lumi all’assessore alla sanità Saccardi sul ruolo di Federsanità Toscana nella riorganizzazione delle nuove zone-distretto. La risposta non ci aveva soddisfatto e i fatti sembrano darci ragione. Federsanità ha ottenuto da alcune Società della Salute (SdS) l'incarico di svolgere una serie di attività che la legge regionale assegna proprio alle SdS, le quali dovrebbero di conseguenza attivarsi in tal senso, oppure alle Aziende Sanitarie e all'Agenzia Regionale di Sanità, a titolo naturalmente gratuito.
Il fatto è che invece Federsanità svolgerà questo compito a pagamento: ben 35mila euro la cifra richiesta" affermano Paolo Sarti e Tommaso Fattori, consiglieri regionali di Sì Toscana a Sinistra. "Abbiamo presentato una nuova interrogazione e una mozione in Consiglio regionale per chiedere ulteriori spiegazioni alla Giunta su una vicenda che potrebbe interessare anche la Corte dei Conti, visto il potenziale spreco di risorse pubbliche. Chiediamo risposte per comprendere meglio i contorni della vicenda e perché venga impegnato denaro pubblico per far svolgere a Federsanità attività di competenza del direttore delle SdS e del suo staff.
Ma chiediamo anche l’intervento nei confronti delle SdS interessate, ed in particolare dell’Azienda Sanitaria Toscana Nord/Ovest." "Vorremmo poi capire come mai Federsanità Toscana abbia ricevuto circa 137.000 euro dalla Giunta regionale per supportare la riorganizzazione del governo del territorio quando la Giunta avrebbe potuto avvalersi dei propri organismi di consulenza e di supporto tecnico e dei propri professionisti, lautamente pagati per svolgere questo tipo di lavoro. Forse per dare ancora lavoro alla Corte dei Conti?"
Sono soprattutto le sessioni chirurgiche per le patologie oncologiche, quelle in cui si rende necessario l’esame intraoperatorio dei tessuti per capire come indirizzare l’intervento. In quei casi, l’analisi va fatta a tambur battente perché nel frattempo il paziente è sul letto operatorio sotto anestesia. Ebbene: all’ospedale del Valdarno di Santa Maria alla Gruccia, a Montevarchi, si è rotto l’apparecchio che serve a questo scopo. Si chiama criostato: abbatte la temperatura dei tessuti fino al loro congelamento, ne seziona delle lamelle sottilissime su cui poi l’anatomo patologo effettua l’accertamento e produce la risposta.
E’ rotto, si diceva. «I tessuti – lamentano il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (Forza Italia) e il neoeletto consigliere comunale a Montevarchi Francesco Renzi (anche lui Fi) – mentre il paziente è sotto anestesia vanno a Arezzo, niente di meno. E intanto alcune sedute operatorie già in programma alla Gruccia, ad esempio una di senologia oncologica ai primi del prossimo luglio, saltano». Brutta prassi, a occhio. E per vederci più chiaro Mugnai sottopone il frangente alla giunta regionale chiedendo, tramite interrogazione, se e quando il criostato dell’ospedale del Valdarno tornerà in funzione e se nel frattempo non sarebbe possibile utilizzare quello dell’ospedale della Fratta, in Valtiberina, che, «secondo segnalazione» sarebbe spento.
Ancora, Mugnai domanda in generale quali siano, ad oggi, le prospettive dell’anatomia patologica allaGruccia, più volte in odor di dismissione, e come sia messa «la lista di attesa per chirurgia senologica nel distretto sanitario» valdarnese. Dovendo trasportare il tessuto fino a Arezzo, argomenta Mugnai, i tempi si dilatano parecchio: «Ad esempio per un intervento alla mammella – scrive nel suo atto – che in sé dura circa 40 minuti e per il quale è obbligatorio l’esame intraoperatorio del lifonodo sentinella e dei margini del campione tissutale, l’attesa si allunga di almeno 60 minuti».