Firenze, 30-3-2019- Presidio permanente da ieri e lavoratori in sciopero della fame (“se non possono più mangiare i nostri figli, non mangiamo nemmeno noi”, dicono): è la situazione estrema che si sta verificando davanti ai cancelli della Bagnolo Srls (ditta di Calenzano che si occupa di pronto moda e stireria, circa 25 dipendenti). I lavoratori due giorni fa sono stati allontanati dall’azienda dal proprietario, che ha detto di non avere i soldi per pagare loro lo stipendio (per il secondo mese consecutivo).
I lavoratori, tutti stranieri di cinque nazionalità diverse (Afghanistan, Bangladesh, Costa d’Avorio, Senegal, Pakistan), raccontano che lavoravano (anche per conto di noti marchi della moda) più ore del dovuto (e non retribuite) secondo il loro contratto (un part time). Da ieri i lavoratori e la Filctem Cgil sono in presidio davanti ai cancelli dell’azienda in via Baldanzese 149 a Calenzano, con l’obiettivo di incontrare la proprietà (che ha rimandato a un incontro per martedì prossimo).
Nel corso della mattinata, sono stati visti diversi clienti venuti a ritirare scatoloni.
Dice la Filctem Cgil: “Si ripropone con forza il tema della trasparenza della filiera e della legalità nei settori produttivi, chiederemo l’interessamento delle istituzioni sulla vertenza. Intanto restiamo qui al presidio permanente dei lavoratori, che sono letteralmente disperati: non sanno come pagare l’affitto di casa e di come provvedere alle famiglie, hanno diritto a essere ascoltati ed aiutati”.
Le rappresentanze sindacali Filtem Cgil e Femca Cisl, unitamente alle Rsu del sito di Sesto Fiorentino, denunciano la situazione di incertezza della Roberto Cavalli dovuta alla prematura decisione della Italmobiliare S.p.a , nella persona di Carlo Pesenti, in qualità di Consigliere Delegato e Direttore Generale, cui fa capo il fondo Clessidra, di disimpegnarsi dall’investimento e di presentare una richiesta di pre-concordato per l’azienda. Questo nonostante le trattative in corso per la vendita al gruppo americano Blue Star Alliance. La conseguenza di tale procedura, la cui apertura è prevista per il 1° aprile, oltre ad avere ripercussioni sul piano di sviluppo che l’azienda intende intraprendere, potrebbe aprire la possibilità di consegnare agli ammortizzatori sociali l’immediato futuro dei lavoratori e lavoratrici del sito, senza alcuna garanzia di continuità per il futuro.
"La richiesta delle maestranze è quella di scongiurare non solo il rischio di una cassa integrazione ma anche tutte le conseguenze che questa possa comportare: non saranno infatti accettate soluzioni che comportino decurtazioni salariali anche minime dei lavoratori e delle lavoratrici -spiegano da Filctem Cgil e Femca Cisl Firenze- Chiediamo, quindi, che chi in questi giorni sta decidendo del futuro di oltre 270 famiglie, sia consapevole del fatto che la gestione ed il futuro di un’impresa devono necessariamente passare attraverso il buon senso ed un comportamento eticamente corretto nei confronti dei lavoratori che per anni hanno lavorato per un marchio storico del made in Florence, apprezzato nel mondo ancora da tante donne".
Stante la gravità della situazione, verranno intraprese nell’immediato le azioni di lotta necessarie perché sia preservato il rispetto della dignità dei lavoratori stessi e il futuro dell’azienda ed è, dunque, previsto un primo sciopero per la giornata di lunedì 1° aprile con presidio a Firenze in piazza Unità d’Italia dalle 9,30 (in concomitanza, i sindacati saranno ricevuti nella sede della Regione in Palazzo Cerretani, sempre in piazza Unità d’Italia, per l’incontro all’Unità di crisi sulla vertenza).
“E' la nostra prima volta e forse anche questa novità dà il senso di quanto la situazione sia grave e vicina al punto di non ritorno” così Erich Lucchetti presidente degli industriali di Massa Carrara motiva la decisione delle imprese apuane di scendere in piazza a fianco dei cavatori per lo sciopero indetto da Feneal-Uil e Fillea-Cgil lunedì 1 aprile a Carrara. “Le imprese così come i lavoratori – spiega Lucchetti - condividono la necessità di trovare risposte ad una grave situazione di stallo ed incertezza che grava sul futuro delle nostre cave con conseguenze che potrebbero diventare disastrose sia per l'intero settore lapideo sia per il resto dell'economia apuana”. “Ho parlato con molti nostri associati e ho ricevuto decine e decine di telefonate e messaggi – spiega Lucchetti – in cui tutti mi hanno detto che vogliono essere presenti alla manifestazione di lunedì.
