La Regione Toscana e il Ministero delle politiche agricole si sono detti disponibili a mettere in atto le misure necessarie a sostenere con aiuti concreti il mondo agricolo e il settore florovivaistico duramente colpiti dal vento che ha battuto la Toscana nei giorni scorsi. Questo è emerso nel corso dell'incontro che il ministro Maurizio Martina e il presidente Enrico Rossi, presente l'assessore regionale all'agricoltura, Gianni Salvadori, hanno avuto con i rappresentanti di categoria presso la presidenza della Regione Toscana.Enrico Rossi: "Chiederemo al Governo di dichiarare lo stato di emergenza.
Ricordo poi che fino al 27 marzo le imprese e le partite Iva hanno la possibilità di richiedere prestiti fino a 25.000 euro ad interessi zero e che per le famiglie pensiamo di concedere per le prime case che hanno subito danni fino a 5.000 euro di prestito a chi ha un Isee fino a 36.000 euro, cioè ai tre quarti dei cittadini".
"Tra le misure che stiamo studiando – ha spiegato Rossi – figurano l'abbattimento completo degli interessi sui finanziamenti alle imprese, grazie all'intervento della Bei, la Banca europea degli investimenti. Poi c'è la possibilità di dilazionare di un anno il pagamento della quota capitale sui mutui già in essere. E ancora quella di concedere una deroga ai pagamenti dei contributi per i lavoratori del settore". I florovivaisti presenti, molti dell'area pistoiese e alcuni della Versilia e della lucchesia, hanno sottolineato la necessità di ottenere aiuti urgenti in grado di sostenere una ripresa che si stava intravedendo e di reggere la concorrenza internazionale in un periodo di grande attività nel settore per garantire le consegne primaverili."Prima di tutto è fondamentale – ha aggiunto il ministro Martina – che ci giunga il conto esatto dei danni.
Poi vedremo quale quota del Fondo nazionale di solidarietà potremo utilizzare, ben sapendo però che non potrà essere questo un intervento risolutivo. Verificheremo anche quali servizi potrà mettere l'Ismea (l'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) a disposizione del settore florovivaistico. Per il resto e per il futuro occorre agire sul versante delle assicurazioni per le strutture e la produzione".Il ministro ha confermato anche la sua disponibilità a lavorare su possibili deroghe rispetto ai pagamenti e agli obblighi fiscali e ha dichiarato che resterà in stretto contatto con la Regione e con l'assessore toscano all'agricoltura.Dal canto suo il presidente Rossi ha chiesto di ricevere il conto dei danni entro giovedì 19 per poterlo trasmettere immediatamente a Roma.Il presidente ha annunciato infine l'intenzione di mettere al lavoro un gruppo di esperti incaricato di indicare come procedere con le messe a dimora di nuove piante e di verificare l'impatto ambientale in merito alla difesa del suolo e alla riduzione dell'anidride carbonica della distruzione dei tanti alberi sradicati dall'uragano che si è abbattuto sulla Toscana.Un prossimo incontro per far il punto sulla situazion è previsto tra circa due settimane.“Il fatto che il Ministro si sia mobilitato in prima persona è un segnale importante e che ci rassicura ma la situazione resta gravissima” dichiara Francesco Miari Fulcis, Presidente di Confagricoltura Toscana al termine del vertice sui danni causati dal maltempo in Toscana che si è tenuto stamani fra il Ministro all’Agricoltura Maurizio Martina, il Presidente della Regione Enrico Rossi e i rappresentanti sindacali del mondo agricolo.
“Non si regista neppure un’azienda – continua Miari Fulcis - che non abbia subito danni alle culture e alle strutture fisse e mobili proprio in un momento della stagione in cui il vivaio comincia ad esportare i propri prodotti. La sensibilità dimostrata dal governatore Rossi ci ha fatto sperare in un interessamento vero del problema da parte della Regione. Oggi, a distanza di tre giorni dalla catastrofe, l’incontro con il Ministro Martina ci ha permesso di evidenziare alcuni aspetti per mettere in sicurezza le aziende nel prossimo futuro.
