“Già nel bilancio consuntivo 2021 si poteva leggere che qualcosa non andava o quanto meno che fosse necessaria la massima prudenza poiché il risultato di bilancio in attivo di qualche centinaio di migliaia di euro era stato ottenuto attraverso la capitalizzazione degli allestimenti, altrimenti sarebbe andato in perdita. E invece nel 2022 è stato fatto esattamente il contrario: 12,7 milioni di costi di produzione a fronte di 2,7 mln da ricavi bigliettazione oltre ai 5,4 mln di sponsor privati (di cui 1 mln anticipato di un’annualità) L’ennesimo sprofondo rosso dei conti del Maggio con queste cifre era sicuro tenendo conto che i contributi pubblici sono destinati sostanzialmente a coprire i costi del personale e quelli della manutenzione del teatro.
E meno male che il Ministro Sangiuliano ha optato per la scelta del commissario, Dr. Cutaia, che ha scelto di continuare l’attività del Teatro, scongiurando la chiusura, rivedendo la programmazione con attenzione al mantenimento della qualità dell’offerta ma fermando forzatamente almeno una parte della programmazione 2023, che altrimenti avrebbe fatto registrare un’ulteriore significativa perdita. Tra le opere stoppate balzano agli occhi le cinque date dei “Maestri Cantori” programmate tra il 22 giugno e il 7 luglio con un costo preventivato di 1.489.000 di euro: cinque date in periodo estivo considerando che il teatro d’opera ha una capienza di 1.800 posti, come potevano essere sostenibili ? Con questo bilancio?
E qui si lega il tema sui ricavi da biglietti, evidentemente disallineati dalla realtà. 4 milioni messi a bilancio anche nel 2023 nonostante, come detto, nel 2022 fossero stati 2,7 milioni.
Il sovrintendente Pereira ha certamente e pienamente le sue responsabilità in ordine ai conti del Maggio ma la sua nomina è stata voluta e difesa dal Sindaco Nardella, e non si riesce a capire come sia possibile che lui o chi collabora con lui non abbia notato nulla di quanto stava accadendo al Maggio.
Cutaia è stato chiaro sulla situazione e sulle risorse da trovare: entro il prossimo luglio la Fondazione dovrà essere ‘solvente’, ovvero dovrà avere titoli certi, a fronte di risorse straordinarie, pari a 8 milioni. In caso contrario, l’unica alternativa sarà la sospensione delle attività e il tentativo di ricorso alla cassa integrazione per i lavoratori, che non debbono pagare per l’incompetenza di altri.
Il Governo ha immediatamente dimostrato la propria attenzione per il Maggio e i suoi lavoratori, ma è evidente che Comune, città metropolitana e Regione debbano chiarire le proprie responsabilità e cosa intendano fare per la propria parte”.
Questo l’intervento del presidente della Commissione Controllo Jacopo Cellai.