Mark Boals è apparso in Italia per un evento speciale e unico in tributo a Ronnie James Dio. Uno degli eventi clou della stagione 2018/19 del Santomato Live Club è stato certamente il concerto il 22 febbraio di The Holy Divers – Ronnie James Dio tribute band - con ospite speciale Boals, in assoluto uno dei più talentuosi cantanti di hard rock e heavy metal della scena internazionale. Mark Boals ha lavorato con Ted Nugent, Yngwie Malmsteen, Dokken, Royal Hunt, Tony MacAlpine, Uli Jon Roth, Tommy Aldridge e molti altri.
Oltre ai suoi progetti personali, insieme ai musicisti dei The Holy Divers ha iniziato una collaborazione strutturata, il progetto ha preso il via in Stillflames, ed è già disponibile il loro primo brano End of a dream su YouTube. Boals è entrato in contatto con la band fiorentina attraverso Damiano Ammannati, chitarrista e fondatore di questo tributo; la sintonia è stata immediata, anche perché Mark negli Stati Uniti ha cantato anche in una tribute band gemella, i Dio Disciples.
Mark Boals è una persona piuttosto timida, ma estremamente aperta e generosa del suo tempo; insieme a The Holy Divers (Leon Slade – voce, Damiano Ammannati – chitarra, Samuele Morrocchi – chitarra, Simone Lapucci – basso, Andrea Ammannati – batteria) ci ha ospitati la sera prima del concerto in sala prove, e nel backstage prima del concerto stesso, disponibile a una chiacchierata sulla sua carriera musicale.
Domanda Sin dall’inizio della tua carriera, hai sempre cantato o suonato il basso, o entrambi contemporaneamente. Come gestisci la tua attività artistica, amando sia cantare che suonare?
Mark Beh, è sempre musica. Amo fare entrambe le cose. Ho iniziato facendo entrambe le cose contemporaneamente L’ultima volta che ho cantato e suonato il basso è stata quando ero con Ted Nugent, molti anni fa, prima che di essere coinvolto con Malmsteen. Yngwie aveva bisogno soltanto di una cantante e così ho iniziato a cantare solamente, godendomi questo percorso senza suonare, anche se amo ancora molto suonare il basso perché mi fa concentrare sulla trama musicale di un brano.
Domanda Tu sei uno dei pochissimi cantanti rock che ha le qualità canore di un soprano alto, ma sarebbe davvero un peccato tu rinunciassi a suonare il basso, visto che sei un ottimo musicista!
Mark Dipende da cosa mi viene offerto di fare, da chi mi chiede di fare cosa, dal progetto. Non potrei mai rinunciare a nessuna delle due cose. Io non voglio fare una dimostrazione delle mie qualità canore, arrivare per forza al mio limite, io voglio semplicemente rendere le canzoni bellissime, con un ottimo suono. Per me, quello che vale è la canzone. Voglio portare la canzone, la musica, in vita.
Domanda Tu hai collaborato con tantissimi musicisti di valore. Ma chi ti ha influenzato di più all’inizio della tua carriera, inspirato sin da quando eri piccolo, visto che sei cresciuto in una famiglia piuttosto “musicale”?
Mark Entrambe le mie nonne cantavano a me e con me quando ero molto piccolo, suonavano il piano, l’organo, l’arpa, musica da chiesa soprattutto; ho iniziato proprio a cantare in chiesa quando avevo quattro anni, anche assoli. Ma ascoltavo tanto anche la radio, e quando avevo cinque anni ho ricevuto come regalo una radiolina tutta mia, e la tenevo incollata al mio orecchio finché non scaricavo le batterie. Cantavo insieme a chiunque passasse alla radio, incluso James Brown, Pavarotti, qualsiasi stile di musica a cui si possa pensare, Tom Jones, Frank Sinatra, Michael Jackson.