E non si tratta solo di imprenditori del lapideo ma anche di altri settori. Significa che la condivisione della gravità in cui versa il settore marmo a Carrara oramai è diffusa e che quindi la preoccupazioni sul futuro non riguardano più solo noi e i nostri dipendenti. Per questo mi auguro che la partecipazione a questa manifestazione sia significativa perché qui è in gioco il futuro di tutta Carrara”. “Così come i lavoratori anche noi imprenditori chiediamo certezze per poter garantire gli investimenti necessari a aumentare l'occupazione, la sicurezza e la tutela dell'ambiente.
Regione e Comune devono sospendere questa continuo stillicidio di provvedimenti anti-cave, e permetterci di sederci a un tavolo di confronto a bocce ferme. Un tavolo in cui definire congiuntamente con tutti i soggetti interessati procedure certe su permessi e progetti e in cui disegnare un nuovo programma che a fronte di norme condivise stimoli più investimenti, maggiore occupazione e quindi maggiore ricchezza per il territorio” conclude Lucchetti.
Il 2 aprile scioperano i dipendenti dell’Agenzia delle Entrate. I dipendenti dell’Agenzia delle Entrate per gli anni 2016 e 2017 hanno raggiunto gli obiettivi assegnati, ma non sono stati ancora remunerati per quel traguardo raggiunto (salario di produttività) anzi, l’Agenzia vuole ridurre di 30 milioni di € i fondi utilizzati per quei pagamenti. Li vuole ridurre senza alcuna spiegazione convincente. Se leghiamo questa situazione al fatto che nel corso del tempo la missione dell’Agenzia sembra mutare, da amministrazione strettamente legata alla lotta all’evasione fiscale a amministrazione erogatrice di servizi, il futuro di questi poco più di 34.000 dipendenti dello Stato, altamente professionalizzati, in perenne sotto organico, con carichi di lavoro sempre più pesanti, è a rischio. Per questo il 2 aprile 2019 scioperano.
in Toscana nel corso della giornata, dalle 11.00 alle 13.00, hanno programmato un presidio/sitin davanti alla sede della prefettura di Firenze per sensibilizzare la cittadinanza sui motivi dello sciopero.Durante il presidio chiederanno di essere ricevuti dal Prefetto per esporre i termini della vertenza.
Si è conclusa positivamente la vertenza dei 10 dipendenti Girolami srl, impresa appaltatrice dei servizi di pulizia presso Bekaert: ieri all’Agenzia Regionale Toscana per l’impiego alla presenza del Funzionario Toscano è stato siglato l’accordo, probabilmente il primo in assoluto, per il ricorso alla cassa integrazione per aziende appaltatrici servizi mensa e pulizie grazie all’impegno di tutti e anche grazie al decreto Ministeriale emesso due giorni fa.
La vertenza dei lavoratori Girolami è iniziata in contemporanea con l’apertura della procedura di mobilità da parte di Bekaert, ed ha visto recapitare tre lettere di licenziamento in pochi mesi, una ogni volta che Bekaert annunciava la chiusura, fino ad arrivare all’apertura della procedura di mobilità nel dicembre 2018. Durante la vertenza Bekaert, sostenuti anche dalla Fiom di Firenze, abbiamo partecipato alle iniziative che si sono susseguite; ricordiamo la presa di posizione forte della Fiom quando non volevano farci entrare all’assemblea in fabbrica con la presenza del Ministro del Lavoro, e abbiamo inseguito in tutti i modi la possibilità di veder modificate le norme in modo da poter far accedere anche i lavoratori degli appalti all’ammortizzatore sociale.
