Firenze – L’assessore al Diritto alla Salute e Sanità, Simone Bezzini, ha risposto in Aula ieri (martedì 31 gennaio) a due interrogazioni in merito alle criticità nel sistema delle liste di attesa a nella sanità toscana a cui fa riferimento la recente relazione della Corte dei Conti. La prima, presentata dalla consigliera del Movimento Cinque Stelle Irene Galletti; la seconda, dal consigliere di Fratelli d’Italia Diego Petrucci.
“La relazione della Corte dei Conti fornisce uno stimolo a migliorare il sistema sanitario della nostra regione – ha esordito Bezzini – . L’analisi fa riferimento al quinquennio 2017-2021 caratterizzato dall’adozione del nuovo piano delle liste d’attesa, avvenuta nel maggio 2019, ma anche dalla gestione della pandemia, che ha condizionato la realizzazione dei piani aziendali”.
“Nel 2019, con l’adozione del nuovo piano regionale per il governo delle liste di attesa - ha affermato Bezzini - la Regione ha implementato un set di indicatori volti a misurare e a valutare le aziende sanitarie. In particolare, si è dotata di un indicatore, volto a misurare l’equità di accesso dei cittadini, che consente di fornire periodicamente alle aziende dati sulla domanda da soddisfare e su quanta ne sia stata presa in carico, implementando il sistema di monitoraggio delle performance previsto dalla normativa nazionale. La Toscana è dunque da ritenersi innovatrice nelle metodologie di analisi e ha avuto riconoscimenti dall’Università Bocconi, dalla Agenas e dalla stessa Corte dei Conti”.
“I dati della Corte dei Conti – ha continuato Bezzini - pur evidenziando criticità e la necessità di un modello centralizzato di monitoraggio, fanno emergere un quadro di miglioramento. In sintesi nel 2017 le prestazioni che rispettavano i tempi di attesa erano il 74,6 per cento, nel 2018 il 76 per cento, nel 2019 il 78 per cento, nel 2020 il 90 per cento, 85,7 per cento nel 2021”.
In merito alle prestazioni erogate nella libera professione, l’assessore ha evidenziato “che le analisi della Corte dei Conti si riferiscono alle prime visite e non tengono conto dei controlli. La Regione ha indirizzato il sistema a una strutturata presa in carico dei pazienti cronici, per cui le visite dei controlli sono nettamente superiori alle prime visite”.
Per quanto riguarda le “pre-liste”, Bezzini ha sottolineato che “esse sono previste dal piano nazionale per il governo delle liste di attesa. È specificato che la modalità di calcolo delle liste di attesa in caso di inserimento in una pre-lista, considera sempre la data del primo contatto-prenotazione. Inoltre, nel caso in cui la prestazione di primo accesso non sia garantita nei tempi massimi previsti, l’azienda attiva percorsi di tutela per soddisfare la richiesta del cittadino. Il nuovo modello di monitoraggio, a cui stiamo lavorando, comprenderà la valutazione delle pre-liste da parte delle aziende”. La Regione sta inoltre lavorando, ha detto Bezzini “a un meccanismo con cui si potrà agire con un sistema di allerta centralizzato per evidenziare anomalie e liste bloccate”.
In merito alla gestione dei fondi CUP, l’assessore ha precisato che “a fine anno 2021 avevano trovato destinazione il 52,7 per cento dei finanziamenti assegnati. La restante parte ha trovato destinazione in tre successivi interventi inseriti nella programmazione regionale degli acquisti 2022-2023. Vista l’entità degli importi, è stato necessario avere garanzia che le risorse assegnate alla Regione venissero effettivamente erogate dal ministero stesso”.
Infine, rispetto al capitolo della Gestione dei fondi sull’annualità 2022, “i dati provvisori riferiti all’anno 2022 mostrano un impiego di oltre 28 milioni sui circa 30 assegnati, pari al 90 per cento. Tali fondi garantiscono il recupero di 10mila interventi chirurgici e 271mila prestazioni ambulatoriali”.
La consigliera Irene Galletti ha dichiarato “sconcerto di fronte a questa risposta”. “La relazione della Corte dei Conti – ha detto - è una sconfitta della Giunta e del suo Presidente, che è anche assessore al bilancio. Noi abbiamo chiesto che cosa intende fare la Giunta rispetto a una criticità che dal 2015 è al centro di numerosi atti di tutte le forze politiche. Si chiedono fondi al Governo, ma ricordo che la stampa stessa ha segnalato che in Toscana la metà dei fondi per le liste di attesa non vengono spesi. L’incapacità della Regione di garantire l’accesso specialistico è un problema di gestione ormai storico. Ci sono toscani che non riescono ad accedere ai servizi, ci sono liste bloccate. E questo problema è solo la punta dell’iceberg”.
“La Corte dei Conti scrive che nel sistema che avete messo in piedi vi è la sospensione delle liste di attesa ogni qual volta non si riesce ad assorbire tutte le richieste senza che il fenomeno sia rilevato a livello centralizzato e informatico – ha attaccato il consigliere Diego Petrucci - e che vi è l’impossibilità di conoscere il numero di richieste di prenotazioni effettivamente giunte al sistema. È stato messo in piedi un sistema artefatto, tutte le volte che non si riusciva a dare un risposta congrua, scattava il meccanismo delle liste chiuse e le domande non venivano raccolte dai monitoraggi.
Allo stesso modo si facevano delle pre-liste che non rientravano nei conteggi. Io ho chiesto se l’assessore fosse a conoscenza delle pre-liste e delle liste bloccate e come mai non siano stati spesi i 23 milioni dei fondi messi a disposizione dal Governo Conte, utilizzabili per l’efficientamento del sistema. Chiedevo inoltre se ci sono delle progettualità per spenderli, ma lei non ha risposto”.