Non abbiamo comunque garanzie su come saranno sostenute le nostre aziende ma sicuramente possono essere messi in atto interventi possibili e immediatamente attuabili come la sospensione delle rate dei contributi necessaria per poter continuare a mantenere l'occupazione e la sospensione della quota capitale dei mutui in quanto gran parte del settore agricolo è abituato a fare affidamento sul credito. C’è poi – conclude il Presidente di Confagricoltura Toscana - la fase delicatissima di ricostruzione dei vivai e il passaggio relativo al mantenimento dei propri clienti: l’azzeramento della produzione infatti rischia di far saltare tutti quegli accordi commerciali già presi dalle aziende dirottandoli irrimediabilmente su altri mercati.”"Chiediamo il riconoscimento immediato della calamità e completo ed il risarcimento dei danni subiti, per permettere alle aziende agricole toscane di non perdere ulteriori quote di mercato.
Chiediamo inoltre il rinvio dei contributi previdenziali ed il rinvio delle rate dei mutui" in sintesi quanto sottolineato dalla Cia Toscana – con il presidente Luca Brunelli, il direttore Giordano Pascucci e Sandro Orlandini, presidente Cia Pistoia - nell’incontro di quest’oggi in Regione Toscana con il presidente Enrico Rossi, il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ed il presidente nazionale Cia Dino Scanavino. Al centro dell’incontro i danni ingenti causati dal maltempo dei giorni scorsi che hanno devastato la regione, in particolare il settore florovivaistico della Versilia, del Pistoia e della zona di Prato.
Per la Cia Toscana è necessario il ristorno del 100% dei danni. La frequenza di questo tipo di calamità (bombe d'acqua, grandinate, vento forte) che stanno martoriando sempre più spesso la Toscana, e che colpiscono zone circoscritte ma con danni totali per le singole aziende, impongono di passare a nuovi strumenti di risarcimento che mettano al riparo le aziende agricole. «Gli attuali strumenti – ha aggiunto la Cia - non sono più sufficienti e le aziende agricole toscane rischiano per una bomba d'acqua di cinque minuti di vedere distrutto il lavoro ed il reddito di un anno intero.
Situazione non più sostenibile».Inoltre nel pomeriggio di oggi Brunelli, Pascucci e Orlandini della Cia Toscana e Dino Scanavino, Cinzia Pagni, Rosanna Zambelli e Alberto Giombetti della Cia nazionale hanno visitato alcune aziende del pistoiese devastate dall’uragano dello scorso giovedì. "Oltre al danno, la beffa. Maltempo e imu, due facce della stessa medaglia che inquadrano alla perfezione la difficile realtà del settore agricolo in provincia di Siena. L’Unione Provinciale Agricoltori invita il Governo ad ascoltare il grido di allarme e le richieste di sostegno di un settore che rischia di essere messo in ginocchio dalle intemperie degli ultimi giorni a cui si aggiungono incertezza e inequità fiscale.Non abbiamo ancora potuto quantificare il danno del maltempo alle aziende dei nostri soci – sottolinea il presidente di Upa Siena Giuseppe Bicocchi -, ma specie nel settore florovivaistico i danni sono ingenti.
Siamo sbigottiti al pensiero di essere un settore produttivo da spremere ulteriormente con normative inique come quella sull’imu che approderà di nuovo alla Camera dopo gli emendamenti approvati in Senato. E’ inaccettabile una tassa su un bene come la terra che, per sua natura, per produrre reddito ha necessità di numerose spese. E quando il maltempo manda all’aria investimenti e fatica come negli ultimi giorni – conclude Bicocchi – le aziende rischiano seriamente di essere messe in ginocchio».«E’ proprio il caso di dire che piove sul bagnato – aggiunge il direttore di Upa Siena Gianluca Cavicchioli -.
Il settore agricolo nella provincia di Siena vuol fare la sua parte nella risalita economica del nostro territorio e nel nostro Paese, ma deve esssere messo in condizione di poter contribuire e in proporzione a quanto produce. E’ vero che il maltempo ha un carattere di eccezionalità a cui adesso bisogna far fronte con spese elevate da parte degli agricoltori, ma è anche questo il segnale che l’intero comparto necessita per sua natura di particolare attenzione. Non vogliamo favoritismi ma chiediamo che i nostri numeri e le nostre istanze siano ascoltate da un Governo che sembra essere sordo.
Solo così – conclude Cavicchioli – possono essere date risposte concrete ed esaustive ai produttori agricoli".