FIRENZE - Entro tre anni Piombino dovrà tornare ad essere un centro siderurgico all’avanguardia in Europa; da Governo e Regione risorse per 275 milioni di euro per polo siderurgico. Così il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi in aula parla della crisi aziendale della Lucchini di Piombino dove sono state avviate le procedure per lo spegnimento dell’altoforno, mettendo così fine a 150 anni di storia. Complessivamente, Rossi ha parlato di 142 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione per il polo siderurgico, dei quali, in particolare, 70 milioni sono destinati all’ammodernamento del porto, 60 per la riconversione del ciclo produttivo siderurgico ed ulteriori agevolazioni degli investimenti e, infine, 10 per le bonifiche delle aree demaniali marittime.
Risorse dal Governo, invece, per 133 milioni di euro per bonifiche e per interventi per attrarre investimenti. Si tratta del più grande intervento fatto dalla regione nei confronti di un’area industriale. Rossi ha parlato poi dell’accordo di programma, accettato anche dai lavoratori, per la disciplina degli interventi per la riqualificazione e la riconversione del polo industriale di Piombino. L’accordo che riguarda sia i duemiladuecento 200 dipendenti del Gruppo Lucchini presenti a Piombino sia i mille e quattrocento lavoratori dell’indotto, è stato firmato a Roma dal presidente della Regione Toscana con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, sette Ministeri, la provincia di Livorno, il Comune di Piombino, l’Autorità Portuale di Piombino, l’Agenzia del Demanio e l’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa spa.
Il presidente della Toscana ha ricordato che le organizzazioni sindacali e i lavoratori hanno chiesto la possibilità di poter continuare a lavorare mediante contratti di solidarietà alla riconversione degli impianti siderurgici, risparmiando le risorse della cassa integrazione. Un excursus storico poi, dal presidente, sull’importanza nella storia italiana dell’acciaio come collante civile. Rossi ha citato Oscar Sinigaglia, uno dei padri della moderna acciaieria italiana che fu incaricato da De Gasperi nel 1948 di elaborare il piano della siderurgia italiana per esser autonomi nella produzione di acciaio, per dare avvio alla ‘meccanica’ di massa come processo di sviluppo industriale e di crescita democratica del Paese. Rossi ha parlato poi delle sette vite di Piombino, citando lo storico Valerio Castronovo.
Il presidente ha detto che adesso siamo nel momento di porre fondamenta per una ‘conversione ecologica’ dell’impianto, con la sostituzione dell’area a caldo con nuove tecnologie a minor impatto ambientale. Il presidente ha ringraziato Papa Francesco per il suo interesse che è stato determinante per portare la vicenda di Piombino al centro dell’attenzione nazionale. Rossi ha parlato della connessione sentimentale tra il popolo e il Santo Padre, quella connessione che invece manca tra i cittadini e la politica e ha invitato la politica ad interrogarsi sulle ragioni di questa distanza.
Infine, il punto che non convince il presidente è quello relativo alla viabilità della zona. Secondo Rossi devono partire al più presto i lavori per potenziare la viabilità dell’area portuale con il completamento della bretella con l’autostrada A12 – Lotto Gagno-Montegemoli.