Sono state coinvolte le istituzioni che si sono mostrate attente e disponibili a risolvere il problema, dalla Sindaca e dal consiglio comunale di Figline e Incisa Valdarno, all’ufficio del Ministero del Lavoro che ha emanato la circolare N. 5 del 27/03/2019 che garantisce l’accesso alla Cigs anche per le imprese appaltatrici, confermando un impegno preso in quell’assemblea davanti a tutti i lavoratori Bekaert e delle imprese in appalto, riconoscendo anche all’azienda Girolami un’assunzione di responsabilità sociale nei confronti dei dipendenti che si è manifestata nel prolungamento dei termini della procedura e nell’accogliere la richiesta di anticipo del pagamento della cassa stessa.
Tutto sempre con i lavoratori in prima linea e con il sostegno della Filcams e della CGIL tutta, che dimostra una volta di più l’importanza della confederalità della nostra organizzazione. Un ottimo risultato riteniamo di grande soddisfazione per tutta la comunità. Adesso l’attenzione deve rimanere alta per quanto riguarda la reindustrializzazione del sito, dobbiamo impegnarci tutti perché sia possibile ricollocare in un nuovo sito produttivo tutti i lavoratori e non accontentarci di una piccola parte.
È il “Consorzio Leonardo”, Società con sede a Pistoia, l’aggiudicatario dell’appalto inerente il Servizio di Contact Center 055055 indetto, tramite bando di gara, nel luglio 2016 da Linea Comune s.p.a.. Appalto vinto e affidato alla Cooperativa Sociale romana consorziata di “Leonardo” “Capodarco” prima e “A Capo” dal 1° febbraio scorso, in seguito al cambiamento del nome di cui non sappiamo le reali motivazioni. Un appalto importante che gestisce ed eroga il servizio di Contact Center 055055 tramite la società Linea Comune s.p.a. a partecipazione interamente pubblica e costituita da alcuni Comuni del territorio fiorentino.
“Stiamo cercando di instaurare relazioni sindacali - afferma Umberto Marchi della Filcams Cgil di Firenze - che portino ad una contrattazione di secondo livello con una Società che fornisce ai cittadini servizi professionali di un certo rilievo. Abbiamo invece notato che questa Società non sa come mantenere tali rapporti: i dirigenti intraprendono abitualmente iniziative senza mai interfacciarsi con la RSU presente tutti i giorni in ufficio. Li abbiamo richiamati ad una maggiore correttezza e al rispetto delle parti sociali che assistono i lavoratori, avendo tra questi molti iscritti, ma ogni volta incorriamo in scivoloni incredibili e inaspettati da parte di chi si vanta di avere ottime relazioni sindacali all’interno di altre commesse fuori Toscana.
Abbiamo aperto un tavolo nell'ottobre scorso dopo assemblee effettuate con i lavoratori, chiedendo la possibilità di iniziare una discussione atta a sviluppare una contrattazione di secondo livello con norme a parti economiche: riteniamo infatti che, a fronte di una estensione del Servizio basata sulle varie esigenze degli Enti aderenti che ha portato a un aumento della mole di lavoro e il servizio professionalmente svolto, si debba dare una ‘gratificazione economica’ ai lavoratori che con fatica e massimo impegno riescono comunque a mantenere un livello operativo molto alto al fine di soddisfare le richieste del Committente.
Doveva essere - continua Marchi - una partenza per discutere con serenità, verificare i margini di spazio per dare un premio produttività e/o welfare al personale. Ci lasciammo con l'impegno di ritrovarci per fare il punto della situazione prima di Natale, e solo la nostra insistenza ha portato a riaprire una discussione il 20 dicembre, purtroppo immediatamente chiusa, poiché la Società ha rinnegato le intenzioni di ottobre motivando tale decisione con la mancanza di coperture finanziarie”.
“Uno scenario che inizia a farsi pesante - sostiene Federico Fontanini della Fistel Cisl regionale Toscana - poiché risulta assai difficile intrattenere rapporti corretti e onesti con una Società che ci incontra solo su pressione a fine dicembre e a febbraio, cambia nome senza comunicarlo alle parti sociali e risponde risentita quando si chiedono informazioni nell’interesse dei lavoratori, poiché questa operazione poteva influire negativamente sul personale”. Dopo una nostra richiesta di incontro dei primi di marzo, ancora oggi non abbiamo avuto risposte, ma abbiamo appreso che sono saliti dal Lazio per andare negli uffici fiorentini, una provocazione? Può essere, ma se questi devono essere le relazioni sindacali, ci sentiamo liberi di agire come meglio riteniamo”.