Mare in gabbia, nuovo blitz per la riapertura di Cala dei Frati
Legambiente: “Il diritto all’accessibilità delle spiagge è sancito dalla Cassazione. Chiediamo che la collettività possa finalmente riappropriarsi di questo luogo, così come di tutte le altre spiagge dell’Elba ancora negate”
“Mantenete le promesse: Riaprite Cala dei Frati”. È lo striscione esposto questa mattina davanti al Municipio di Portoferraio dai volontari di Legambiente e dall’equipaggio di Goletta Verde per protestare contro la mancata riapertura della spiaggia di Cala dei Frati.
Un blitz, in occasione del passaggio della storica imbarcazione dell’associazione ambientalista all’Isola d’Elba, per chiedere al sindaco e all’amministrazione comunale di Portoferraio di mantenere le promesse e restituire finalmente ai cittadini e ai turisti questo splendido luogo inaccessibile ormai da anni, divenuto il simbolo del “mare in gabbia”. I volontari di Legambiente hanno sfilato per le strade cittadine prima di arrivare in Comune, un corteo utile anche per informare i cittadini sulla situazione di Cala dei Frati.
“Sono più di venti anni che chiediamo alle amministrazioni dei diversi colori la riapertura dell’accesso che dalla strada della Padulella portava a Cala dei Frati, oggi interrotto dalla recinzione di due ville – denuncia Umberto Mazzantini, responsabile Mare di Legambiente Toscana -. Nonostante un accordo di massima tra Comune, proprietari e Legambiente, la spiaggia resta inaccessibile e la costa presenta evidenti di dissesto idrogeologico. Ormai è chiaro che le rassicurazioni delle amministrazioni comunali che si sono succedute a Portoferraio non bastano più. Cala dei Frati è ancora incatenata, nonostante ormai siano venute fuori anche le vecchie foto che dimostrano senza ombra di dubbio quel che molti portoferraiesi sanno bene: un sentiero di accesso esisteva e proprio in un punto dove andrebbe ricostruito”.
Aveva sollevato molte speranze la bozza di progetto presentata dal Sindaco Mario Ferrari nel 2015 e che godeva del pieno sostegno di Legambiente, ma da allora niente è stato fatto. Il Cigno Verde confida che questo nuovo blitz di Goletta Verde – il terzo da quando Legambiente e cittadini chiedono di liberare Cala dei Frati – serva a dare la spinta per mantenere finalmente le promesse fatte da diverse amministrazioni comunali portoferraiesi.
Cala dei Frati non è l’unico esempio di mare in Gabbia all’Isola d’Elba: il più recente dossier di Legambiente segnalava almeno 13 casi di spiagge inaccessibili o chiuse e i casi più eclatanti restano ancora quelli della spiaggia della Baronessa a Marciana Marina, delle vicine spiaggette del Maciarello tra La Cala e Sant’Andrea, della Spiaggia delle Secche nel Comune di Rio nell’Elba e di quella del Direttore nel Comune di Rio Marina, ma non mancano calette dove l’accesso è interdetto o reso difficoltoso dai privati o dall’abbandono dei sentieri di accesso anche nel capoliverese e nell’Elba occidentale.
Nel frattempo, denuncia Legambiente, la Costa Bianca di Portoferraio di cui fa parte Cala dei Frati è stata ed è oggetto di un processo di privatizzazione strisciante. Si continua quindi troppe volte a negare a cittadini e turisti di poter godere di alcuni dei luoghi più affascinanti dell’isola. Queste spiagge “in gabbia” saranno comunque interessate dal progetto “Vele Spiegate” e ripulite dai rifiuti dai volontari di Legambiente provenienti da tutta Italia e coordinati da Diversamente Marinai.
“L’accessibilità alle spiagge e un diritto sancito da diverse sentenze della Corte di Cassazione – aggiunge ancora Mazzantini – e per questo diritto continueremo a batterci. Non solo per Cala dei Frati, ma anche altre spiagge dell’Isola d’Elba che continuano a essere in gabbia”.