Amavo qualsiasi bravo cantante, di qualsiasi stile, e volevo imparare a cantare come loro tutti. Ma il mio vero imprinting musicale è avvenuto quando ho sentito per la prima volta i Black Sabbath e i Deep Purple, però. Ho pensato – wow, questa musica è diversa, è cool! - e allora ho iniziato una strada musicale totalmente diversa da quella propostami dalla radio. Non era musica che all’epoca passavano alla radio, i loro primi lavori non erano popolari e mi faceva sentire speciale conoscerli.
Mi piaceva il modo in cui i cantanti si permettevano di urlare su note alte!
Domanda Qual è stato il primo concerto al quale sei andato, e chi per primo ti ha impressionato dal vivo?
Mark Ho visto i miei primi concerti quando avevo dieci, undici anni; nella città dove vivevo, Youngstown in Ohio, c’era un festival in estate dove nomi grossi del mondo musicale venivano a esibirsi. Per esempio ho visto gli Eagles durante il loro primo tour, e mi impressionarono abbastanza. Ma continuavo ad andare musicalmente verso l’hard rock; quando avevo sedici anni andai a vedere i Black Sabbath, il cui concerto veniva aperto da degli sconosciuti chiamati Van Halen: non mi ricordo neanche di aver poi visto o sentito i Black Sabbath, che pure erano una delle mie band preferite, perché i Van Halen furono incredibili, fantastici, energia pura. Questo accadeva prima che il loro primo disco uscisse, che fossero passati dalle radio e diventassero famosi … Avevano già suonato insieme sul Sunset Strip per tanti anni, erano una band molto compatta, unita.
Domada Tu e i musicisti italiani. Ti sei coinvolto piuttosto spesso con loro: Daniele Liverani, Dario Mollo, Mistheria, Frank Caruso, e ora gli Stillflames. L’Italia non è famosa nel mondo per i suoi musicisti rock, tu invece nei hai scoperti molti, e ti sei coinvolto in vari progetti.
Mark In Italia ci sono ottimi musicisti, che sono anche persone davvero in gamba, ho sempre sensazioni piacevoli quando lavoro con loro. Sin dall’inizio della mia carriera ho suonato con musicisti internazionali, sia che fossero svedesi, o giapponesi, o italiani. Devo anche ammettere che l’Italia è uno dei miei luoghi preferiti nel mondo, certamente per i musicisti, ma anche per la gente, per il cibo, per il vino … un po’ tutto. Ma soprattutto amo l’architettura, la storia, l’arte... amo camminare per strade che hanno centinaia di anni, e le pietre sono sempre le stesse. Dell’Italia conosco abbastanza bene la Toscana, la Calabria e la Sicilia. Mi piacerebbe esplorare il nord; sono stato diverse volte a Milano, ma per concerti che erano inseriti in tournée, senza molto tempo libero. Non sono mai stato a Venezia, mi piacerebbe molto visitarla.
Domanda E allora, quando torni in Italia?
Mark Tornerò penso in aprile e maggio, per un tour europeo con musicisti italiani - non vi svelo chi! - amici con i quali ho già lavorato precedentemente. Faremo un tributo per i 33 anni del disco Trilogy che ho registrato con Yngwie Malmsteen, e anche altre cose diverse. Vi aspetto ai concerti!
Di seguito la scaletta della serata, con brani di Black Sabbath, Blackmore’s Rainbow, e di R.J.Dio. A metà concerto, Boals ha interpretato da solo Nessun Dorma di Giacomo Puccini: Kill the king; Stand up and shout; Children of the sea; Cought in the middle; Holy diver; Die young; Nessun Dorma; Neon Knights; Long live rock and roll; Heaven and hell; We rock; You don't remember, I'll never forget; Rainbow in the dark; Don't talk to strangers.
Per ascoltare The Holy Divers dal vivo, segnaliamo che il prossimo concerto sarà il 12 aprile al Roof di Lucca.
Foto di copertina di Biancalisa Nannini - Fotogallery di Francesca Cecconi