Alla presenza dell’ambasciatore italiano a Praga, Aldo Amati, Alessandro Torsoli, presidente AIdAM e Gianfranco Pinciroli, presidente CAMIC hanno firmato un accordo di sviluppo economico che coinvolgerà le aziende italiane.
L’Ambasciatore Amati ha così commentato l’accordo: “Siamo felici di poter sostenere questo accordo e siamo certi che l’eccellenza italiana saprà trovare i giusti interlocutori in questo paese –nel suo intervento di apertura. Da parte nostra ci sarà il massimo sostegno anche per quanto attiene alla veicolazione di questo messaggio verso le istituzioni ceche di riferimento”.
Nasce così dal primo ottobre un punto di riferimento all’interno della Camera di Commercio e dell’Industria Italo-Ceca in cui sarà operativa l’Associazione Italiana di Automazione Meccatronica con l’obbiettivo di consolidare la collaborazione commerciale fra i due paesi nel settore dell’automazione con particolare riferimento alla meccanica, elettronica e informatica. L’industria 4.0 è un importante processo tecnologico che vede sia l’Italia che la Repubblica Ceca molto coinvolti.
Gianfranco Pinciroli del CAMIC ha dichiarato: “L’accordo prevede un programma di sviluppo in settori strategici come l’automazione, la meccatronica e l'automotive. Non va dimenticato che l’industria oggi vale il 50% dell’interscambio tra Italia e Repubblica Ceca”.
Mentre Alessandro Torsoli in una intervista rilasciata pochi giorni fa ha sottolineato “… In questo momento vogliamo conoscere maggiormente, tramite la collaborazione con Camic, il modo di produrre delle aziende ceche e le problematiche connesse per poter sviluppare assieme soluzioni e nuove piattaforme tecnologiche. E la parole assieme è fondamentale. Non vogliamo infatti semplicemente vendere un prodotto ma preparare una soluzione adeguata alle singole esigenze”. E poi ancora: “Siamo fortemente impegnati affinchè ci sia una maggiore collaborazione con centri di ricerca e le università.
Perciò tra gli associati in AIdAM c'è anche la Scuola Sant'Anna di Pisa e il Politecnico di Milano. E' necessario infatti un grande cambiamento di mentalità tra le imprese e le strutture accademiche che per lungo tempo si sono viste come entità separate. Vogliamo anche rafforzare la collaborazione tra i ricercatori, il cui compito è intuire il futuro, e gli imprenditori, che conoscono la realtà sul mercato”.
Foto Archivio Camic